La fictional narrative, in italiano semplicemente fiction, rappresenta la narrativa letteraria, cinematografica o televisiva basata su eventi di fantasia, contrapposta a quella che tratta di eventi reali. Diversi studi hanno indagato la connessione fra la narrativa d’immaginazione e l’impatto sul comportamento sociale, sulla possibilità di avere intuizioni personali e di conoscere se stessi.

Tramite il testo narrativo, il lettore fa un passo fuori dalla propria vita per immergersi in quella dei suoi personaggi preferiti. In particolare, è stato suggerito che le persone che leggono narrativa diventano più empatiche, poiché la fiction è una simulazione di esperienze sociali, in cui si praticano e migliorano le proprie capacità interpersonali.

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Cosa abbiamo letto nel 2023 e cosa leggeremo nel 2024

Secondo il rapporto sullo stato dell’editoria in Italia a cura dell’Ufficio studi AIE (Associazione Italiana Editori) l’industria editoriale in Italia è in crescita rispetto alla pre-pandemia. Le copie vendute nei primi nove mesi del 2023 sono state 69,9 milioni, in crescita di quasi nove milioni rispetto al 2019, ultimo anno prima della pandemia. Secondo l’indagine condotta da Pepe Research per AIE, nel 2022 sono il 71% i cittadini tra i 15 e i 74 anni che dichiarano di aver letto almeno un libro, cartaceo o elettronico, oppure ascoltato un audiolibro negli ultimi 12 mesi, merito anche della rivoluzione degli acquisti digitali iniziata durante il lock-down.

Gli eterogenei gusti letterari del pubblico italiano trovano espressione nelle prime tre posizioni dei bestseller del 2023. Al primo posto troviamo “Spare – Il minore”, la biografia del principe Harry che ha destato clamore per i retroscena sulla famiglia reale, segue una storia d’amore per ragazzi dal titolo “Dammi mille baci” della britannica Tillie Cole, chiude il podio “La portalettere” dell’esordiente Francesca Giannone, un romanzo familiare che vuole abbattere i pregiudizi di genere.

Tra i libri protagonisti del 2024 vi è “Dare la vita”, opera postuma di Michela Murgia sul tema della famiglia al di fuori del vincolo di sangue, in uscita troviamo “Pesci piccoli” di Alessandro Robecchi, romanzo che descrive il nuovo caso del detective dilettante Carlo Monterossi, altrettanto atteso è anche “Gli aghi d’oro” di Michael McDowell, che narra della lotta per il potere fra due famiglie della New York di fine Ottocento.

Come un testo narrativo arricchisce la vita reale

Secondo gli esperti, la lettura ha diversi vantaggi: a livello cognitivo potenzia il tessuto celebrale, sul piano linguistico accresce il lessico, dal punto di vista emotivo favorisce la comprensione delle emozioni. In particolare, la fiction letteraria rappresenta un prezioso strumento di evasione dalla noia del quotidiano. Quando il lettore si immedesima nella narrazione, attraversa un ponte dai grigiori della realtà verso il luccichio dell’immaginazione. Capace di stimolare fantasia e creatività, la lettura della fictional narrative è particolarmente incoraggiata fra i giovani. Eppure fra i non lettori o i non affezionati al genere, viene a volte considerata un’attività culturalmente di secondo ordine.

A smentire i pregiudizi e rivalutare i benefici trasversali di un testo narrativo interviene la scienza. Un articolo su Journal of Experimental Psychology General avrebbe posto a confronto gli effetti relativi alle prestazioni socio-cognitive fra chi non legge o legge generi non fiction (saggistica prevalentemente) e chi legge narrativa, definendo risultati più incoraggianti a favore di quest’ultima categoria. Si decreta per i lettori della fiction letteraria una maggiore predisposizione a capire gli altri e a reagire in modo opportuno in determinati contesti sociali.

Ricerche pubblicate su Social Cognitive and Affective Neuroscience evidenzierebbero una connessione fra lettura e dinamiche sociali. In entrambi i contesti si attiverebbero le medesime regioni del cervello, attingendo da una rete nota per supportare la capacità di simulare scene, spazi e stati mentali ipotetici. Sembrerebbe, quindi, che proiettando le nostre energie mentali verso il mondo di un personaggio immaginario, siamo più propensi a vedere le cose sotto il punto di vista altrui anche nella vita reale.

Un testo narrativo per incrementare l’empatia

Alcuni studi scientifici hanno portato a concludere che leggere narrativa di fantasia renderebbe più empatici, a patto che venga rispettata una condizione: il coinvolgimento emotivo. Quando si legge il genere fiction, il requisito fondamentale per generare trasporto è puntare sulla credibilità dell’universo letterario creato. A differenza del saggio, si ha l’occasione di provare liberamente forti emozioni senza bisogno di auto-protezione e senza obblighi verso personaggi immaginari, poiché la finzione non segue il lettore nella vita reale.
Ma perché è così importante l’empatia? La capacità cognitiva di riconoscere le emozioni altrui ci rende più pro-sociali nella vita e, indirettamente, più produttivi nel mondo professionale. In un mondo frenetico, dove alla lettura si interpongono attività più dinamiche, un buon testo narrativo non è solo fonte di svago e distrazione, ma risulta ancora uno strumento fondamentale per superare limiti personali e offrire nuove prospettive sul mondo, poiché, per citare Proust:

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso.

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Giulia Polito

Giulia Polito

Mi piace considerarmi una persona multipotenziale: sto seguendo una carriera in ambito scientifico, ma ho anche una passione per la scrittura e credo fermamente nel potere della divulgazione. Scrivo di tutto ciò che mi incuriosisce e mi appassiona, soprattutto legato a società, cognitive skills e questioni di genere. Collaboro con BuoneNotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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