Negli ultimi anni lo sport è sceso in campo per divulgare i principi sociali di sostenibilità, come resilienza e inclusione. Gli ex campioni dello sport in campo per lo sviluppo sostenibile sono moltissimi. Da atleti e testimonial sono diventati influencer raccontandosi o lasciandosi raccontare. Ad esempio tanti sono i film sportivi presentati al Festival di Venezia alle autobiografie come “Oro” di Federica Pellegrini.

Da atleti a sport influencer

Lo sport è uno strumento prezioso per lo sviluppo sostenibile, non solo in termini di crescita economica e di tutela dell’ambiente, ma anche in termini di inclusione sociale. Il suo linguaggio universale che accomuna popoli, culture e generi è fondamentale per raggiungere gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Nel 2017 l’Unesco, durante la sesta conferenza internazionale dei ministri e alti funzionari responsabili per l’educazione fisica e lo sport (Mineps VI), ha reso operativo il Piano di Kazan, un accordo globale che unisce le politiche sportive e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

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Nello specifico lo sport interviene su molti dei goals fissati, come garantire una vita sana, promuove il benessere di tutti e una istruzione di qualità e uguaglianza di genere. Lo sport offre una potente piattaforma di comunicazione per diffondere valori come il rispetto, il fair-play e il lavoro di squadra. In questa ottica la produzione sempre maggiore di libri e film sullo sport, promuove la sostenibilità attraverso autobiografie di grandi campioni o il racconto di storie iconiche. L’atleta è fondamentale per divulgare questi valori alla new generation, perché non è solo qualcuno che ha vinto una medaglia ma, considerando il seguito di fans, è anche un influencer. Gli argomenti affrontati vanno dai disordini alimentari al coraggio di affrontare una malattia, un incidente. Molti sono passati dall’essere semplici atleti a sport influencer per la sostenibilità, diventando icone di resilienza e di tenacia.

Libri e sostenibilità in Italia: da Zanardi alla Pellegrini

Fino al 2020, lo sport influencer è l’atleta che ha saputo fare della sua celebrità una fonte di guadagno utilizzando i social e i media per creare legami tra i propri follower e qualsiasi brand decida di sfruttarne la portata dei suoi clic. Dopo la Pandemia, lo sport influencer non è più un promoter, ma un divulgatore dello sviluppo sostenibile.

D’altronde è la stessa Europa che ha chiesto sempre più libri e film sullo sport  a sostegno dello sviluppo sostenibile. In Italia, tra i libri più venduti quelli di sportivi diventati icone di resilienza e di tenacia, andati oltre i propri limiti fisici. Sono i casi di Bebe Vio o di Alex Zanardi. Entrambi scrivono del rischio di dimenticare che dietro quegli esempi di forza straordinaria ci sono semplici persone con le loro fragilità.

Disturbi alimentari, depressioni, problemi di autostima sono solo alcuni dei temi affrontati nelle autobiografie di campioni del calibro di Federica Pellegrini, l’atleta più importante degli ultimi anni in Italia che grazie alla sua determinazione che lo sport femminile è uscito dall’ombra. E’ suo “Oro”, l’autobiografia dove la Campionessa condivide la sua storia un anno dopo il suo ritiro. Nel libro parla della sua grande passione per il nuoto, ma anche della fatica e delle difficoltà che comporta stare sotto i riflettori sin dall’età di quattordici anni. Racconta degli allenamenti, delle relazioni sentimentali, delle sconfitte e delle vittorie. Spiega l’importanza di avere il coraggio e la forza di chiedere subito aiuto, affrontando anche la psicoterapia.

Sempre più libri e film sullo sport. Anche questa è sostenibilità.

Io Capitano d Matteo Garrone

Festival del Cinema di Venezia e la promozione dello sport

I libri e i film sono i due mezzi scelti dal mondo dello sport per suscitare emozioni e portare le persone, soprattutto la new generation, fisicamente fuori dal mondo virtuale. Il Festival del Cinema di Venezia, concluso il 9 settembre, ha visto lo sport come protagonista assoluto. Tra i titoli più apprezzati Tatami di Zar Amir Ebrahimi e Guy Nattiv, Day of the Fight, prima regia dell’attore Jack Huston. E naturalmente Ferrari di Michael Mann.  Il film racconta l’uomo Enzo Ferrari spegnendo i riflettori sulle corse e lo sviluppo della casa automobilistica. Al centro il timore del fallimento della fabbrica e i problemi interni al matrimonio dovuti alla morte del figlio Dino. Non solo la storia umana dietro un mito, ma anche una testimonianza di come lo sport salva la vita. Il rispetto delle regole, il sudore, l’agonismo, la passione e la disciplina sono aspetti che nella vita quotidiana aiutano ad affrontare correttamente le difficoltà nel rispetto delle regole.

La rassegna cinematografica di Venezia è ricca di film dove lo sport è comunque presente perché evocato in alcune scene. Un esempio su tutti, i ragazzi senegalesi che nel film Io Capitano di Matteo Garrone indossano la maglia della squadra di calcio del Barcellona e Real Madrid. Un riferimento concreto e ispirato alla cronaca che dimostra il forte spirito di inclusione sociale e integrazione dello sport.

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Anna Restivo

Anna Restivo

Editor e creator freelance nel motorismo sportivo e storico.  Ho collaborazioni in F1 dal 2014, passando anche dalla Motogp, e dal 2019 in manifestazioni di auto e moto d'epoca. Mi piace raccontare il motorismo e le sue connessioni con società, arte, ambiente, creando format e progetti. Attualmente collaboro con BuoneNotizie.it, grazie al quale ho avuto l'opportunità di conoscere il giornalismo costruttivo.

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