Nel 2020 la produzione di rifiuti in Europa è diminuita del 5%, arrivando a 4,8 tonnellate pro capite, rispetto al 2016 (quando erano 5,1 tonnellate). Le stime di Eurostat dicono anche che il “tasso di circolarità” ovvero la quota di materiale recuperato e reimmesso nell’economia, è a sua volta aumentato dell’11,7% nel 2021 con un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al 2017 (11,5%).

Questi dati dimostrano i seppur timidi passi in avanti dell’Europa nella corsa al raggiungimento dell’obiettivo SDG 12 “Consumo e produzione responsabili”.

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Una corsa non priva di ostacoli e ancora “a metà” come riportato anche da ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) nell’ultimo Rapporto 2023, in cui ancora c’è tanto da fare ed in cui anche l’Italia ha fatto importanti passi avanti.

L’Obiettivo 12 “Consumo e produzione responsabili”: cosa dobbiamo fare entro il 2030

Immagine tratta dal Report Eurostat, Sustainable development in the European Union. Monitoring report on progress towards the SDGs in an EU context

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Obiettivo 12 “Consumo e produzione responsabili” è uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG, Sustainable Development Goals) che insieme ai 169 sotto-obiettivi costituiscono l’Agenda 2030 di Sviluppo Sostenibile dell’ONU. Se i 17 obiettivi spaziano da povertà a diritto alla salute e istruzione, dall’accesso all’acqua e all’energia alla promozione del lavoro e dell’uguaglianza sociale e di genere, l’Obiettivo 12, il più importante tra i Goals, promuove modelli di produzione e consumo sostenibile che impattano anche sul raggiungimento degli altri Obiettivi 2030.

Si parla di rendere sistemi di produzione e consumo più sostenibili, attenuare e smaltire correttamente i rifiuti, diminuire lo spreco alimentare, utilizzare in maniera efficace le risorse, riciclare, riutilizzare lungo tutta la filiera di produzione, perché produzione e consumo non sono due attività legate sì al settore economico ma che riflettono e incidono sullo sviluppo di dinamiche sociali, etiche e stili di vita in genere.

A che punto siamo a livello europeo con i target di questo settore?

Consumi e produzioni responsabili: in Europa una corsa a ostacoli

Nel Report “Sustainable development in the European Union. Monitoring report on progress towards the SDGs in an EU context” (Maggio 2023) Eurostat segnala per il Goal 12 una Europa che si muove a più velocità sulla base dei diversi impegni presi dagli Stati membri: se la produzione di rifiuti è tornata ai livelli pre-pandemici, il tasso di utilizzo circolare dei materiali dell’UE è stagnante al di sotto del 12%, il che significa che l’UE non è attualmente sulla buona strada per raddoppiare questo tasso entro il 2030 rispetto al 2019.

Una nota positiva però c’è: il settore dei beni e servizi ambientali ha continuato a superare gli altri settori economici in termini di crescita del valore aggiunto lordo, e ha continuato la sua tendenza di crescita anche nel 2020, il primo anno della pandemia in Europa. E sono anche tante le azioni concretamente messe in campo per promuovere modelli di consumo e produzione sostenibili, seppure non tutte hanno ancora raggiunto l’effetto desiderato.

In questo contesto, l’Italia ha sviluppato negli anni un impegno positivo per il settore dell’economia circolare, che ci posiziona in alto nella classifica europea dei paesi virtuosi.

Immagine tratta dalle pagine delle rilevazioni statistiche di Eurostat per l’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030

Economia circolare: a che punto siamo in Italia con l’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030

Le stime interne sul Goal 12, affidate ad ISTAT e risalenti al 2020 indicavano un tasso di utilizzo circolare dei materiali in crescita (21,6%; + 2,1 rispetto all’anno precedente): le performance italiane, secondo l’istituto erano  superiori al profilo medio UE a 27, e permettono all’Italia di raggiungere un quarto posto per il tasso di utilizzo circolare dei materiali ed un sesto posto per il tasso di riciclaggio.

Il rapporto Asvis 2023 su “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” conferma il trend positivo (che va avanti da anni) e svela che l’andamento costantemente positivo rilevato dal 2011 al 2021 è principalmente dovuto all’aumento della raccolta differenziata, la cui quota cresce di 10,7 punti percentuali, e all’incremento della produttività delle risorse. Nel 2023 l’Italia si attesta al secondo posto in Europa, nella raccolta rifiuti con la sola eccezione della quantità di rifiuti generati.

A cosa si deve tale successo? Secondo ASVIS alle politiche pubbliche (come l’adozione di Criteri Ambientali Minimi – CAM negli appalti pubblici) e alla crescente sensibilità delle aziende italiane sui temi dello sviluppo sostenibile (con gli obblighi di rendicontazione ambientale conseguenti).

Come si può migliorare ancora?

Immagine tratta dalle pagine delle rilevazioni statistiche di Eurostat per l’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030

Economia circolare e sviluppo sostenibile: da dove ripartire per realizzare l’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030

Il cammino dell’Italia verso un’economia circolare passa inderogabilmente da ciò che il Governo programmerà nel Documento di Economia e finanza DEF 2023: sorprende però  che nella sezione Percorso per l’attuazione dell’Agenda 2030 manchi un riferimento diretto al Goal 12 e ci si concentri solo sugli altri Obiettivi per colmare il divario dal Goal 12.

A questo proposito uno spunto di riflessione ci arriva dal Rapporto ASVIS 2023 che sottolinea come sia avvenuta negli ultimi cinque anni una sostanziale crescita di quasi un punto all’anno nella percezione della problematica dei principi dell’economia circolare nell’opinione pubblica. Questi temi interessano ormai quasi una persona su due (45%) e se sommiamo questo dato all’interesse crescente delle imprese per il Green, risulta chiaro che, al netto delle politiche verdi pubbliche, è solo da un’azione individuale consapevole che parte quella spinta a far girare la ruota della circolarità più veloce in vista della ricognizione dei risultati nel (non troppo) lontano 2030.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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