Il bookcrossing è un fenomeno che esiste in maniera diffusa da circa venti anni. Nacque principalmente per dare una seconda vita ai libri usati e favorire la “liberazione” dei libri stessi. Nel tempo oltre a iniziative sociali legate al fenomeno, si sono diffusi anche esperimenti di architettura urbana in diverse città nel mondo.

La caratteristica è quella di utilizzare il concetto di libro all’interno del contesto urbano. Spesso si tratta di coniugare il bookcrossing con la riqualificazione di una struttura o di uno spazio pubblico.

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Il BookCrossing: quando nasce e come funziona

Il bookcrossing è definito come “la pratica di lasciare un libro in un luogo pubblico affinché altri lo prendano e lo leggano, i quali poi faranno altrettanto”. Il concetto ufficiale nasce il 21 aprile del 2001 quando Ron Hornbaker, sua moglie Kaori e  i partner commerciali e co-fondatori Bruce e Heather Pedersen, lanciano il sito bookcrossing.com. Il sito acquista velocemente notorietà, vincendo nel 2005  due premi People’s Voice ai Webby Awards come miglior sito web comunitario e miglior sito web di social/networking.

Attualmente la piattaforma registra 1.980.137 BookCrosser – coloro che aderiscono all’iniziativa – e 14.275.435 libri che viaggiano in 132 paesi. Inoltre, Stati Uniti, Germania e Regno Unito sono i paesi più attivi. Nel concreto la piattaforma si occupa di monitorare le zone (Official Book Crossing Zones) dedicate all’iniziativa, di etichettare e geolocalizzare i libri in questione e di favorire l’interazione della community.

Nel tempo si sono sviluppate iniziative legate al bookcrossing più o meno formali in parallelo all’iniziativa. Per esempio, in alcuni paesi europei sono state organizzate delle conventions, ossia degli eventi per gli appassionati dell’attività. Lo stesso in Italia, in maniera meno formale, spesso con semplici eventi di scambio libri. Il fenomeno ha poi influenzato i diversi ambiti del sapere, favorendo lo scambio di contenuti musicali o artistici.

La rigenerazione urbana attraverso la riscoperta del libro

Una delle attività di bookcrossing più in tendenza riguardo al fenomeno, è la creazione di spazi dedicati allo scambio di libri. Dato che le “biblioteche nomadi” si adattano molto bene a qualunque spazio, spesso tali iniziative coincidono proprio con la rigenerazione urbana. La rigenerazione può riguardare sia spazi abbandonati sia strutture ormai inutilizzate. Numerosi sono gli esempi che collimano entrambi le esigenze.

In Italia, per esempio, esistono numerosi casi in cui strutture come le cabine telefoniche, ormai anacronistiche e inutilizzate, sono state convertite in “biblio-cabine“. Questo, è avvenuto in grandi città come Roma e Milano, ma anche in piccoli comuni come Padenghe o Feltre.

Cabina telefonica convertita in una biblio-cabina secondo il progetto dell'architetto John Locke.

Cabina telefonica convertita in una biblio-cabina secondo il progetto dell’architetto John Locke.

Un esperimento del genere è stato riprodotto anche a New York e in altre città americane dall’architetto John Locke. Inizialmente l’opera non ha avuto successo, principalmente a causa dell’assenza di spiegazioni e della zona scelta.

Successivamente, altri tentativi hanno dimostrato le potenzialità e l’efficacia dell’idea, nel far convergere la condivisione della cultura con la riqualificazione urbana. In virtù di questo, in paesi dove la lettura è sempre meno praticata, come in Italia, queste pratiche di rigenerazione urbana possono favorire il riavvicinamento del libro.

Architettura urbana partecipata e condivisione della lettura

Spesso le zone bookcrossing sono anche un modo per rivitalizzare in senso sociale degli spazi pubblici, favorendo l’interazione dei passanti. Nel Regno Unito molte stazioni pubbliche hanno introdotto degli scaffali aperti con libri, e ciò può aiutare le persone in attesa del mezzo a impiegare il proprio tempo in maniera diversa.

In altre città, come a Berlino, sono nati progetti che hanno completamento cambiano il volto delle strade. In particolare, il progetto “Berlin book forest” ha utilizzato tronchi di alberi come struttura urbana per ospitare lo scambio dei libri. Casi come questi dimostrano che elementi urbani possono essere valorizzati in maniera molto creativa.

Esempio di struttura del Bücherwald (foresta dei libri) a Berlino.

Esempio di struttura del Bücherwald (foresta dei libri) a Berlino.

Ancora, nel comune di Rossiglione, è stata di recente installata una casetta bookcrossing coinvolgendo studenti e artigiani locali. La zona della città scelta è un angolo poco frequentato dai cittadini. Infatti, la partecipazione civica alla costruzione di strutture urbane rafforza ancora di più il significato di tali iniziative.

In conclusione, il fenomeno del bookcrossing è evoluto oltre il semplice scambio di libri usati, diventando un motore di innovazione sociale e urbana.

Da cabine telefoniche trasformate in biblioteche a progetti di rigenerazione urbana, queste iniziative non solo ridanno vita agli spazi urbani abbandonati ma anche stimolano la passione per la lettura.

La partecipazione attiva dei cittadini non solo rafforza il legame comunitario ma dimostra che la condivisione del sapere può trasformare le città, rendendole non solo luoghi fisici, ma anche centri vitali di interconnessione sociale.

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Giuseppe Palomba

Giuseppe Palomba

Dottore politologo di matrice napoletana, attualmente studio relazioni internazionali alla Federico II e coltivo la mia ossessione verso l'Unione europea.

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