Impossibile non farsi incuriosire dal significato medico di sinestesia dopo aver visto un episodio di “Viola come il mare”, la fiction in onda su Canale5. Viola, la protagonista, soffre di sinestesia. Se hai mai visto un sapore o udito un colore potresti soffrirne anche tu. Ma di che cosa si tratta?

Qual è la malattia di “Viola come il mare”?

La fiction “Viola come il mare” è iniziata a settembre su Canale 5 e vede come protagonisti gli attori Francesca Chillemi e Can Yaham. Il titolo, molto particolare, sintetizza la percezione della protagonista, Francesca aka Viola, soffre di sinestesia. La sua è una reale condizione neurologica e si manifesta nelle persone in maniera differente. Cosa s’intende per sinestesia?

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La parola sinestesia deriva dal greco syn, ‘insieme’ e aisthànestai, ‘percepire’. Significa, quindi, “percepire insieme” e indica precisamente un’esperienza di percezione simultanea.

A meno che non ne soffriate o abbiate un conoscente affetto da tale fenomeno, è più facile conoscere il termine come definizione di figura retorica. Nella scrittura, infatti, esistono una grande varietà di figure retoriche, tra queste anche la “sinestesia”.

“Una notizia amara”, un “urlo nero”, una “voce vellutata” sono alcuni esempi di questa figura retorica. Ma oltre ad essere utilizzata da molti scrittori e poeti, la sinestesia è una vera e propria condizione e interessa i sensi degli individui. Le persone affette da sinestesia sono in grado di vedere i suoni o di provare sapori con la vista. Si tratta della cosiddetta “sinestesia percettiva“: un fenomeno che permette di percepire la realtà attraverso sfere sensoriali differenti da quelle che utilizziamo solitamente.

Da studiare per comprendere meglio il funzionamento del cervello

Chi soffre di sinestesia come in “Viola come il mare”, riceve sensazioni di natura diversa da quanto avviene nella maggior parte delle persone. La sinestesia è un fenomeno percettivo che accade quando la stimolazione di uno dei sensi provoca, contemporaneamente e in maniera del tutto involontaria, una percezione secondaria in un altro senso. Il cervello, quindi, elabora una sola volta le informazioni che provengono dagli organi di senso, generando un’esperienza di percezione simultanea.

Nella fiction su Canale 5, la protagonista utilizza la sinestesia per aiutare l’ispettore Demir (Can Yaham). Insieme lavorano per risolvere le indagini e grazie alle emozioni delle persone Viola percepisce un colore e capisce chi ha davanti. La serie affronta una condizione neurologica e l’originalità nel raccontarla è la chiave di volta che la rende molto popolare ponendo l’attenzione su una rara patologia.

Viola, infatti, fa parte di una ristrettissima fascia di popolazione che soffre di sinestesia (si conta solo l’1% della popolazione affetta). Un argomento decisamente intrigante, da approfondire. Kandinskij soffriva di tale disturbo al punto che sperava che anche gli altri potessero ascoltare i colori dei suoi dipinti.

Per molti anni, la sinestesia, è stata considerata una condizione di poco interesse, nonostante la segnalazione dei vari casi. Più che altro si cercava di capire se c’era una relazione con le allucinazioni tipiche di alcuni disturbi psichiatrici come la schizofrenia. Oggi sappiamo, grazie all’avanzamento della scienza, che la sinestesia entra in pieno diritto nel campo delle neuroscienze.

Le esperienze sinestetiche non sono volontarie e durano nel tempo, ma la domanda è: sono utili? Non è semplice rispondere, né per gli scienziati, né per i sinestetici. Tuttavia è stato dimostrato che la sinestesia provoca alterazioni cognitive “positive”: è stato osservato come si associ spesso a una buona memoria e a una maggiore creatività.

Oltre che in “Viola come il mare” e per Kandinskij, anche alcuni gli artisti come Oliver Messiaen, Frank Zappa, Vladimir Nabokov e Paul Klee, hanno tratto vantaggio dalle contaminazioni sensoriali della loro sinestesia ritenendolo un “dono”.

Diversi gruppi di ricerca continuano a studiare il fenomeno anche se, ancora oggi, non c’è molta letteratura a disposizione. Un gruppo di ricercatori americani ha messo online un test sulla sinestesia, la “Synesthesia Battery“, con l’obiettivo (e la speranza dei ricercatori) di raccogliere nuovi elementi utili per lo studio di questo fenomeno.

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Carlotta Vercesi

Carlotta Vercesi

Parlo della nostra società e di come essa comunica. Il mio obiettivo è di scardinare la narrazione catastrofista e di raccontare le buone idee senza dimenticare i piani politici, sociali, economici. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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