Lo scorso 31 maggio è scaduto, per gli enti locali, il termine entro cui rendicontare l’utilizzo delle somme incassate, nel 2022, dalle multe per le infrazioni al codice della strada. Tale denaro va speso, principalmente, per la prevenzione degli incidenti, per finanziare corsi di educazione stradale nelle scuole, per la manutenzione della segnaletica e delle infrastrutture, nonché per adottare misure in favore dei soggetti vulnerabili, come ciclisti e pedoni, gli utenti deboli della strada per cui  già sono state intraprese alcune iniziative.

Alla luce di ciò, Codacons e Asaps (Associazione sostenitori ed amici della polizia stradale) hanno analizzato i dati presentati dai comuni, sostenendo che per la prevenzione degli incidenti e per l’educazione stradale ci sia ancora molto da fare.

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Multe e prevenzione: autovelox usati come bancomat?

Il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi, considera gli autovelox come “bancomat” dei comuni, affermando che gli stessi sono spesso piazzati in modo scorretto allo scopo di fare cassa” e ha aggiunto di aver organizzato un webinar per contestare le multe ingiuste, definendole un “tesoretto”. Nel 2022 l’incasso, nelle sole città capoluogo di regione, ha sfiorato i 550 milioni di euro, con un +37,4% rispetto al 2021.

Asaps, che promuove politiche di sicurezza sulla mobilità, ha posto l’accento sulle limitate risorse destinate all’educazione stradale. Il Presidente Giordano Biserni ha approfondito il tema con Stefano Guarnieri, Presidente dell’Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus, intitolata al figlio, vittima nel 2010 di omicidio stradale. Per ambedue, i ricavi delle multe appaiono una forma di tassazione che, poi, si riconcilia con le spese sostenute per migliorare la sicurezza stradale, inoltre sostengono che i soldi ci sarebbero, ma mancano volontà e competenze per affrontare un cambio di passo verso una mobilità più sicura.

In tema di autovelox Guarnieri, che è tra i promotori della legge che ha introdotto il reato di omicidio stradale, ritiene che essi siano utili, ha aggiunto che “sono regolamentati da una normativa che è tra le più restrittive in Europa e, pertanto, non sono collocabili dove servirebbero di più”.

Gli incidenti: aumentano o diminuiscono?

La situazione sui sinistri va analizzata partendo dai dati. L’ultimo focus dell’ISTAT riguarda il primo semestre 2022. Confrontando i relativi dati con quelli dei primi sei mesi del 2021, emerge per lo scorso anno un incremento di incidenti con lesioni (+24,7%), feriti (+25,7%) e vittime (+15,3%). Aumento che è maggiore comparando i primi sei mesi del 2022 con quelli del 2020 (+64,3% gli incidenti, +63,0% i feriti, +43,2% le vittime).

Tale incremento va, tuttavia, analizzato alla luce del ridotto numero di veicoli che circolavano nel periodo 2020/2021, per le misure di contrasto al COVID-19. I maggiori flussi veicolari nel primo semestre del 2022 hanno, inevitabilmente, accresciuto il rischio di incidenti rispetto al biennio precedente.

E’ sufficiente soffermarsi sul primo semestre del 2019, periodo precedente alla pandemia: raffrontando i primi sei mesi del 2019 e del 2022, caratterizzati da analoghi flussi veicolari, il trend della incidentalità risulta superiore nel 2019.

Riepilogando, il primo semestre 2022 (-2,6% di incidenti, -6,8% di feriti e -5,5% di deceduti) ha rassegnato, rispetto all’analogo periodo del 2019, un minor numero di sinistri. I dati, poi, evidenziano nel decennio 2010-2020 un calo, rispetto al precedente arco temporale, del 42,0% delle vittime, a fronte del 36,0% in Europa.

La prevenzione degli incidenti con l’educazione nelle scuole

L’Italia ha una strategia per centrare l’obiettivo europeo di dimezzare entro il 2030, i decessi e i feriti gravi, nonché di azzerare entro il 2050 i deceduti. Per Guarnieri la riduzione dei sinistri si ottiene non solo con la manutenzione delle infrastrutture, i controlli, la tecnologia, ma anche con l’educazione stradale nelle scuole.

Le multe per la prevenzione degli incidenti. L'educazione stradale nelle scuole (foto di Robin Jonathan Deutsch su Unsplash)

(Foto di Robin Jonathan Deutsch su Unsplash)

Anche Edward von Freymann, che dopo un incidente in moto ha perso l’uso delle gambe, è attivo nel campo della prevenzione, specialmente dopo aver intitolato una Fondazione alla figlia Gaia, deceduta nel 2019 mentre, con un’amica, stava attraversando sulle strisce pedonali. Von Freymann gira l’Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della disabilità e degli incidenti: “La vita non va sprecata” è il mantra che ripete negli incontri.

Luca Valdiserri, papà di Francesco, nell’ottobre del 2022 ha perduto il figlio che stava sul marciapiede e oggi avverte l’importanza di recarsi nelle scuole, insieme alla moglie, per coinvolgere gli studenti sulla sicurezza stradale: li esorta a essere “i protagonisti delle loro vite”, invitandoli a non lasciare che siano altri a scegliere per loro.

I familiari delle vittime, come Guarnieri, von Freymann e Valdiserri, trasformando il dolore vissuto in energia positiva potranno continuare a mantenere viva l’attenzione sulla prevenzione. Infatti, le campagne informative sulla sicurezza stradale si nutrono del loro contributo, poiché tutti gli incidenti, specie se mortali, hanno in comune la sofferenza con cui, quotidianamente, fanno i conti coloro che hanno perso una persona cara. Il solco è tracciato, poiché presto i corsi di educazione stradale nelle scuole prevederanno, per i frequentatori, anche un meccanismo di crediti finalizzati a conseguire la patente. 

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Paolo Maria Pomponio

Paolo Maria Pomponio

Laureato in giurisprudenza, con Master in "Sicurezza, coordinamento interforze e cooperazione internazionale" e in "Comunicazione e media", ho lavorato nel privato e nel pubblico. Appassionato di calcio, che ho praticato, tendo all’ascolto e a un approccio alle cose con una visione d’insieme.

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