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Arte contemporanea italiana, quanto vale all’estero?

arte-contemporanea-italiana.Quanto è conosciuta l'arte contemporanea italiana all'estero? Una ricerca svela i numeri del sistema arte del Bel Paese. Clicca e scopri. In foto una mostra d'arte

Quanto è conosciuta l'arte contemporanea italiana all'estero? Una ricerca svela i numeri del sistema arte del Bel Paese. Clicca e scopri.

Lo scorso 24 marzo è stato presentato al Palazzo Bonaparte di Roma il report ‘Quanto è (ri)conosciuta all’estero l’arte contemporanea italiana?‘. La ricerca, alla sua prima edizione, è stata condotta da BBS Lombard Art+Culture con il supporto di Arte Generali e Arte Price. Nonché firmata da giornalisti del Sole24ore competenti in mercato dell’arte e collezionismo. L’indagine vuole chiarire lo stato della ricerca artistica italiana e comprendere quanto essa valga all’estero. Come sono messi gli artisti contemporanei italiani in fatto di riconoscibilità?

Quanto si sa dell’arte contemporanea italiana

Dove e quando nasce l’arte contemporanea in Italia? Una delle domande più ricorrenti nello scenario culturale del terzo millennio è proprio questa. Dietro – in realtà – se ne nasconde un’altra più insidiosa: si può parlare ancora di nazionalità dell’arte? È chiaro che con la globalizzazione questo concetto ha perso i suoi contorni. I padiglioni stessi della Biennale di Venezia, dedicati ognuno ad una nazione, appaiono a molti come retaggi di un modo ormai obsoleto di intendere l’arte. Un sentimento nazionalista più che artistico, tipico del modus operandi ottocentesco.

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Tuttavia, la perdita di accademie vecchio stile – che promuovevano attivamente i loro studenti nei circuiti d’arte per farne di loro un Genio nazionale, sostenitore dell’estetica di quel determinato Paese – ha posto dei limiti agli artisti stessi. Sotto questo aspetto, più che un’opportunità, l’arte “indipendentista” prende le connotazioni di una giungla.

Come rispondere allora alla domanda? La ricerca di BBS Lombard Art+Culture prova a puntare l’obiettivo sugli attuali sostegni di produzione e circolazione dell’arte che ad oggi rappresentano il nuovo concetto di “nazionalità” artistica, proprio perché legati al Paese d’origine o di elezione degli artisti. Il deficit italiano parte proprio dall’inesistente monitoraggio di queste organizzazioni di supporto, di ricerca e di formazione all’arte contemporanea. La mancata competitività nella formazione e ricerca artistica, crea artisti che devono “farsi da sé” con sforzi decisamente maggiori rispetto alle epoche passate e molto spesso formandosi in altre nazioni. Ma vediamo quali dati ha portato l’indagine.

L’analisi dell’indagine sull’arte contemporanea italiana

L’indagine ‘Quanto è (ri)conosciuta all’estero l’arte contemporanea italiana?’, è composta dalle ricerche di esperti nel settore del collezionismo e punta ad analizzare il sistema di sostegno e di produttività dell’arte in Italia. Il fine è quello non di esaltare un concetto di italianità, forse difficile da scovare persino per gli esperti, ma di comprendere quanto il sistema arte prodotto nel Bel Paese sia riconosciuto dalle altre nazioni.

Il report, che si presenta non come definitivo ma come l’inizio di una serie, è composto da due parti: la prima riguarda 24 interviste a curatori e direttori museali tra cui Angela Vettese, Cesare Pietroiusti, Sara Dolfi Agostini e altri famosi esperti del settore. Ciò che si evince già dalle interviste è la carenza istituzionale di ricerca e formazione, nonché l’approssimazione nel fare rete tra le poche presenti nel Paese e tra quelle estere. La svolta, come racconta l’artista visivo Pietroiusti, sarebbe un tessuto di ricerca interdisciplinare per ridare valore all’arte e liberarla dall’alone del mercato. L’assenza attuale di movimenti artistici e di una critica solida, hanno infatti lasciato la guida esclusiva al valore economico dell’opera.

L’educazione all’arte contemporanea, come racconta nel report Andrea Lissoni, storico dell’arte e direttore dell’Haus der Kunst di Monaco, è l’altro punto dolente italiano. Paese, il nostro, che in quanto a formazione e supporto di futuri artisti non regge il confronto con gli attuali grandi centri d’arte quali Londra, Ginevra, Basilea e Francoforte.

La seconda parte dell’indagine riguarda invece la raccolta dati e la sua analisi. Una ricerca basata sulla mappatura dei Paesi in cui sono più presenti artisti italiani nei circuiti artistici come musei, gallerie d’arte, fiere e aste. Da questa prima ricerca, i Paesi che attualmente hanno maggiore sensibilità verso l’arte contemporanea italiana sono Stati Uniti, Germania, Francia e Gran Bretagna.

Quali, gli artisti italiani più famosi?

Gli artisti italiani maggiormente conosciuti sono diversi. Il primo posto se lo guadagna uno dei più importanti e allo stesso tempo controversi artisti del nostro tempo, Maurizio Cattelan le cui opere raggiungono il Moma e il Guggenheim di New York. Segue poi Vanessa Beecroft specializzata in tableau vivant. Al terzo posto è invece l’italo tedesca Rosa Barba, famosa per le sue installazioni cinematografiche. Dal quarto posto in giù Luisa Lambri, Monica Bonvicini, Tatiana Trouvé, Enrico David, Diego Perrone e Francesco Vezzoli.

