UK è il primo Paese del G7 che ha rinunciato al carbone: per l’obiettivo dell’Agenda 2030, il Regno Unito è un esempio per l’Europa e il resto del mondo. Negli altri Paesi a che punto siamo? Con BuoneNotizie.it facciamo il punto della situazione.
UK: la decarbonizzazione per un Paese green, lontano dal mito di Coketown
Il Regno Unito è stato il Paese fautore della Rivoluzione Industriale: nel 1882 proprio in UK, fu dato avvio all’utilizzo del carbone per le fabbriche che hanno segnato il processo di modernizzazione dell’Europa. Coketown, la città del carbone di Charles Dickens, sarà solo un ricordo letterario, perché in UK sono state ufficialmente chiuse tutte le centrali a carbone. Il processo di decarbonizzzione è già stato sostituito da progetti green, che renderanno il Regno Unito, uno dei Paesi mondiali più in linea con le richieste dell’agenda 2030.
I dati raccolti dal Carbon Brief, hanno dimostrato che, dal 1882, UK ha emesso oltre 10,4 miliardi di tonnellate di CO₂. In breve, col solo uso del carbone, ha emesso nell’atmosfera più anidride carbonica della maggior parte dei Paesi industrializzati. La decarbonizzazione in UK, dunque, sarà un vero e proprio ristoro per l’ambiente.
Da UK al resto del mondo: il punto sulla decarbonizzazione
La decarbonizzazione è una sfida per tutti i Paesi del mondo. L’ONU ha portato l’attenzione sui vantaggi di questo processo: non si tratta solo di un beneficio per l’ambiente, ma per salute delle persone e per il risparmio energetico. L’Europa, sulla scia di UK e Belgio, sta progressivamente chiudendo le centrali a carbone. La Germania e la Francia hanno dimostrato le possibilità di rispettare i parametri imposti dalla COP28 di Dubai del 2023. La Cina, nonostante alcune difficoltà a smantellare le centrali a carbone, si presenta come il Paese con più investimenti nel settore delle energie rinnovabili: è, infatti, il primo produttore ed esportatore di energie pulite. Nonostante ciò, la potenza asiatica dipende ancora fortemente dal carbone, responsabile negli ultimi anni di circa il 30% delle emissioni di CO2.
Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti, seguono a ruota, promettendo una riduzione totale del carbone entro il 2050 e investimenti nel settore delle energie rinnovabili nel prossimo decennio. Queste promesse fanno dunque sperare nel raggiungimento di questi obiettivi così importanti per il futuro del pianeta e delle prossime generazioni.
L’Italia e la corsa alla decarbonizzazione
Per quanto riguarda il Bel Paese, i progetti di decarbonizzazione sono stati avviati da circa un decennio, anche se c’è maggiore lentezza rispetto a quello che succede in UK. Per raggiungere la promessa europea al 2030, che prevede un taglio del 40% delle emissioni, portando la quota delle rinnovabili al 30%, come previsto dal Piano nazionale integrato energia e clima, si stima una maggiore spesa del 5,4%. L’Italia deve quindi accelerare, consapevole però dei grandi benefici economici che si potranno constatare entro il 2050: si potranno infatti utilizzare fonti energetiche tecnologicamente più avanzate e convenienti che renderebbero l’Italia meno dipendente dai fornitori esteri e con costi in fase di produzione e in bolletta.
La decarbonizzazione in UK è quindi l’esempio e il modello da seguire per l’Italia e il resto del mondo, per vivere in un ambiente rivolto alle energie rinnovabili e green.

