Addio pensione “d’oro” in Portogallo. La misura varata dal governo di Lisbona che prometteva allettanti agevolazioni fiscali per chi trasferiva la residenza nel Paese iberico, termina nel 2024, dopo 12 anni. Ad annunciarlo è stato il primo ministro, Antonio Costa, durante un’intervista a Cnn Portugal alla fine del 2023. Quasi a colmare questo vuoto, arriva una proposta dal nostro governo rivolta agli italiani all’estero e non solo.
A fine luglio il Commissario straordinario al sisma del 2016, Guido Castelli, intervistato dal New York Times sui buoni progressi fatti nella riqualificazione dell’area del Centro Italia colpita dal terremoto, annuncia una proposta analoga e altrettanto allettante: un’aliquota fissa al 7% per 10 anni per chi vuole trasferire dall’estero residenza e redditi nell’area dell’Appennino centrale. Oltre a ciò, agevolazioni per chiunque voglia intraprendere un’attività in quel territorio.
L’obiettivo è portare “nuova linfa all’economia locale e contrastare lo spopolamento a cui sono soggette queste aree”, secondo quanto dichiarato dal sito istituzionale del Commissario. In che modo? Andiamo con ordine.
Oltre il modello portoghese
Investire sulla Silver economy, ovvero sulla fascia più anziana della popolazione, capace di generare nel mondo un indotto di oltre 15mila miliardi, secondo Confindustria, è sempre una buona idea per un Paese. In base alle stesse stime, se una Nazione possedesse tutti i pensionati del pianeta sarebbe la seconda economia globale.
Deve averlo pensato il governo di Lisbona quando nel 2012 ha varato la famosa misura che prevedeva una tassazione nulla (poi salita al 10%) per invogliare quante più persone possibili a “trascorrere la pensione” in Portogallo. Un’operazione che aveva il difetto di essere rivolta ai ceti più abbienti e non aver migliorato la qualità della vita investendo nel territorio e, quindi, invisa alla popolazione locale.
Il progetto italiano si presenta in modo diverso dal modello portoghese. La proposta si concentra su un territorio e un obiettivo specifici: investire risorse nell’Appennino centrale per dare impulso alla sua economia. Non altrettanto specifica è la platea di beneficiari che il governo intende accogliere: i quasi 6 milioni di italiani all’estero, pensionati e non, ma anche stranieri che vogliono investire nel territorio a regime agevolato.
La natura del provvedimento e il buon risultato del Meridione
L’opportunità per gli italiani all’estero si basa su una misura del 2018 che propone l’applicazione dell’IRPEF, l’imposta sulle persone fisiche, al 7% per chi possiede una pensione estera e si trasferisce in un Comune con meno di 20mila abitanti di una qualsiasi regione del Sud. Nel 2022, con il decreto Sostegni Ter, questo regime fiscale di favore si è esteso ai Comuni colpiti dai terremoti del 2016 e del 2009.
E il Mezzogiorno cresce, più del Nord. Lo afferma il rapporto Svimez, principale documento di analisi sullo sviluppo del Meridione: nel 2023 il suo Pil è cresciuto dell’1,3% contro lo 0,9% del Nord e della media nazionale rispetto al 2022; Analizzando la crescita tra il 2019 e il 2023 risulta un +3,7% contro il +3,4% del Nord rispetto al quadriennio precedente. Con una pandemia e varie crisi energetiche nel mezzo.
Gli investimenti nell’Appennino Centrale
Un dato positivo, frutto non certo di un singolo provvedimento, ma di una serie di politiche attive. Di investimenti nel territorio del cosiddetto “Cratere”, se ne stanno facendo tanti. A partire da quelli della popolazione che ogni giorno sostiene con orgoglio e caparbietà la propria terra facendone un grande esempio di resilienza.
Altrettanti sforzi vengono dalle istituzioni. Il 7 agosto scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato lo stanziamento di 13 milioni per sostenere e incentivare lo sviluppo del turismo montano. Altri fondi provengono dall’Europa grazie al PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Insomma, oggi l’Appennino è un contenitore di opportunità che vale 1 miliardo e 780 milioni di euro, di cui una buona parte, circa 700 milioni, destinati alle imprese. Basta fare un giro sul sito di Nextappennino, una mappa sui programmi di sviluppo pensati per il territorio.
Molto altro si deve fare e l’iniziativa privata può fare la differenza. Qualcosa di più che una pensione in Portogallo.

