Italia, popolo di artisti, il paese della musica: il fatto è assodato e ormai così unanimemente riconosciuto da non rientrare nemmeno più fra i clichés. C’è però l’altro lato della medaglia, quello altrettanto unanimemente riconosciuto ma molto meno lusinghiero: il fatto – cioè – che il pubblico italiano sia ritenuto mediamente “pecoreccio” e che nel paese di Verdi e di Puccini, i teatri d’opera siano tristemente disertati dai giovani. Verità o cliché?

Chi è abituato a frequentare le sale da concerto sa bene che fra gli ascoltatori difficilmente incontrerà “la meglio gioventù” e che il suo vicino di posto avrà invariabilmente i capelli bianchi; dipinto così lo scenario sembra immobile e stantio… “e pur si muove”: la dimostrazione è il clamoroso “sold out” che qualche giorno fa ha registrato il Teatro alla Scala nella vendita dei biglietti per l’anteprima di “Traviata” riservata agli under 30 il 4 dicembre. Senza dubbio, all’interno della popolare trilogia verdiana (“Rigoletto”, “Trovatore”, “Traviata”), l’opera  che narra le sventure di Violetta Valery rappresenta uno dei melodrammi più noti, tuttavia non sono né la notorietà, né i clamori del tanto pubblicizzato anno verdiano gli elementi che spiegano lo straordinario successo di botteghino di qualche giorno fa; lo si nota sbirciando la pagina “Abbonamenti Under30” del sito del Teatro alla Scala.

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I commenti dei fruitori sono spesso e volentieri al vetriolo: quasi tutti si lamentano perché i posti disponibili si dileguano troppo in fretta e qualcuno maligna contro l’organizzazione dell’ente. Dov’è la buona notizia, allora? La buona notizia c’è e la si legge in tralice, proprio dietro il sipario di critiche: la “lieta novella” è appunto l’interesse più che evidente dimostrato dai tanto stigmatizzati under 30 verso il vetusto mondo del teatro d’opera. Quello che traspare dietro alle critiche, è infatti un dato che fa sperare: il fatto, cioè, che il caso della “Traviata” del 4 dicembre non rappresenti un esempio isolato, ma uno fra i diversi “sold out” riscontrati nelle serate dedicate dal teatro ai giovani. E d’altra parte, certamente, è un elemento che fa sperare anche il fatto che uno dei teatri d’opera più celebri su tutto l’orbi terraque abbia voluto dedicare ai giovani un abbonamento pensato su misura. Considerando che – oltre che un tempio delle arti – il Teatro alla Scala è anche un’azienda a tutti gli effetti, preoccupata di incrementare i propri introiti, l’iniziativa mostra come il pubblico degli under 30 venga riconosciuto anche economicamente come una risorsa, una realtà su cui puntare. Buon per noi, perché un pubblico che ringiovanisce è anche e soprattutto un pubblico che cresce.

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