Questa è una storia di lettori, e di lettori algerini. Mi sembra bellissima, e credo che ai lettori italiani piacerà perché la passione per i libri non ha confini. A raccontarla è Paola Caridi, una donna acuta, curiosa e generosa, una storica e una scrittrice esperta di Medio Oriente e Nord Africa. Il suo blog si chiama Arabi invisibili. È appena tornata da Algeri e mi sta dicendo quel che ha visto lì.
Ferma, ferma.– le dico –  Fammi prendere qualche appunto. Così, una chiacchierata tra amiche si trasforma in questa intervista.

Dunque, siamo ad Algeri.
Siamo all’inizio della periferia a est di Algeri, dalla parte opposta alla Casbah, vicino a un’enorme moschea in costruzione. È la grande moschea d’Algeria, realizzata da un’impresa di costruzioni cinese su progetto tedesco. Il minareto è già finito: è alto 240 metri e si vede dall’altra parte della città. Sarà la più grande moschea d’Africa.

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Lì vicino c’è la fiera di Algeri, un gruppo di grandi edifici beige dove, in occasione del Salone del Libro, centinaia di migliaia di persone arrivano da tutto il paese: sono i lettori algerini. Studenti delle scuole, famiglie con bambini, moltissime ragazze…

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Annamaria Testa

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