Jannik Sinner si è preso la vittoria contro il numero uno al mondo Novak Djokovic. Un match dal sapore patriottico ha illuminato il cielo di Torino, l’Italia del tennis è tornata. Lasciate che lo urliamo al mondo, almeno per 3 ore e 9 minuti, quelli che sono bastati all’altoatesino per annientare il serbo nelle ATP Finals. Nel ranking Sinner è ancora quarto, ma le ultime vittorie fanno di lui la nuova evidente minaccia del tennis mondiale.

Jannik Sinner, dicono di lui in ATP

Soltanto Adriano Panatta nel lontano 1976 fu quarto in classifica ATP. Nessun italiano meglio di così, poi il 16 agosto 2001 nasce Jannik Sinner, il tennista azzurro più forte di sempre. Eguagliato e superato il record di Panatta, non c’è dubbio: “È il futuro numero uno del mondo” secondo l’Ascenzietto romano. Battere Djokovic è come sfatare il tabù dell’imbattibilità dei migliori, fino ad ora si era dato per scontato che Jannik Sinner non fosse ancora pronto per l’Olimpo del tennis mondiale per due ragioni in particolare: l’immaturità del gioco e l’imbattibilità del serbo. Come se non bastasse la volpe rossa porta a casa l’en plein trionfando sul danese Rune, allievo dell’intramontabile Boris Becker e unico top 10 mancante nel palmarès di Jannik. E sul russo Medvedev in semifinale. Per una serie di (s)fortunati eventi Sinner risfiderà il Djoker balcanico che a Torino è in missione per agguantare un nuovo primato di carriera: il settimo trofeo ATP. Per entrambi è la finale della riconferma.

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Un match, una manciata di ore e i pronostici di un dominio djokoviano potrebbero crollare sugli spalti gremiti del PalaAlpitour di Torino. Anche Nole cinque giorni fa si è inchinato al numero quattro del mondo senza giri di parole: “Ha meritato di vincere. La differenza più grande è stata il coraggio con cui ha giocato i punti più importanti“. Insomma tre match combattuti e ribaltati dall’incisività del primo italiano ad entrare in finale delle Nitto ATP Finals. Con queste premesse l’anno che verrà sarà una gran bella sorpresa, confessa Carlos Alcaraz, amico e rivale di sempre: “Credo che lui possa vincere uno Slam nel 2024 e credo possa anche diventare numero uno o avere la chance di diventarlo. Questa è la mia previsione“.

La Sinnermania è il futuro

Si chiama Sinnermania ed è entrata nel vocabolario degli amanti del tennis. È l’urgenza di supportare il nuovo idolo delle folle. Dopo il trionfo su Djokovic Jannik Sinner è diventato un trend. L’altoatesino è il primo italiano della storia a battere due diversi numeri uno del mondo in carica in carriera, ed è solo all’inizio. Quello che trascina, di lui, è la compostezza mai eccessiva: un’italianità che poi di italiano ha poco. La stessa che ha spinto lo smash della vittoria contro il serbo. La cornice azzurra di uno stadio risonante di urla per Sinner ci ha ricordato quanto sia distante la personalità del ventiduenne rispetto all’italiano tipico. Nel caos del tifo sempre scomposto e di tennisti bastian contrari, il contegno del pallido pugno dopo ogni punto si leva sottilissimo. Come per portare massimo rispetto all’avversario, al tennis, a sé stesso. A fine partita si concede di lasciarsi andare, ma neanche troppo, con un italiano un po’ insicuro ma un ghigno vanesio. Sarà l’emozione: “Non esiste posto più bello di questo per battere il numero uno del mondo, abbiamo vinto assieme“.

Lo hanno definito un Björn Borg moderno perché non concede molto di sé. Può sembrare distaccato e impenetrabile, ma dietro questa maschera si nasconde un lavoro di team impressionante che fa di Sinner una macchina da match. Con la cura zelante e la consapevolezza di quel che vale, ha fatto progressi immensi. Se il focus del campione fosse questo, Sinner sarebbe primo a pari merito col serbo che di tornei dei “maestri” ATP ne ha vinti sei, come un certo Roger Federer. Uno sportivo antico, insomma, di quelli poco attenti alle chiacchiere da bar che sa farsi amare per la pelle dura che mostra in campo. Così la genuinità di un ventiduenne di madrelingua tedesca ha conquistato il cuore degli italiani da Aosta a Siracusa.

L’Italia del tennis mai stata così con-vincente

Da cinquant’anni, nell’era Open, l’Italia aspettava un tennista all’altezza della vetta del ranking ATP. Jannik Sinner è arrivato a Torino forte di 57 vittorie su 71 match disputati e quattro coppe nel 2023. Panatta, l’ultimo vero maestro, ha sempre pronosticato grandi imprese per l’altoatesino; come la sua prima semifinale in uno Slam, a Wimbledon, dove fu piegato dal più vincente di sempre Djokovic. Ora Sinner dovrà chiudere un anno da record lasciando dell’amaro in bocca ai suoi detrattori. Lo farà cercando il miglior posizionamento nel torneo dei migliori. Col nuovo anno il tennis internazionale respirerà aria di novità. Sinner sarà l’uomo da battere nei prossimi Grandi Slam, i più scaramantici preferirebbero non andare oltre con le parole. Jannik passerà ai fatti.

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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