La siccità in Italia ha fatto registrare dati record ancora una volta. L’estate 2023 è stata la più movimentata di sempre con l’alternarsi di siccità ed eventi climatici severi, caldo torrido e alluvioni: il processo di tropicalizzazione è iniziato. A fare da cornice in questi mesi di caos è stata l’inefficienza delle risorse idriche e di raccolta di acqua. Il settore agricolo non ha retto il colpo e ha subito danni ingenti. Si valutano soluzioni innovative per intervenire nella gestione idrica del paese, una di queste è il modello Sardegna.

La crisi idrica in Italia

Il 2022 è stato il più secco di sempre e nonostante questo l’estate 2023 è riuscita a superare i danni da 6 miliardi di euro dell’anno precedente. Nulla hanno potuto le violente bombe d’acqua senza una corretta raccolta e gestione idrica. La siccità persiste in cima alla lista delle questioni più importanti da risolvere. Con il Decreto del luglio scorso si sono destinati fondi alla ripresa idrica del paese. Il Governo ha istituito un Commissario straordinario che si occuperà del lavoro sino ad ora delegato ad un migliaio di enti circa. Verranno gestiti dati sulla disponibilità idrica dei 7 Distretti idrografici italiani riuscendo a gestire un quadro complessivo molto più complesso e meno frammentato.

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Siccità in Italia, il modello Sardegna contro la siccità dal 2003

Nel 2003 la Sardegna, dopo un’ondata di caldo anomalo, finì nella morsa della siccità. Da allora la Regione decise di rivoluzionare la gestione delle acque dandone la responsabilità all’Autorità di Bacino che si occupa di quantificare e distribuire le risorse idriche. Negli anni di caldo record come il 2022 la Sardegna è riuscita a garantire ad agricoltori, cittadini e turisti un fabbisogno idrico di tutto rispetto nonostante la scarsità di piogge. Quello che il Decreto Siccità vuole garantire è proprio l’unificazione dei servizi sotto un’unica amministrazione per iniziare a pianificare nel dettaglio la ripresa. Un modello simile su larga scala è certamente più complesso.

Il 78% dell’acqua utilizzata sull’isola proviene da bacini idrici artificiali che raccolgono 1,6 miliardi di metri cubi d’acqua. La regione più sofferente, la Sicilia, pur avendo più invasi ne raccoglie meno di 500 milioni. L’indigenza ha portato alla proliferazione di bacini abusivi di raccolta che portano danni alla collettività. Oltre che inasprire le sanzioni rivolte alle illegalità, il decreto propone la costruzione in tutta Italia di oltre 10mila nuovi invasi. Questi sono progettati in materiali naturali e avranno la possibilità di installare pannelli fotovoltaici galleggianti. In alcuni casi si prevede di utilizzare gli stessi impianti come centrali idroelettriche.

Le alternative più economiche contro la siccità in Italia

Ai progetti si aggiungono diverse altre proposte per prevenire lo spreco idrico e la disponibilità di risorse durante i periodi di siccità. I fiumi sono la grande incognita della rete idrica italiana, vanno ripristinate le connessioni e le pianure inondabili; solo così si potranno prevenire le inondazioni e il ristagno dell’acqua nei bacini. Le falde, serbatoi naturali nei quali raccogliere i liquidi consentono di mantenere più acqua e a costi più bassi; garantiscono inoltre un collegamento sostenibile tra fiumi e terreni di coltura.

Anche le acque reflue sono importanti contro la siccità. Ne viene usato in Italia solo il 4% a fronte di un potenziale del 23%. Il problema è sempre la vastità del territorio da adattare. Ma con le giuste infrastrutture si potrebbe prendere in considerazione la fitodepurazione per evitare di ritrovarsi volumi d’acqua da purificare senza il modo per farlo. Questa consiste nel “creare canali di drenaggio delle acque che scorrono sui campi. Sul fondo dei canali verranno fatte crescere piante fitodepuratrici capaci di, come avviene in natura, ridurre la presenza di batteri e agenti inquinanti nelle acque attraverso l’ossigenazione e il contatto diretto con la luce” spiegano i ricercatori del CER. Queste vasche sono anche più adatte a trattenere e drenare le forti piogge alluvionali.

L’Intelligenza Artificiale combatte la siccità in Italia

Oltre alla creazione del modello digitale della rete, delle infrastrutture e degli impianti; l’innovazione hi-tech prevede l’uso dell’Intelligenza Artificiale per aiutare i cittadini ad efficientare la gestione idrica. Irriframe è il portale web che stima il bisogno idrico del terreno grazie alla mappatura satellitare e alle previsioni meteorologiche integrate dalla piattaforma. Il servizio è pubblico e si avvale proprio dell’apprendimento automatico per avere una chiara visione d’insieme sulle necessità e sulla prevenzione allo spreco. Irriframe è un algoritmo nato dalla collaborazione di ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni) e consorzio CER.

Il modello matematico e basato sull’AI può dare indicazioni personalizzate su come impiegare le risorse idriche in funzione del terreno d’interesse. L’obiettivo è risparmiare acqua mantenendo elevata la produzione di colture. Gli utenti non faranno altro che inserire le coordinate dei campi e le informazioni utili a redigere un piano d’intervento. Sono già 9mila le aziende agricole che utilizzano Irriframe con una resa che consente di ridurre i consumi e gli sprechi d’acqua dal 20 al 30%.

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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