Innovazione

Cd addio. La musica diventa liquida

di 17 Gennaio 2008Gennaio 5th, 2021No Comments

La vendita dei dischi è in costante calo, il cd tradizionale è al tramonto e aumenta il consumo di musica liquida, ossia digitale. In crescita anche il download legale di file musicali e l’utilizzo di musica online, soprattutto sul fronte del social networking, da MySpace a YouTube (che per alcune case discografiche è il secondo cliente in Europa dopo iTunes). La rete è ormai diventata una grande universale tv musicale, nei negozi digitali si trova veramente di tutto, e lo si può scaricare in una frazione di secondo.

«Purtroppo tutto questo è ancora lontano dal compensare il calo del mercato tradizionale – osserva Enzo Mazza, presidente della Fimi, la federazione dell’industria musicale italiana – Ma sicuramente si sta ampliando anche l’offerta. Ormai solo in Italia le piattaforme digitali offrono più di cinque milioni di titoli. Continua a crescere – aggiunge – il download di file, e cresce anche il download non solo di singoli ma anche di album, segno che quel canale si sta consolidando».

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Intanto, Internet ha ampiamente sorpassato l’offerta tv e dei canali televisivi musicali per numero di videoclip accessibili al pubblico, gratis, legali e disponibili sulle maggiori piattaforme, da Google video a YouTube, a Yahoo Launch!, Alice e molti altri.

«È un mercato gratuito – spiega Mazza – Le etichette discografiche mettono a disposizione i video su svariate decine di siti internazionali o italiani. Il consumatore accede tramite il pc a contenuti on-demand, non solo nuovi video ma anche videoclip d’archivio e streaming di concerti da tutto il mondo». «Ma per far crescere il mercato – continua Mazza – sul piano politico serve un’azione molto forte perché l’offerta italiana possa competere con quella internazionale. Abbiamo chiesto incentivi per detassare gli investimenti delle case discografiche nella conversione verso il digitale. La pirateria è ancora forte. Ma c’è anche il problema della penetrazione dei computer tra le famiglie e quello della bassa penetrazione della banda larga. Un freno su cui stiamo sensibilizzando molto le istituzioni».

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Fabio Greco

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