Nato a Como, emigrato negli Stati Uniti: Lorenzo Thione ha la faccia pulita e la  freschezza colloquiale di chi, i suoi 35 anni, li dimostra a stento. Sentendogli raccontare la sua storia, si fatica a credere che sia già riuscito a mettere in fila così tante esperienze di vita e di successo. Dalla creazione di Bing (motore di ricerca concorrente di Google) all’ideazione di un musical pronto a sbarcare nientepopodimeno che a Broadway, quella di Lorenzo Thione è una storia densa di colpi di scena, ma che appare percorsa da un sottile filo rosso. L’ha recentemente raccontata lo stesso startupper in una serie di incontri organizzati da “Italiani di Frontiera”.

powerset.533Lorenzo Thione sembra aver preso straordinariamente alla lettera le parole di Renzo Piano, che esortava i giovani a lasciare l’Italia ma a farlo per curiosità: per ampliare i propri orizzonti, non per “andare via”. È proprio in questi termini che il giovanissimo padre di Bing racconta la sua esperienza di comasco trapiantato in California: “Ho lasciato questa città quattordici anni fa e non per disperazione o disincanto, ma per pura curiosità. Volevo vedere come erano le cose dall’altra parte del mondo, ero molto giovane, non ancora laureato e con una gran voglia di esplorare, di conoscere.” E di cogliere l’attimo, verrebbe da aggiungere: la storia di Lorenzo Thione sembra infatti costruita sfruttando l’impulso a cavalcare l’onda, trasformando con creatività e capacità di analisi le suggestioni incontrate strada facendo. È così che nel 2006, Lorenzo Thione lancia Powerset, la startup che crea l’alternativa a Google, il motore di ricerca Bing e che due anni dopo viene comprata da Microsoft per la non modica cifra di 100 milioni di dollari. Ad avventura conclusa, Thione lascia San Francisco e si trasferisce a New York, dove dà vita ad Artify (un canale che offre un servizio di autenticazione delle opere d’arte digitali) e fonda il social media The Social Edge, dedicato alla cultura e all’intrattenimento.

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314870_10150931877680443_1367465847_n1Non è tutto, però. Una sera – a teatro – Thione incontra George Takei, attore protagonista della serie “Start Trek”. Qualche giorno dopo, per pura casualità, l’incontro si ripete, sempre a teatro: davanti a una scena, George Takei si commuove visibilmente e racconta a Thione il ricordo della terribile notte in cui, subito dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor, era stato internato in un campo di prigionia insieme ad altri 120 mila cittadini giapponesi. L’episodio fa da miccia: nasce un musical  e nel 2011 – a dieci anni dall’attacco alle Torri Gemelle – Lorenzo Thione produce “Allegiance”, uno spettacolo che, sfogliando una pagina oscura e ingloriosa della storia americana, narra le reazioni immediatamente successive a Pearl Harbor. Con una produzione di più di 10 milioni di dollari, “Allegiance” è sbarcato all’Old Globe Theatre di San Diego attestandosi come lo spettacolo di maggior successo negli ultimi 90 anni. Il debutto a Broadway è previsto entro settembre.

Certo sembra difficile rintracciare un filo rosso in esperienze così diverse e in un’avventurosa vita lavorativa costruita sul filo di apparentemente casuali coincidenze. Eppure il filo rosso c’è ed è proprio ciò che dà senso alle coincidenze. Lorenzo Thione lo spiega regalandoci un breve scorcio sulla mentalità “tipo” dello startupper. A tessere le fila di avventure lavorative che di primo acchito sembrano così lontane, non è il caso – infatti – ma la “serendipità”: versione italiana di serendipity, un termine coniato tre secoli fa da Horace Walpole  e malamente traslitterato in italiano. Il nome suona oscuro, ma il concetto è chiaro e vecchio come il cucco: lo conosce ogni scienziato che si imbatte casualmente in un risultato inatteso, lo conosceva (molto prima che venisse coniato) Cristoforo Colombo, quando partì per raggiungere le Indie e – strada facendo – trovò l’America. La serendipità, come spiega Lorenzo Thione, è “ciò che capita inaspettatamente a chi si pone nella condizione di cercare qualcosa.” Un concetto che informa la ricerca scientifica e che già molti anni fa era noto – e vissuto in modo operativo – dai manager giapponesi. La serendipità è ciò che dà senso alle coincidenze e spinge ad andare oltre. Entusiasmo della metà? Non esattamente.La chiave – spiega Lorenzo Thione – è non essere spinti a fare qualcosa dall’idea del risultato, ma dal puro entusiasmo del fare.

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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