Il calcio, lo sport più popolare del globo, punta all’inclusione e guarda alla diversità con occhio attento. La UEFA, di recente, ha dato il via al programma “FootbALL“.

Lo sport più popolare del pianeta

Il calcio è da sempre una vera e propria tradizione nazionale e internazionale. Il gioco più seguito del pianeta, come già detto qui su BuoneNotizie.it in articoli precedenti a tema calcistico, non è solo un semplice sport di fama mondiale. Esso, infatti, è una vera e propria sfera d’interesse che tocca quasi quattro miliardi di persone. Basato su norme semplici, può essere adattato a situazioni diverse. Questa caratteristica, decisiva e fondamentale nella crescita esponenziale di appassionati che lo vivono e lo praticano da sempre, lo ha reso avvincente.

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Calcio, il programma FootbALL: la UEFA e l’importanza di determinati valori

Il lancio di “FootbALL“, progetto legato all’inclusività e alla diversità nel calcio, segna l’inizio di un esteso programma volto ad assicurare un’era di opportunità. La UEFA (Union of European Football Associations) punta all’uguaglianza nel football europeo attraverso una stretta collaborazione con tutti i suoi stakeholders. Nel tentativo di favorire un positivo cambiamento sociale, il programma dell’iniziativa poggia su tre pilastri: la campagna, la piattaforma e l’attivazione. Come scritto e riportato su Figc.it, il progetto riunisce tutte le iniziative, eventi e campagne targate UEFA. Strutturato sull’impegno costante del massimo organo di governo del calcio europeo, esso si propone come veicolo atto a stimolare nuove azioni sul piano dell’educazione.

Il programma (partito a giugno in occasione della finale di Champions League fra Inter e Manchester City), inoltre, contribuisce nel raggiungere gli obiettivi della UEFA’s Sustainability Strategy. Ovvero, un progetto legato ad azioni collettive a sostegno della sostenibilità sociale e ambientale in ambito continentale. Simbolico poi, a proposito di collettività, è anche il video di presentazione dell’iniziativa. Il filmato, infatti, ha saputo raccontare al meglio le tante storie di persone legate alla comunità calcistica e provenienti da contesti diversi o con ruoli differenti. Esemplare, a tal proposito, è la storia di Linda Repetti.

Addetta alla manutenzione del terreno di gioco dello Stadio Luigi Ferraris di Genova, Linda è uno dei tanti volti scelti per la campagna pubblicitaria legata all’iniziativa. Le sue parole, del resto, risultano importanti: “Le persone rimangono sorprese quando dico loro quale lavoro svolgo, perché nel calcio non ci sono molte donne impiegate in un ruolo simile”. Dunque, con l’obiettivo di sfidare i pregiudizi riguardo i protagonisti meno esposti del calcio europeo, FootbALL è impegnato in una sfida importante. Nella stagione 2023-2024 (e in quelle successive), inoltre, il programma sarà ulteriormente implementato sia nelle competizioni UEFA che in quelle nazionali.

Il calcio come processo di cambiamento

Infine, risultano quanto più vicine allo spirito dell’iniziativa le parole del presidente UEFA Aleksander Ceferin. Il numero uno del football europeo, infatti, è convinto della potenza del calcio a livello sociale: “Il calcio, con il suo linguaggio universale, può rompere le barriere e unire i cuori. Inclusività e apertura mentale sono le chiavi per sbloccare il vero potenziale del nostro sport. Aprendo le braccia verso tutti, a prescindere dalla rispettiva condizione sociale, genere o attitudine, il calcio ha la capacità di determinare un terreno di gioco nel quale tutti si sentono benvenuti, rispettati e considerati. Con l’iniziativa FootbALL abbiamo l’obiettivo di promuovere un ambiente nel quale il talento può prosperare senza discriminazione e i sogni non hanno confini“.

Altrettanto utili, a proposito dell’iniziativa promossa dal massimo organo di governo del calcio europeo, appaiono anche le dichiarazioni rilasciate dal presidente della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) Gabriele Gravina: “La FIGC sostiene con determinazione il progetto FootbALL, condividendone valori e obiettivi sia nei fatti che nelle azioni sin qui intraprese e che continueremo a perseguire. L’impegno profuso dalla FIGC nello sviluppo del calcio femminile, nell’ambito paralimpico e dell’inclusione dei minori svantaggiati attraverso i numerosi progetti intrapresi travalica l’ambito federale. Lo fa per estendere il campo di intervento in ambito sociale. Crediamo fortemente nella straordinaria multidimensionalità del calcio e di come esso possa essere uno strumento al servizio della collettività. Il tutto, per abbattere le barriere esistenti“.

Insomma, ancora una volta il football si apre al cambiamento. Un processo di protezione della diversità e dell’inclusione volto a favorire una passione comune: quella del calcio. La mission dello sport più popolare del pianeta non è mai stata tanto nobile e attenta al futuro. Del resto, come recitava un celebre spot di Lega Serie A di qualche anno fa, il calcio è di chi lo ama.

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Antonio Di Bello

Antonio Di Bello

Studente universitario con esperienze lavorative in ambito comunicativo e giornalistico. Amo raccontare tutto ciò che circonda il mondo del calcio, della pallavolo e della Formula Uno. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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