Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, i rifugiati palestinesi sono “le persone il cui luogo di residenza era la Palestina tra il 1 giugno 1946 e il 15 maggio 1948, e che hanno perso sia la casa che i mezzi di sostentamento a seguito del conflitto del 1948”.

Nel 1948, dopo il primo conflitto arabo-israeliano, l’ONU istituisce l’UNRWA, la prima ed unica organizzazione delle Nazioni Unite a supporto esclusivo dei rifugiati palestinesi.

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Supporto ai rifugiati palestinesi: il mandato dell’UNRWA

Hanin Abou Salem, analista politica e ricercatrice all’Università di Cardiff, in un articolo per Al Jazeera spiega che se l’UNRWA si fondesse con l’UNHCR (Agenzia Onu per i rifugiati), i rifugiati palestinesi e i loro discendenti verrebbero integrati o reinsediati, non sarebbero più riconosciuti come rifugiati e perderebbero ogni speranza di rimpatrio.

Il mandato dell’UNRWA si estende alla fornitura di servizi ai rifugiati palestinesi nei suoi cinque campi operativi: Cisgiordania (compresa Gerusalemme Est), Striscia di Gaza, Siria, Libano e Giordania. Pertanto, i rifugiati palestinesi che si trovano in questi ambiti non rientrano nel mandato dell’UNHCR. Tuttavia, l’UNHCR ha un mandato nei confronti dei rifugiati palestinesi quando si trovano al di fuori delle aree operative dell’UNRWA in determinate circostanze.

Folke Bernadotte, il Mediatore del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite assassinato da un gruppo sionista nel 1948, osservò che “Nessun accordo potrà mai essere giusto e completo… finché a queste vittime innocenti del conflitto sarà negato il diritto di tornare alle loro case”. L’UNRWA dovrebbe continuare a esistere finché non si materializzerà una soluzione giusta ed equa per il problema dei rifugiati palestinesi.

Il ruolo dell’UNRWA oggi

“I civili e le infrastrutture civili, comprese le strutture delle Nazioni Unite che ospitano gli sfollati, devono essere protette e accessibili all’assistenza umanitaria ovunque a Gaza, e in ogni momento”. Queste le parole del Commissario Generale dell’UNRWA Philippe Lazzerini alla Conferenza Internazionale su Gaza tenutasi il 7 novembre a Parigi, alla presenza di Emmanuel Macron.

Quando l’Agenzia per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel vicino Oriente (UNRWA, United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) inizia ad operare, rispondeva ai bisogni di circa 750mila rifugiati palestinesi.

Oggi il numero è salito a circa 5.9 milioni e, a causa della recente escalation del conflitto, è destinato ad aumentare in tempi rapidi. Si stima che dal 7 ottobre 2023 ci siano già 1.5 milioni di nuovi rifugiati nelle strutture e oltre 28mila persone hanno richiesto supporto psicologico nell’ultimo mese. L’UNRWA continua a fornire ogni giorno beni di prima necessità agli sfollati, come acqua potabile, farina e farmaci salvavita.

Chi finanzia l’UNRWA e come gestisce i fondi

L’UNRWA fornisce assistenza umanitaria e contribuisce alla protezione dei rifugiati attraverso la fornitura di servizi essenziali nei settori dell’istruzione di base, dell’assistenza sanitaria primaria e mentale, dei servizi sociali e di soccorso, del miglioramento delle infrastrutture e dei campi, del microcredito e dell’assistenza di emergenza, anche in situazioni di conflitto armato.

Sono gli USA il principale finanziatore dell’UNRWA, seguito da Germania, Unione Europea, Svezia, Norvegia, Giappone, Francia, Arabia Saudita, Svizzera e Turchia. Nel 2022, l’Italia era al 14°posto, grazie all’invio di un contributo totale pari a 18 milioni di dollari.

Il 58% dei contributi ricevuti nel 2020 dall’UNRWA è stato speso per l’Educazione, il 15% in Servizi Sanitari, il 13% in Servizi di Supporto, il 6% in Assistenza e Servizi Sociali, il 4% in infrastrutture e miglioramento dei campi profughi.

Dove vivono oggi i rifugiati palestinesi

Tra 2.1 e 3.25 milioni di persone della diaspora (Nakba) vivono come rifugiati nella vicina Giordania, più di 1 milione vive tra Siria e Libano, e circa 750mila vivono in Arabia Saudita. Il Cile detiene la più grande concentrazione di palestinesi (circa mezzo milione) al di fuori del mondo arabo.

In Europa, i rifugiati palestinesi in totale sono poco meno di 200mila. Il Paese che ne ospita di più è la Germania (circa 80mila), a seguire i Paesi Scandinavi (50mila), il Regno Unito (20mila), la Spagna (12mila), la Francia (5mila), la Grecia (4mila) e altri Paesi (20mila).

Con l’inasprimento del conflitto arabo-israeliano, il numero di rifugiati è destinato a crescere ancora. Al momento l’unico valico nel territorio palestinese della Striscia di Gaza è quello di Rafah a confine con l’Egitto, che sta aprendo i cancelli solo per minori gravemente feriti e cittadini gazawi con passaporto straniero.

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Mariarita Persichetti

Mariarita Persichetti

Laureata in Management con una tesi in marketing territoriale. Viaggio, scrivo, fotografo e degusto formaggi. Su Buonenotizie.it parlo di progetti sostenibili e innovativi nel turismo, cultura gastronomica e mondo. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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