Penelope: donna e regina dolce, gentile e remissiva, o diffidente e ingannatrice?
Differenti sono i punti di vista. Anche Luigi Malerba si è cimentato nel delineare la figura della regina di Itaca. Ne emerge il ritratto di una donna pragmatica.

Itaca per sempre: La Penelope Malerbiana

Il romanzo Itaca per Sempre è stato scritto nel 1997 da Luigi Malerba (pseudonimo di Luigi Bonardi) e prende spunto dalle vicende narrate nel tredicesimo libro dell’Odissea. Malerba trae ispirazione, per la stesura del romanzo, da una conversazione con Pietro Pucci, professore di greco antico alla Corneill University di New York, alla quale partecipò anche la moglie. Episodio chiave dell’Odissea, discusso dai letterati e dalla moglie di Malerba, è il ritorno di Odisseo a Itaca e il primo incontro con Penelope, dopo vent’anni di lontananza. Anna Malerba sostiene che Penelope è riuscita a riconoscere Odisseo, presentatosi a lei sotto le mentite spoglie di un mendicante, ma abbia finto di cedere all’inganno del travestimento per fargli scontare la mancanza di fiducia nei suoi confronti.

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Questa nuova chiave di lettura invoglia Luigi Malerba a comporre l’opera, la cui caratteristica principale è la narrazione che si snoda dal doppio punto di vista di Ulisse e di Penelope. Non esistono narratori onniscienti. Il flusso di coscienza di entrambi i protagonisti prende corpo.

I personaggi esprimono le proprie considerazioni al lettore, entrando con questo in intimità. Il tempo dell’Odissea diventa il tempo del lettore: i personaggi si confessano e si raccontano. Malerba, da esperto autore televisivo, ha saputo trasformare così il più leggendario degli episodi epici nel diario di una coppia in crisi che si riconcilia saldamente, perdonandosi a vicenda il tempo trascorso da separati.

Varie letture del personaggio di Penelope

Per la prima volta, rispetto ad altri contesti letterari in cui l’Odissea è stata rivisitata criticamente, il personaggio di Penelope è paritetico nella narrazione delle vicende rispetto ad Ulisse. Il punto di vista femminile è tanto importante quanto quello dell’eroe.

La figura della regina di Itaca è stata ampiamente tratteggiata anche nell’opera Il canto di Penelope di Margareth Atwood (2005). Sia Malerba che Atwood descrivono Penelope come un una donna dai presente a sé stessa, che ha il compito di difendere il suo regno dalle insidie dei Proci.

La Penelope di Atwood parla dall’Ade, è  ormai un’abitante, come tanti, di un regno in cui il tempo non scorre più. Presenta al lettore la sua biografia, iniziando dalla nascita: il padre tenta di ucciderla, annegandola. Vive alla corte di Sparta, insieme alla cugina Elena. Odisseo la sposa e la porta ad Itaca, dove vivrà poi per vent’anni da sola, crescendo Telemaco e cercando di allontanare i suoi pretendenti con l’inganno della tela. Sarà persino costretta a smentire calunnie, secondo le quali avrebbe tradito Odisseo con uno dei Proci (il riferimento di Atwood è ad Apollodoro).

La Penelope di Malerba, invece, è calata nel presente, ha atteso il suo sposo per vent’anni e gli è rimasta fedele. Penelope è molto orgogliosa e non gradisce che Odisseo, maestro d’inganni, abbia celato la sua identità proprio alla sua sposa. Mette alla prova il marito, insiste nel ripudiarlo ma, quando Odisseo lascia la reggia per andare a salutare il padre all’alba, senza farglielo sapere, si scioglie in un pianto senza fine e implora Telemaco di cercare il padre, credendolo perso di nuovo, per sempre.

L’aspetto della fedeltà coniugale e il lieto fine di Malerba

Il tema della fedeltà coniugale fa da sfondo alle vicende dell’epos. Penelope è sempre rimasta fedele al marito: è assurta, nei secoli, a emblema di castità e pazienza. Eppure, è consapevole che la sua generosità non sia stata ricambiata. Nonostante ciò, in occasione del secondo incontro riconciliativo con Odisseo, scioglie ogni riserbo sull’identità del mendicante. Riconosce in lui lo sposo tanto atteso e decide di non proferire parola sulle avventure amorose del marito.

Malerba ci regala un lieto fine, differente rispetto alla versione ufficiale del poema omerico. La profezia di Tiresia viene sovvertita: Odisseo resterà ad Itaca con Penelope e lascerà il regno a Telemaco. Penelope appare quindi una donna vincitrice, premiata per la sua fedeltà e la sua perseveranza. Un’eroina del quotidiano, che spiazza i semidei immortali.

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Donatella Bruni

Donatella Bruni

Mi occupo di economia, lavoro e società, con uno sguardo alle dinamiche del lavoro, ai consumi e ai cambiamenti della società (fisica e digitale). Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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