Quanto è importante includere dettagli sui propri hobby nel curriculum vitae?
Non c’è una risposta esatta a questa domanda, dipende dal contesto e dalla posizione che ci si candida a occupare.

Come strutturare un buon curriculum: alcune semplici regole

Esistono molti modelli per strutturare un curriculum vitae: il più richiesto è il modello cartaceo, ma ultimamente i recruiter chiedono, spesso e volentieri, anche video presentazioni. Non esiste una modalità di presentazione che, a livello assoluto, sia migliore di un’altra, in termini di resa. Sarebbe corretto impostare lo schema del curriculum sulla base di quanto richiesto dalla società che gestisce la selezione del personale per la posizione scelta.

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Un curriculum completo contiene, sostanzialmente, i dati anagrafici del candidato, le esperienze lavorative e i titoli di studio. Alcuni modelli cartacei contengono anche una sezione dedicata agli hobby nel curriculum e a eventuali pubblicazioni del candidato. La struttura che, otticamente, consente al selezionatore di leggere con più facilità le caratteristiche del candidato è il modello a F. I dettagli più importanti devono occupare il lato sinistro del foglio.

È certo che una buona presentazione non possa prescindere da esperienze professionali e di studio, ma quanto conta includere i propri passatempi nel curriculum?

Quando non ha senso inserire gli hobby nel curriculum?

La sezione hobby, nel layout di un curriculum, inviterebbe a dilungarsi sulle proprie passioni. Per un recruiter, che deve valutare in poche righe la storia della persona che ha di fronte, potrebbe essere interessante conoscere alcuni dettagli. Tuttavia, non sempre fare un elenco delle proprie occupazioni da tempo libero nel curriculum si rivela vincente. Alcuni dettagli sui propri hobby potrebbero addirittura rilevarsi controproducenti, dal punto di vista della selezione.

Ad esempio, se ci si candida per un ruolo di gestore pubbliche relazioni per una ONLUS sulla salvaguardia degli animali, dichiarare di essere un cacciatore non agevola la scelta nei propri confronti. Inoltre, passioni ritenute abituali al giorno d’oggi, perché alla portata di troppi, come lettura, scrittura o ascolto della musica, non avrebbero ragione di essere inseriti in un curriculum. Per risaltare, il nostro curriculum dovrebbe presentare qualcosa di non troppo comune, né troppo discordante rispetto alla posizione ricercata.

Quando ha senso inserire nel curriculum una sezione dedicata ai propri hobby?

Gli hobby nel curriculum meritano di essere menzionati, innanzitutto, nel caso in cui ve ne sia specifica richiesta da parte del selezionatore. Inoltre, secondo la consulente di carriera Silvia Galasso, sarebbe opportuno riportare doviziosamente i propri svaghi nel curriculum nel caso in cui le esperienze lavorative non fossero in numero sufficiente da consentire un’adeguata valutazione. L’aspetto importante di un hobby è che aiuta il recruiter a evidenziare le competenze trasversali del candidato, il cui sviluppo non è direttamente collegato all’esperienza lavorativa.

Quanto più è insolito, cioè meno ordinario, il tipo di hobby inserito nel curriculum, tanto maggiore è la probabilità che il candidato che lo pratica non passi inosservato. Occupazioni come il teatro o il volontariato, ad esempio, mettono in luce la capacità di interagire con gli altri e di saper rapportarsi a situazioni, anche non sempre lineari. Un hobby ben contestualizzato nel curriculum può aiutare a far emergere, inoltre, anzianità di esperienza acquisita in un relativo campo.

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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