Lo sciopero degli sceneggiatori in America è stato annunciato dalla WGA il 2 maggio scorso, il primo sciopero di categoria dal 2007. Il loro contratto non viene aggiornato da tre anni, in improbabile controtendenza rispetto al fatto che l’universo cinematografico si sta evolvendo rapidamente e sensibilmente e i contratti di settore, in teoria, dovrebbero tutelare i lavoratori rispetto anche al contesto che cambia. Il 98% degli sceneggiatori facenti parte della WGA ha aderito allo sciopero.

Sciopero degli sceneggiatori: le loro richieste

La prima istanza che ha dato vita allo sciopero degli sceneggiatori è legata alla necessità di aumentare il numero di assunzioni per serie. Per una miniserie si chiedono un minimo di 6 sceneggiatori da ingaggiare, per arrivare ad un massimo di 12. Gli sceneggiatori auspicano la fine delle cosiddette mini writers room, ovvero la pratica che questi artisti svolgono per lo streaming: ideare l’episodio pilota e poi altri per poter far approvare il progetto. In questo modo vengono ovviamente pagati meno, con il rischio che il frutto del loro lavoro non venga neanche visto.

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Inoltre, per la loro tutela professionale gli sceneggiatori ritengono che sia fondamentale una regolamentazione appropriata per l’intelligenza artificiale. Oltre a ciò, vorrebbero ritornare sulla questione residuale, per guadagnare i giusti introiti anche quando non hanno uno stipendio fisso.

Alcune condizioni di sceneggiatori

Molti sceneggiatori vivono condizioni di vita molto particolari, anche nel caso in cui creano le fondamenta di un prodotto che ha ottenuto un discreto successo.

Alex O’Keefe, sceneggiatore di The Bear, si è ritrovato in una situazione che ha sorpreso molti: nonostante la serie televisiva cui ha contribuito a dare vita sia stata apprezzata, dal pubblico e dalla critica, e abbia ricevuto diversi riconoscimenti, per ritirare i premi vinti ha dovuto farsi prestare gli abiti da cerimonia.

Una delle sceneggiatrici di Daredevil Born Again ha dichiarato che talvolta i guadagni di un ingaggio devono “durare” anche per mesi. Si è ritrovata ad essere produttrice esecutiva per una serie con alto numero di ascolti per una piattaforma streaming e poi, qualche mese più tardi, a lavorare come autista per Lift. Dichiara come i contratti degli sceneggiatori necessitino di una rivoluzione per adeguarsi al progresso in corso, soprattutto per le piattaforme streaming. Osserva che gli sceneggiatori assunti sono troppo pochi, e per un lavoro di durata troppo breve, e che ormai non vengono più mandati sui set, cosa che svaluta incredibilmente il loro mestiere, il “potere” della competenza attiva sul campo.

Lo sciopero degli sceneggiatori e il potere mediatico

Lo sciopero degli sceneggiatori avrebbe sicuramente ottenuto più risonanza se, oltre agli attori che certamente possiedono molto più potere mediatico, si fossero aggiunti anche i registi. Per loro fortuna i directors sono riusciti ad arrivare ad un accordo che soddisfa entrambe le parti e quindi non hanno avuto necessità di scioperare, nonostante alcuni punti portati avanti dagli sceneggiatori in vero fossero simili, come la richiesta di compensi più adeguati per lo streaming e tutele riguardo l’intelligenza artificiale.

Tuttavia, lo sciopero degli attori ha contribuito a fermare tutte le produzioni, almeno fino a che non si troverà una soluzione. Sony e Disney insieme ad altri studios hanno infatti rimandato molti dei loro prodotti, anche seriali, che non avranno modo di riprendere prima della fine dello sciopero degli sceneggiatori.

Le vere conseguenze di questi scioperi cominceremo a sentirle già dal 2024, sempre che venga trovato un compromesso il prima possibile. Conseguenze che faranno lievitare ulteriormente i budget.

Ripresa delle trattative e ultime novità

In questi mesi di sciopero degli sceneggiatori, oggi arrivato a oltre 100 giorni, non sono state portate avanti trattive di nessun genere. Finalmente, il 4 agosto gli stessi produttori hanno richiesto un incontro per cercare di arrivare ad un punto di svolta. Forse entrambe le parti sono ora disposte e volenterose di lasciarsi alle spalle questo momento di difficoltà per poter andare avanti insieme.

Hanno ripreso le comunicazioni una settimana dopo la notizia che è stata vista come un raggio di luce. I rappresentanti dell’AMPTP hanno sottoposto la loro proposta alla WGA dopo la loro ultima offerta. É interesse di entrambe le parti arrivare ad un accordo il prima possibile per continuare a creare prodotti di qualità in condizioni di lavoro che siano adeguate per tutti e permettere a noi spettatori di tornare a guardare film e serie televisive di valore e di spessore senza soluzione di continuità.

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Chiara Andriani

Chiara Andriani

Chiara Andriani. Mi sono diplomata al Liceo Linguistico, avendo sempre avuto un interesse e un orecchio attento per le lingue. Fin dall'infanzia ho mostrato un particolare coinvolgimento ed entusiasmo verso l'universo letterario e cinematografico e una passione per la musica. L'attrattiva verso la scrittura mi ha spinto a cercare un modo per renderla parte integrante della mia vita di tutti i giorni, portandomi alla scoperta anche del giornalismo e di BuoneNotizie.it. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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