Il presidente del Coni Giovanni Malagò è stato chiaro: la pista da bob a Cortina d’Ampezzo non si farà. «Devono essere prese in considerazione solo le piste esistenti e già operative», aggiunge lo stesso Comitato Olimpico Internazionale. Se per molti è una sconfitta, come per il presidente del Veneto Luca Zaia o il numero uno di Confindustria della regione Enrico Carraro, per tanti altri è una vittoria.

La pista si farà altrove, probabilmente all’estero o nell’impianto piemontese di Cesana Torinese. A beneficiare di questa situazione è la Valle Regina delle Dolomiti; non sarà, infatti, interessata da nessun nuovo e invasivo cantiere, che intaccherebbe l’equilibrio già fragile delle montagne venete.

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Pista da bob a Cortina: cosa è successo

Nel 2007 Cortina fu scelta come città ospitante per i Mondiali di bob del 2011; un’occasione provvidenziale per riqualificare l’impianto “Eugenio Monti”, reduce da lunghi anni di abbandono e declino. Nel 2008 i problemi finanziari costrinsero la città a rinunciare all’evento. Milano Cortina del 2026 ha rappresentato, fino a pochi giorni fa, un’altra occasione di rimodernare un impianto storico e colossale, ma abbandonato a sé stesso. Negli ultimi tre anni la pista da bob di Cortina è stata al centro del dibattito tra istituzioni e cittadini. I primi dubbi sono sorti durante l’estate, quando il bando per la riqualifica dello Sliding Center si è rivelata un fiasco, con nessuna offerta pervenuta. Nei mesi successivi la ricerca è continuata, ma senza produrre risultati.

I costi, le tempistiche, e le proteste dei cittadini di Cortina sono tramutati nella decisione definitiva presa il 16 ottobre scorso: Malagò, su indicazioni del governo, afferma che l’impianto di Cortina non verrà realizzato. L’organizzazione è alla ricerca di una sede già esistente e funzionante, considerata l’opzione migliore e più sostenibile. 

Impatto ambientale e risparmio economico: gli aspetti positivi

La decisione è figlia di diverse situazioni: il tema economico, quello ambientale, e quello sociale. Ciò che è certo è che a sorridere sono le tasche del governo e l’ambiente, che a Cortina non verrà stressato e sfruttato ulteriormente. Per il rifacimento della pista erano stati preventivati 60 milioni di euro, nel 2019. Nel giro di pochi mesi il budget necessario iniziò a salire fino a raddoppiare, definitivamente, a 120 milioni di euro. Ragion per cui né il governo né il comitato organizzatore di Milano Cortina sono stati in grado di trovare imprese disposte a farsi carico dell’appalto.

Costruire l’impianto avrebbe poi minacciato la biodiversità del sistema naturale montano, già in crisi per via dei cambiamenti climatici. A insistere su questo spetto sono stati, in particolare, gli abitanti di Cortina, che anche lo scorso 25 settembre – quando sembrava scontato procedere con i lavori – sono scesi in piazza per opporsi all’ennesimo “mostro di cemento” che avrebbe intaccato la natura locale.

L'eredità di Torino 2006: trampolini e pista da bob abbandonati dal 2008.

L’eredità di Torino 2006. Foto di IlDolomiti.it

Bob a Milano Cortina: gli scenari possibili

Centoventi milioni di euro e un impatto ambientale distruttivo, per 35 atleti e pochi giorni di competizione. Troppi, poi, i precedenti di edifici mastodontici creati ad hoc per eventi internazionali di breve durata e poi abbandonati inesorabilmente a se stessi. Il Villaggio Olimpico – realizzato in occasione delle Olimpiadi di Torino 2006 – è solo uno degli ultimi esempi di questo genere. Ora, il comitato organizzativo di Milano Cortina ha una duplice scelta: riqualificare l’impianto di Cesana Torinese o traferire le gare di bob, slittino, e skeleton all’estero, con ogni probabilità nella vicina Innsbruck. Rimodernare il Cesana Pariol costerebbe 33,8 milioni di euro, circa un quarto rispetto al circuito di Cortina, e permetterebbe di lasciare che queste gare si svolgano in Italia.

Il Cio (Comitato Olimpico Internazionale) potrebbe però bocciare anche questa opzione, affermando che debbano essere prese in considerazione solo le piste esistenti e già operative. Sono 168 i km che dividono Cortina da Innsbruk; 2 ore e 2o di macchina. L’impianto è già perfettamente funzionante, moderno e pronto ad ospitare l’evento del 2026.

Trasferire le gare di bob in Austria permetterebbe di risparmiare oltre 100 milioni di euro e non impattare su un ambiente fragile come quello montano. Il governo, alla luce del fallimento di Cortina e la bocciatura del Cio a Cesana Torinese, ha iniziato a prendere in considerazione questa ipotesi. Spostare le gare a Innsbruk non sarebbe un fallimento progettuale, ma un’occasione per dimostrare al mondo che l’Italia può farsi portabandiera di una nuova modernità.

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Tommaso Barbiero

Tommaso Barbiero

Nasce a Busto Arsizio, nel varesotto, 25 anni fa. Laureato in Scienze della Comunicazione, attualmente collabora con due testate giornalistiche: Buonenotizie.it e Sprint e Sport. Scrive di sport, ma anche di ambiente e sostenibilità. Crede nel potere della parola come strumento per fare buona comunicazione, che sia propositiva e costruttiva, oltre che seria e affidabile. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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