Al giorno d’oggi, nel mondo della finanza personale, non tutti i debiti sono uguali. Spesso sentiamo parlare genericamente di “debiti” come qualcosa di negativo, ma in realtà esistono debiti buoni e cattivi, concetti fondamentali per chiunque voglia acquisire una sana intelligenza finanziaria.

Esploriamo dunque le differenza tra queste due categorie per analizzarne i rischi, come quelli legati ai prestiti al consumo, sempre più diffusi, ma spesso sottovalutati nei loro effetti a lungo termine.​

Che cosa si intende per debiti buoni e cattivi? Facciamo chiarezza

I debiti buoni e cattivi non sono concetti assoluti, ma dipendono dal contesto e soprattutto dallo scopo per cui si contrae il debito. Un debito è “buono” quando ha il potenziale di generare valore futuro, come ad esempio un mutuo per l’acquisto della prima casa, un prestito per un percorso universitario o per avviare un’attività. Al contrario, un debito è “cattivo” quando serve solo a finanziare consumi immediati e non produce alcun ritorno economico, come nel caso di acquisti non indispensabili a rate.​

I prestiti al consumo, ad esempio, rappresentano una delle forme più comuni di debiti cattivi. Spinti dal desiderio di possedere subito ciò che vogliamo — un telefono, una vacanza, un’auto nuova — ci lasciamo attrarre da offerte apparentemente vantaggiose, senza considerare gli interessi, le rate cumulative e il reale impatto sul bilancio mensile. In molti casi, questi prestiti si trasformano in una trappola, che alimenta il senso di insicurezza finanziaria e rende difficile costruire una stabilità economica duratura.​

Le conseguenze psicologiche del debito cattivo

Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda la componente emotiva. I debiti buoni e cattivi influiscono diversamente sul nostro stato mentale. Un debito buono può dare un senso di investimento, motivazione e progettualità. Un debito cattivo, invece, spesso genera ansia, senso di colpa e perdita di controllo. Questa spirale può condurre a una gestione ancora più impulsiva del denaro, in un circolo vizioso difficile da spezzare.​

Capire la differenza tra debiti buoni e cattivi è il primo passo verso una gestione più consapevole delle proprie risorse. Imparare a distinguere ciò che rappresenta un investimento da ciò che è puro consumo è un esercizio di intelligenza finanziaria che, nel lungo termine, può fare davvero la differenza. I prestiti al consumo, in particolare, andrebbero valutati con attenzione, evitando di utilizzarli per bisogni momentanei o desideri impulsivi.

Educazione finanziaria e consapevolezza: il vero investimento

In Italia, il livello di alfabetizzazione finanziaria resta tra i più bassi d’Europa: solo il 37% degli adulti possiede competenze finanziarie sufficienti, contro una media OCSE del 52% (Banca d’Italia). Questo dato si riflette in comportamenti economici poco sostenibili, come il ricorso eccessivo al credito al consumo.

Nel 2024, i prestiti al consumo in Italia hanno superato i 170 miliardi di euro, con un aumento del 5,3% rispetto all’anno precedente. Questi numeri mostrano quanto sia urgente rafforzare le competenze finanziarie per prevenire situazioni di sovra-indebitamento.

Debiti buoni e cattivi: banner pubblicitario del corso di intelligenza finanziaria di Roberto Pesce

L’educazione finanziaria, infatti, non è solo utile a livello personale, ma ha ricadute macroeconomiche: una popolazione più consapevole riduce il rischio di instabilità finanziarie e stimola investimenti più responsabili. Promuovere la cultura del denaro, anche nelle scuole, e attraverso campagne informative per adulti, è un investimento nel futuro economico del paese. In sintesi, sapere cosa distingue debiti buoni e cattivi è una competenza chiave. Lavorare sulla consapevolezza finanziaria, oggi più che mai, rappresenta il vero investimento.

La finanza personale non è una scienza esatta, ma richiede consapevolezza e formazione continua. Riconoscere la natura dei debiti che contraiamo, siano essi buoni o cattivi, è il punto di partenza per costruire un futuro economico più sereno. Il segreto, infatti, non è evitare ogni tipo di debito, ma saper scegliere quelli giusti.​

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Kelly Di Blas

Insegnante e Dottoressa in Scienze Politiche Internazionali. Credo fortemente nella necessità di un nuovo approccio alla scrittura e, per questo, ho scelto il giornalismo costruttivo. Sono curiosa, leggo molto e parlo troppo. I miei interessi sono rivolti al mondo dell'educazione, della letteratura e delle politiche sociali. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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