E’ boom del baratto in Italia: la crisi attanaglia sempre di più le famiglie, costrette a scambiare merci e servizi per poter andare avanti. Si tratta di oltre un milione di italiani all’anno, da nord a sud. A causa del crescente impoverimento della popolazione italiana, si barattano ogni mese più di 100.000 prodotti. Ma non solo. Per poter continuare ad esistere, oltre 2.000 imprese di 160 settori diversi, offrono macchinari in cambio di manodopera. Un trend in forte crescita, trainato dalla rete e registrato dai maggiori siti di baratto online. Secondo gli esperti, l’Italia sta andando verso un’economia di autoconsumo, condivisione e selezione delle priorità.

Dall’inizio dell’anno sono state quasi 60o.00 le merci offerte in baratto sul web. Il ”barter”, cioè chi baratta sul web, ha a disposizione una molteplicità di siti dedicati allo “swapping”, cioè allo scambio – sia di beni che di servizi. E la gamma dei prodotti da barattare varia a 360 gradi: dalle mele del proprio orto, all’auto alla fede nuziale. Per regalare alla fidanzata una borsa, si scambiano gli occhiali da sole. Se non si riesce, ad esempio, a pagare due ore alla babysitter, si offrono in cambio due ore gratuite di lezioni di piano.

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“Negli ultimi mesi”, ha detto Paolo Severi, responsabile del sito “Zero relativo”, “c’è stato un forte incremento negli scambi, soprattutto per i prodotti di prima necessità. Le persone offrono generi alimentari e vestiti, per ricevere altri oggetti di uso quotidiano. Si scambia di tutto, dalle susine del proprio albero ai porta cd”. Gli iscritti a questa piattaforma sono 30.000 e gli accessi al mese ben 200.000 . “La fascia d’età va dai 30 ai 50 anni e si estende a tutte le zone d’Italia, con una concentrazione maggiore nelle grandi città”.

Stiamo andando verso un’economia di autoconsumo“, ha dichiarato l’economista Mario Seminerio, “le aziende sono nei guai e i consumi privati crollano”. Si riducono i pezzi venduti “e le aziende sono costrette a licenziare”. Una crisi di vendite certificata dallo stesso Istat: il crollo della fiducia dei consumatori italiani è al livello più basso dal 1996. E le vendite al dettaglio segnalano un calo senza precedenti: -6,8%. “L’unico risparmio possibile oggi” , ha spiegato Seminerio, “è quello precauzionale. L’alternativa è lo scambio”.

Oltre quelli dedicati alle famiglie, crescono sempre più i portali di baratto specifici per le imprese, in particolare quelle medio-piccole. Ricorrere al baratto sembra diventare sempre più una necessità: si offrono merci in cambio di servizi e manodopera. Il primo network italiano che mette in contatto le aziende è la BexB, società bresciana che ha all’attivo decine di migliaia di operazioni, circa 25 al giorno. Il circuito si compone di oltre 2.500 piccole imprese che copre circa 160 settori merceologici.

“I consumi stanno cambiando”, ha detto Vincenzo Russo, docente di psicologia dei consumi dello Iulm di Milano, “più di quanto il marketing se ne renda conto”. I concetti che, secondo il professor Russo, stanno dietro al ritorno del baratto sono due: un’edonismo maturo della persona e la garanzia di un contatto diretto tra chi scambia.La crisi ha portato la gente a fare scelte attente all’interno di una comunità virtuale rassicurante, bypassando la filiera delle imprese verso cui è calata la fiducia”.

Quando si baratta, si compie un’attività di consumo più critico e consapevole. E l’onda degli scambi potrebbe continuare a salire anche nel prossimo periodo, in base a quanto emerge da una recente ricerca elaborata da Intesa San Paolo e dal Centro Luigi Einaudi. Soltanto il 15,2% dei 1.053 capifamiglia intervistati afferma di non avere alcun impatto dalla crisi. Il 12,5%, invece – ovvero un intervistato su otto – dichiara che il proprio reddito è “del tutto insufficiente al mantenimento del tenore di vita” della famiglia.

Un trend, quello degli scambi, che non risparmia nemmeno il settore della moda e le “fashion victims”. A sostituire lo shopping, oggi ci sono gli “Swap parties” (foto a lato), eventi dove si scambiano vestiti, scarpe e borse – tutte rigorosamente griffate. L’associazione “BarattaMi” di Milano – ad esempio –  ne ha organizzati due. “Sono venute più di cento persone “, ha detto Francesca Morace, responsabile dell’associazione, “dalla ragazza di vent’anni, alla signora di cinquanta. Ognuna ha portato con sé dai tre ai cinque accessori, tutti di alto livello. Barattare è ormai un termine “di moda” anche nel mondo più fashion”.

Fonte:  www.adnkronos.com

Per approfondire, il video sul baratto di Adnkronos

 

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