Daniele è stato un bambino molto, molto speciale. Un angelo passato per insegnare qualcosa al mondo: aiutare gli altri. La malattia, l’Hiv, l’ha portato via, ma solo fisicamente, nel 1999. Ma tutto ciò che Daniele ha vissuto è stato straordinario: dall’incontro con Madre Teresa di Calcutta, suo idolo ed esempio da seguire, alla vicinanza di Renato Zero. Voleva diventare famoso, Daniele, per poter essere utile agli altri. E il suo sogno si è avverato.

Da quando la sua mamma adottiva, Antonietta Parisi, ha avuto la forza di riprendersi, è iniziata  la resurrezione che lo ha strappato alla morte.

Negli anni ’80, di Aids si parlava pochissimo. Quando la malattia ha preso il sopravvento, Daniele frequentava la terza elementare. Sono stati anni difficilissimi in cui Antonietta e Daniele hanno dovuto combattere sia l’Aids (non c’erano formulati pediatrici, quindi, Antonietta e Daniele decidono – con il prof. Fernando Aiuti – di sperimentare medicinali per adulti) sia i pregiudizi.

L’amore ha vinto e Antonietta, già attivista di Anlaids, ha trovato la ragione di vita che l’ha portata a dedicarsi, ogni giorno, al prossimo. Con una raccolta fondi continua, Antonietta ha finanziato l’acquisto di macchinari ospedalieri fondamentali per i malati, non solo di Hiv (tra cui – ad esempio – un dissociatore, un videoduodenoscopio, un sollevatore),  borse di studio per ragazzi e per ricercatori, adozioni di bambini.

La recente pubblicazione di Cerasella Da Ros dal titolo “La forza dell’amore. In ricordo di Daniele” (2012, Edizioni c’era una volta) consente, con i proventi tutti devoluti alla causa, di acquistare un apparecchio di ipertermia (che serve a bloccare le metastasi tumorali). Daniele, piccolo grande saggio quale era, direbbe che questo è il senso della vita e la sconfitta del dolore.

Scrive il prof. Fernando Aiuti nella prefazione del libro di Cerasella Da Ros: “Chi riesce a trasformare ciò di cui è stato privato in un’opportunità per sé e per il prossimo, compie un atto di grande civiltà, di amore, di coraggio, e di speranza.”

 

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