Il quadro generale di artisti italiani contemporanei, parola con un’accezione puramente anagrafica (artisti viventi nati dopo il 1960), si riferisce per lo più ad artisti che vivono fuori dalla Penisola e che hanno “costruito da soli” il proprio valore all’estero. La produzione italiana odierna gode di saltuarie presenze presso le manifestazioni internazionali d’arte. Altro dato osservato dall’indagine è proprio questo: su un campione di 18 biennali internazionali sono solo 54 gli artisti del Bel Paese presenti. Artisti di cui 40 nati prima del 1960. Carente è anche la copertura mediatica su approfondimenti e notizie dedicate all’arte contemporanea italiana e alla sua produzione.

Che soluzioni applicare?

Secondo gli esperti è il caso di trovare una strategia sia pubblica che privata per finanziare e supportare maggiormente l’arte contemporanea italiana. Urge costituire una rete ufficiale che unisca le istituzioni formative e quelle di ricerca. Una rete capace di dialogare anche con l’estero e di supportare la valorizzazione degli artisti presso i musei, le esposizioni e le manifestazioni dei circuiti d’arte.

In aggiunta, il mancato riconoscimento giuridico della professione dell’artista e degli operatori culturali a lui legati aggrava la serietà della panoramica. Una salda rete di rapporti internazionali gioverebbe moltissimo per il riconoscimento della ricerca artistica. Sarebbero opportune inoltre iniziative di natura fiscale per rendere più agevoli le trasferte delle opere dall’Italia all’estero.

Nonostante queste carenze, esistono in Italia realtà nate da pochi anni che – pur avendo prodotto ancora pochi risultati – avvicinano sempre più il nostro Paese ai modelli stranieri. Vediamo quali.

Italian Council: il fondo del Mic

Un progetto che promuove e diffonde lo sviluppo dell’arte contemporanea italiana, avvicinando diverse istituzioni nazionali e internazionali, è l’Italian Council. Nato nel 2017, su modello del British Council e dell’olandese Mondriaan Found, l’Italian Council appartiene alla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Nelle sue prime cinque edizioni, l’iniziativa ha finanziato 40 progetti d’arte proposti da musei, enti pubblici e privati senza scopo di lucro, nonché università, fondazioni, comitati ed associazioni non profit.

L’Italian Council finanzia anche mostre monografiche, progetti editoriali dedicati all’arte, la promozione di curatori e critici, la partecipazione di artisti ad eventi internazionali e residenze d’artista presso Paesi stranieri. Dal 2020 incentiva inoltre l’acquisizione di opere di artisti italiani in musei esteri.

I progetti ammessi al finanziamento riguardano anche la ricerca curatoriale e critica, e sono selezionati da una Commissione di addetti del settore ed esperti dall’alto profilo scientifico.

Il Forum dell’arte contemporanea italiana

Il Forum, nato a Prato nel 2015, ha coinvolto finora oltre mille partecipanti e discusso sui problemi del sistema arte italiano. I tavoli di lavoro hanno sviluppato fino ad oggi analisi e proposte su argomenti che riguardano punti nevralgici come la formazione, il rapporto tra pubblico e privato, lo stato giuridico dell’artista, la necessità di creare un’agenzia autonoma per la promozione della cultura contemporanea.

Le proposte avanzate dal Forum – insieme agli atti di tutte le plenarie – sono consultabili online. I focus pubblicati, presentano anche i link delle sessioni di incontri. Chiunque, infatti, può partecipare alle discussioni svolte dai membri e dagli addetti del settore.

Divenuto permanente nel corso degli ultimi anni, il Forum è un osservatorio che produce analisi e proposte di risoluzione rivolte al Governo. Il dialogo con la politica è l’obiettivo finale.

Il Consorzio ITALICS

ITALICS è la prima rete nazionale di galleristi d’arte contemporanea, arte moderna e arte antica in Italia. Si basa sulla condivisione di esperienze, sia online che offline, e coinvolge un pubblico internazionale di appassionati e collezionisti.

La piattaforma Art and Landscape realizzata dal consorzio, dà voce a oltre 60 galleristi che si propongono per narrare il loro mestiere, nonché l’arte italiana e le bellezze del Bel Paese. Il progetto è giovanissimo e nasce nel 2020 da un’idea di Lorenzo Fiaschi di Galleria Continua e Pepi Marchetti Franchi delle gallerie Gagosian.

La Quadriennale di Roma

Infine, non potevamo non citare una delle istituzioni storiche della ricerca artistica italiana. Fondata nel lontano 1927, la Quadriennale di Roma, a differenza della più popolare e inflazionata Biennale di Venezia, è un evento interamente italiano di arte contemporanea. Nonché un’occasione di sviluppo del dialogo scientifico tra gli artisti. La mostra, tuttavia, non è la sola attività della manifestazione, ma è accompagnata da una programmazione continuativa di esposizioni, servizi di ricerca e documentazione, nonché pubblicazioni e residenze d’artista.

La promozione dell’arte svolta dall’Istituzione, è appoggiata dal Ministero della Cultura ed è accompagnata dall’Archivio Biblioteca della Quadriennale (ArBiQ). L’Archivio tutela un patrimonio documentario italiano che va dal XX al XXI secolo, consultabile anche online.

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