Esiste un fenomeno felice, in opposizione a casi di delocalizzazione: la rilocalizzazione industriale, ossia aziende che decidono di tornare e investire nuovamente nel made in Italy.

Rilocalizzazione in Italia: chi investe ancora nel made in Italy

Il fenomeno di rilocalizzazione industriale è il ritorno alla produzione di prodotti nazionali da un paese estero al paese di origine. Tornare a fare investimenti nel proprio paese porta a un rafforzamento del mercato del lavoro interno, crescita economica e sviluppo di relazioni forti con i fornitori locali. Negli ultimi anni tra le aziende che sono tornate in patria se ne possono citare diverse, come il noto marchio di pelletteria Furla, il produttore leader nell’alimentare Tonno Asdomar, e grandi aziende come Fila, Fastweb, Diadora.

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Da un punto di vista economico, tornare può essere conveniente per un’azienda poiché si riesce a ottimizzare la logistica e assicurare tempi di approvvigionamento più brevi, generando complessivamente un maggior controllo sulle operazioni. Oltre ad attirare i consumatori più impegnati, si tende a ridurre la burocrazia normativa aumentando la trasparenza nei processi della catena di produzione. Si può parlare anche di un valore aggiunto percepito dal consumatore finale, che può essere presente o meno perché proprio legato al “made in”: che si parli di settore tessile o alimentare, per i produttori italiani è qualcosa da non sottovalutare.

Un’alternativa alla delocalizzazione industriale

La delocalizzazione industriale è un fenomeno tendenzialmente controverso per il tessuto sociale. Da un lato le imprese cercano di spostarsi altrove solitamente per abbassare i propri costi di produzione e guadagnare più margine di profitto. Ma dalla parte dei lavoratori dipendenti? Gli effetti sono solitamente piuttosto impattanti. Le persone sono messe di fronte a un bivio: spostarsi e condurre una nuova vita altrove o cambiare lavoro. Gli effetti poi spesso si riversano in qualche forma anche sul territorio economico-sociale. Perché non di rado si va a impoverire aree territoriali a livello di economia locale.

Accanto a queste situazioni difficili ci sono anche aziende virtuose, che credono ancora nel made in Italy e scelgono di restare (o tornare) a investire in Italia.

Il Governo italiano sta cercando di incentivare il ritorno in patria delle aziende, grazie al via libera al decreto legislativo sulla fiscalità internazionale che offre un prelievo fiscale dimezzato al 50% per le imprese che scelgono di tornare in Italia, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 19 dicembre 2023.

Di fronte a situazioni difficili dove entrano in gioco i diritti dei lavoratori in contrapposizione alla direzione manageriale dell’impresa, è possibile, in sintesi, trovare anche soluzioni felici e soddisfacenti per entrambe le parti che portano a una rivalutazione complessiva della produzione made in Italy.

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Virginia Allegra Donnini

Virginia Allegra Donnini

Con un background di studi ed esperienze lavorative a cavallo tra economia, marketing e moda scrivo di tendenze, pop culture, lifestyle. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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