L’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna ha evidenziato l’inadeguatezza delle città italiane nel fronteggiare i rischi idrogeologici indotti dal cambiamento climatico. La lunga siccità che il Paese ha affrontato negli ultimi due anni ha comportato un inaridimento del terreno, che alle prime piogge non è stato in grado di assorbire la mole di acqua caduta in breve tempo.

Come si stanno adattando Unione europea, Cina e USA di fronte alla crisi climatica e ai suoi effetti? È possibile prevenire e adattarsi investendo sull’innovazione digitale, ma esistono anche progetti che prevedono lo stoccaggio di acqua in eccesso, per poterla poi utilizzare in periodi di siccità, sia a scopi agricoli che domestici.

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City Water Circles: il progetto europeo di gestione circolare dell’acqua

Nel 2019 l’Unione europea ha finanziato il progetto City Water Circles (CWC), nell’ambito del programma Intterg Central Europe. L’obiettivo è quello di facilitare l’adozione di un approccio circolare alle risorse idriche nelle città. In tal senso, il progetto mira a diffondere una cultura del risparmio e del recupero dell’acqua delle piogge, in vista di periodi di siccità.

Il progetto pilota si è concluso a marzo 2022 e ha coinvolto comuni e operatori del servizio idrico di cinque città europee: Budapest, Torino, Maribor, Bygdoszcz e Spalato. Inoltre, nel contesto del CWC hanno collaborato anche organizzazioni di esperti, tra cui Poliedra-Politecnico di Milano. Il consorzio opera sui temi della sostenibilità ambientale, del territorio, della mobilità, della partecipazione, dei sistemi di aiuto alla decisione, delle smart cities and communities.

I progetti realizzati nel contesto del CWC sono incentrati sulla raccolta e valorizzazione delle piovana, con l’obiettivo principale di risparmiare acqua potabile. Tuttavia, queste potrebbero garantire anche la possibilità di raccogliere l’acqua in eccesso in caso di forti piogge, per utilizzarla poi nei periodi di siccità.

A Torino il progetto è stato realizzato presso “Open 011”, un ostello della gioventù realizzato in occasione delle Olimpiadi Invernali 2006 in un ex stabilimento degli anni ’40. Per gestire in modo circolare l’acqua piovana sono stati realizzati dei giardini pensili sulla terrazza. In tal modo, l’acqua in eccesso delle piogge defluisce in una cisterna, utilizzata poi per irrigare il giardino e la serra idroponica dell’ostello.

Progettare sistemi di stoccaggio efficienti non è semplice, perché il calcolo deve tenere in considerazioni molte variabili, tra cui la stima delle quantità di acqua ottenibile. Inoltre, è possibile stoccare e riutilizzare soltanto acque che non si siano contaminate sulle superfici su cui sono scivolate, come tetti e balconi.

Piogge e siccità la crisi idrica si contrasta reimmaginando le città

Foto di CHUTTERSNAP su Unsplash

Cina e USA hanno ripensato le città per gestire le piogge e contrastare la siccità

Uno dei modelli più innovativi e specifici per combattere le alluvioni e la siccità è la sponge city, ovvero la “città spugna”. A fare strada in tal senso è stato il progetto cinese promosso dal presidente XI Jinping. Il modello prevede un’infrastruttura di drenaggio progettata come una spugna, così da poter assorbire l’acqua in eccesso durante i periodi di forti piogge e contrastare poi la siccità nei periodi di penuria idrica. Il sistema prevede sia l’assorbimento nei suoli naturali che nelle aree di stoccaggio appositamente costruite.

Sulla scia del progetto cinese, New York sta provando ad attrezzarsi per contrastare gli effetti disastrosi delle alluvioni. Attraverso il programma Cloudburst l’obiettivo è quello di creare delle infrastrutture che trasformerebbero alcune zone del territorio in spugne. Infatti, secondo il dipartimento di protezione ambientale dello Stato di New York oltre il 70% del suolo della metropoli americana è impermeabile a causa del cemento che la riveste.

Il piano di gestione prevede quindi di trasformare le superfici pubbliche esterne in un insieme di strati permeabili, in grado di assorbire e convogliare l’acqua. In particolare, la pavimentazione delle strutture ricreative come parchi giochi e campi sportivi sarà porosa e al di sotto si troveranno dei bacini di raccolta. In tal modo è possibile stoccare l’acqua delle piogge in eccesso, in modo da poterla utilizzare in periodi di siccità.

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Giovanni Beber

Giovanni Beber

Giovanni Beber. Studio Filosofia e Linguaggi della Modernità presso l'Università di Trento e sono il responsabile della comunicazione di un centro giovanile a Rovereto. Collaboro con alcuni blog e riviste. Mi occupo di sostenibilità, ambientale e sociale e di economia e sviluppo.

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