Ozempic è il farmaco più famoso tra quelli “dimagranti” di natura antidiabetica. Questi farmaci sono ancora tra noi e sembrano destinati a restare nella loro funzione accessoria di lotta al sovrappeso. A quasi un anno dalla nota dell’AIFA, le statistiche di mercato non mentono: Ozempic e gli altri hanno impattato e stanno impattando sui consumi. Come sono cambiati i comportamenti dei consumatori e quali settori hanno subito maggiormente l’effetto Ozempic?

Le perdite dei grandi supermercati

Secondo un sondaggio indipendente del gruppo KFF, oltre il 50% del pubblico femminile risulta interessato a provare una qualche forma di farmaco antidiabetico per dimagrire, con un picco registrato nella fascia d’età tra i 30 e i 64 anni. La controparte maschile si attesta invece su un interesse percepito del 38%. Le testimonianze spontanee reperibili, per esempio, su social media come Tik Tok (con l’ hashtag #ozempicjourney), sembrano andare a confermare una forte presenza di consumatori femminili.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Quando invece si parla di settori impattati dall’effetto Ozempic, in primis risulta tale il settore della GDO (grande distribuzione organizzata). È quest’ultimo che sta infatti risentendo maggiormente dell’uso del farmaco Ozempic da parte dei consumatori, registrando vere e proprie perdite. Ciò poiché il principio attivo del farmaco va specificatamente a ridurre l’appetito e quindi la spesa individuale. Le dimensioni del fenomeno sarebbero tali che il colosso dei supermercati americano Walmart avrebbe additato Ozempic come la causa dell’attuale perdita del fatturato.

Un altro effetto secondario va ancora più in verticale: nello specifico, infatti, l’effetto del semaglutide (il principio attivo) neutralizza in gran parte l’effetto stordente delle bevande alcoliche, quindi mediamente se ne consuma di meno perché vengono a mancare sia l’iniziale euforia che la parziale perdita dei freni inibitori. Il medicinale sembra diminuire la predisposizione alla dipendenza non solo da alcol, ma anche da tabacco.

Il farmaco colpisce anche il settore dell’abbigliamento

L’uso diffuso dei farmaci dimagranti come Ozempic, Wegovy o Mounjaro sta toccando fortemente anche l’industria dell’abbigliamento. Lo riporta un approfondimento curato dalla testata giornalistica online italiana NSS Magazine. Qui vengono riportati dati provenienti da uno studio dell’azienda di consulenza Impact Analytics, specializzata in ricerche di mercato nel settore della vendita al dettaglio coadiuvate dall’intelligenza artificiale. I negozi fisici in primo luogo – dichiara il report – devono prendere atto di questo cambiamento della domanda dei consumatori. Infatti tendenzialmente più si diffonde l’uso delle siringhe dimagranti fai-da-te, più persone perderanno peso, su una stima generica.

Questo deve essere evidenziato nelle previsioni d’inventario, dato che i negozianti acquistano lo stock fino a 6 mesi prima del vero e proprio lancio sul mercato di un prodotto o collezione. Fare affidamento sullo storico delle vendite non ha più senso: risulta inattendibile a questo punto, perché la diffusione globale di farmaci dimagranti è attestatile solo ai precedenti 12 mesi. Ancor meno, in realtà, se si fa riferimento al territorio italiano ed europeo – in leggero ritardo rispetto al trend americano perché in Europa la fruizione del farmaco in modalità “dimagrante” è iniziata successivamente.

È quindi un dato da tenere presente, sostengono gli analisti di Impact Analytics: pena un rischio per i rivenditori di veder eroso il margine di profitto, con oltre il 10% di invenduto a fine anno.

Chi ne sta beneficiando?

In positivo invece si notano soprattutto gli effetti sul compartimento sportswear dell’industria dell’abbigliamento, con dati in crescita, come riportano le analisi di Deutsche Bank AG. Secondo Bloomberg, ne starebbero beneficiando maggiormente i marchi di Adidas, Puma, gruppo Inditex e H&M. Non solo perché una perdita di peso comporta un “riassortimento” di taglie più piccole nell’armadio, ma spinge anche a praticare più attività fisica per non perdere e mantenere nel tempo la nuova forma acquisita. In relazione quindi si prospetta un impatto positivo anche su palestre e centri fitness. Previsione supportata da un sondaggio di Morgan Stanley, dal quale risulta che l’assunzione del farmaco faccia più che raddoppiare la quota di praticanti amatoriali di fitness settimanali (dal 35% del pre-medicazione a un 71% del post trattamento Ozempic).

Il dimagrimento coadiuvato dal farmaco antidiabetico potrebbe, forse, impattare positivamente anche sulla sanità pubblica. Andando a ridurre la domanda di servizi e pratiche relative a stati di sovrappeso e obesità, ne beneficerebbe in primo luogo il Sistema Sanitario Nazionale. Lo stesso settore del commercio alimentare che, vede sì da un lato la riduzione di domanda per cibi fast food e più ad alto contenuto di grassi, sta osservando in tandem una richiesta maggiore di cibi sani e a km zero.

In conclusione, in campo medico si stanno ancora osservando gli effetti a lungo termine di questo farmaco dalla doppia vita. In ambito economico invece si iniziano a vedere già conseguenze dirompenti e cambi nella domanda e nei comportamenti dei consumatori.

Condividi su:
Virginia Allegra Donnini

Virginia Allegra Donnini

Con un background di studi ed esperienze lavorative a cavallo tra economia, marketing e moda scrivo di tendenze, pop culture, lifestyle. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici