Buone notizie per il Tibet, dopo che – anche recentemente –  tanti monaci e monache si sono immolati dandosi fuoco per protestare contro l’occupazione cinese. Dopo più di un mese dall’inizio dello sciopero della fame ad oltranza (“Indefinite Fast for Tibet”), cominciato il 22 febbraio scorso davanti alle Nazioni Unite, è finalmente arrivato il tanto atteso segnale positivo.

Un rappresentante del Segretario generale dell’ONU ha consegnato ai digiunatori una lettera firmata dal Presidente della Commissione sui Diritti Umani e approvata da Ban Ki-moon: la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha nominato degli speciali “rapporteurs” per indagare su quanto sta succedendo in Tibet.

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L’ONU ha finalmente risposto alla richiesta principale dei digiunatori. E quindi, l’”Indefinite Fast for Tibet” è stato dichiarato formalmente concluso.

Il portavoce dei digiunatori, Shingza Rinpoche, ha ringraziato per la lettera ed ha parlato brevemente della situazione in Tibet e delle auto immolazioni. I tibetani, nonostante siano accupati dal 1950 e subiscano continuamente violenze e soprusi, persistono sulla strada della non violenza.

 

 

Fonte: italians.corriere.it

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Laura Pavesi

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