Tra i consumatori italiani, gli smartphone, ovvero i telefonini di ultima generazione, sono sempre più diffusi: se, infatti, molti utenti tagliano le spese relative a svaghi e attività di diversa natura, gli acquisti di questi dispositivi non sembrano risentire molto della crisi.
Un po’ per il fascino che esercitano le innovazioni tecnologiche, ma grazie anche alle offerte di telefonia con smarphone di ultimo modello inclusi, questi prodotti sembrano mantenersi in cima alla lista delle priorità di tanti italiani, per i quali stanno diventando dei supporti insostituibili.

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Accanto alle classiche operazioni di chiamata, questi prodotti svolgono una serie ampissima di funzioni che stanno agevolando non poco la vita degli utenti.
L’ultima tendenza di questi strumenti tecnologici è quella della smaterializzazione delle “plastic card” dalla carta di credito al tesserino di riconoscimento dei lavoratori. Se in questa sede abbiamo avuto modo di parlare degli acquisti effettuati mediante sms, la sperimentazione avviata il 20 aprile scorso da Qui Group, azienda specializzata nella fornitura di buoni pasto compie un passo ulteriore. La società ha, infatti, lanciato la nuova tecnologia iPay, che permette di sostituire i buoni pasto cartacei con i cellulari Nfc.

Con queste nuove tecnologie in campo i consumatori hanno a disposizione le tariffe di telefonia più convenienti che offrono un’ampia gamma di servizi, fra chiamate, sms e traffico dati. Questo nuovo ambito di utilizzo, però, allarga ulteriormente il numero di possibilità e funzioni sul proprio cellulare. Come spiega Pierluigi Simonetta, responsabile della tecnologia iPay, “l’azienda carica, da un sistema centrale, i buoni pasto sull’account dell’utente, che così se li ritrova su un’applicazione installata sullo smartphone”. Il cliente può, quindi, utilizzare il cellulare per saldare il conto, selezionando i buoni pasto, inviati direttamente al lettore Pos dell’esercente, tramite tecnologia Nfc o Bluetooth.
Rimanendo sempre in ambito di buoni pasto, esiste anche il servizio Buono Pasto Elettronico, creato da Tim, Cir Food e AliasLab, da poter utilizzare nelle mense di Telecom Italia. La compagnia di telefonia mobile Wind ha, invece, realizzato iBadge, che permette ai dipendenti dell’azienda di accedere al posto di lavoro semplicemente accostando il proprio cellulare con tecnologia Nfc ad un dispositivo apposito. Maximo Ibarra, direttore business unit Wind, ha annunciato che “entro fine 2012 permetteremo agli utenti di comprare via Nfc nei nostri negozi”.
Molto interessante anche la sperimentazione avviata dalla compagnia telefonica Telecom in collaborazione con Atm, Azienda trasporti milanesi, il cui obiettivo è permettere di accedere alla metropolitana con un cellulare Nfc. Ad impedire, tuttavia, la realizzazione di quelle che restano, almeno per il momento, delle semplici sperimentazioni è la mancanza di fondi.
Gli obiettivi restano, comunque, ambiziosi. Come ha spiegato Carlo Alberto Medaglia, direttore dell’Rfid Lab dell’Università La Sapienza di Roma, “la sfida sarà fondere con l’Nfc anche la tessera sanitaria e la carta d’identità elettronica, per comunicare con la pubblica amministrazione: è un’ipotesi a cui sta lavorando la cabina di regia ministeriale per l’Agenda digitale”.
Le innovazioni tecnologiche, come quelle descritte sopra, contribuiranno sicuramente al processo di semplificazione dell’apparato burocratico statale. La smaterializzazione delle tessere elettroniche, come carte di credito e badge, è il primo passo verso una grande rivoluzione per la pubblica amministrazione.
Le compagnie telefoniche giocheranno sicuramente un ruolo fondamentale in questa fase di sperimentazione dei nuovi servizi. Per la diffusione nazionale di questi strumenti, però, passerà necessariamente dagli investimenti sulla banda larga per garantire la connessione a internet al più vasto bacino di utenti possibile.
Anche l’educazione, sicuramente, avrà la sua importanza perché anche gli utenti meno giovani dovranno saper utilizzare smartphone e tablet per pagare le bollette o usare i servizi di home banking. La digitalizzazione della pubblica amministrazione sarà necessariamente un processo lungo e complicato, ma porterà giovamento a tutti.
Certamente si potranno ridurre anche le tasse legate ai costi dei servizi e dei materiali utilizzati fino ad adesso. Anche l’ambiente ne trarrà beneficio con una lunga serie di elementi che non diventerà più rifiuto da smaltire, ma sarà soltanto un file su un computer o su uno smartphone.

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Linda Iulianella

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