Il 19 marzo 2024, si è svolto a Roma un flash mob, promosso da UIL, una delle maggiori sigle sindacali del nostro Paese, che, per sensibilizzare sul tema dei morti sul lavoro, ha “coperto” la storica Piazza del Popolo con mille e quarantuno bare. Tanti sono i decessi attestati nell’anno appena trascorso. Un’immagine certamente forte, che ben rispecchia la serietà della situazione.

Lo stesso giorno, all’Interporto di Bologna ha avuto luce la prima scuola in Italia rivolta alla sicurezza sul posto di lavoro. Intitolata a Yaya Yafa, un lavoratore 22enne morto lì al suo terzo turno di lavoro nel maggio 2023 senza un giorno di formazione, la struttura vuole essere pioniera nel campo della logistica, polo in cui è nata, ma anche in tutto il variegato mondo del lavoro.

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Queste due immagini, benché crude nelle loro premesse, marcano un’impronta decisa nel cammino da intraprendere, fatto di consapevolezza e futura risoluzione.

Una legge sulla sicurezza sul lavoro

Recentemente, il 2 marzo scorso, viene approvata in Parlamento, all’interno del decreto PNRR quater, la misura che regola l’attuazione del Piano di ripresa e resilienza, un legge che segna un passo in avanti nella sicurezza sul lavoro, nella fattispecie, nei cantieri temporanei o mobili [1]. Servirà una “patente”, come quella di guida, che certificherà l’adempimento degli obblighi per poter operare in sicurezza.

Una misura circostanziata ma allo stesso tempo molto importante -se si considera che i cantieri sono tra i luoghi a più alto rischio di incidente- e che mira soprattutto a creare la cultura della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro con lo scopo di arginare il numero dei decessi che, nonostante sia in costante calo, resta comunque troppo alto.

Legge sicurezza sul lavoro, il flsh mob di UIL

Piazza del Popolo durante il flash mob di Uil

Un trend positivo ma ancora lento

Gli attuali dati dell’INAIL, l’ente che gestisce le assicurazioni obbligatorie dei lavoratori per malattie o infortuni sul lavoro, registrano nel 2023 un, seppur lieve, calo dei decessi: 1.041 (il 4,5% in meno), contro i 1.091 del 2022 e i 1.156 del 2019, considerando che i report 2020-21 risultano quasi azzerati e invalidati per via della pandemia da Covid-19. Una diminuzione continua che raffigura, in termini di numeri, una maggiore attenzione da parte delle aziende rispetto al passato.

Si nota tuttavia, guardando la percentuale della decrescita, che nel 2019 era l’8,5% in meno rispetto al 2018, mentre oggi ci si attesta al -4,5% rispetto al 2022. Sembra infatti che dopo gli anni della pandemia, la curva sia in costante, ma più lento calo. Quali sono le cause?

La prima fra tutte è l’incidenza del costo della messa a norma in sicurezza. Molte piccole aziende oggi in ripresa sono spaventate dai costi, tra protocolli burocratici, attrezzature, formazione per ogni dipendente, e non si adeguano, complici i pochi controlli. Vale a dire che in una situazione di difficoltà, la voce in bilancio “sicurezza” è una di quelle che più risente dei tagli. Eppure la sopracitata legge è l’ultima di un grande ventaglio di norme che tutelano la sicurezza sul lavoro. E tutte, come quest’ultima, sono obbligatorie. Cosa manca?

Costi e cultura della prevenzione

Risponde una voce autorevole, quella del presidente Sergio Mattarella in occasione della 73esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro: “La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona”.

La legge per la sicurezza sul lavoro è un altro passo avanti sebbene non basti. Cultura, piuttosto che obblighi, diritti, invece che oneri. Ma soprattutto coscienza. È questione etica. E c’è da dire che le più importanti associazioni, in cooperazione con parti sociali e sindacati si stanno muovendo per “fare di più”. Con progetti, promozione della cultura della formazione, investendo su di essa, affinché la sicurezza non sia più un problema da risolvere, ma la normalità.

Fonti: 

[1] Decreto legge PNRR: le misure in materia di lavoro

 

 

 

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Andrea Pezzullo

Andrea Pezzullo

Redattore, autore e conduttore radiofonico. Lo sguardo ben puntato su ciò che succede oggi intorno a noi. Mi occupo di attualità, economia e lavoro. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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