Quando ho deciso di partire, nella mia mente avevo creato un itinerario ben preciso ma poi una serie di eventi, cambiamenti, scelte, incontri e tempistiche mi hanno portata a fare un giro un pò più lungo. Da 24 ore mi trovo nella città da cui avrei voluto iniziare il mio viaggio: Lisbona.

Non ero mai stata in Portogallo prima d’ora e qualcuno pensa che bisognerebbe fare una prova prima di trasferirsi in una nuova città, ma non credo che testarla per qualche giorno te la faccia vivere davvero. Quando si viaggia si accetta di entrare in contatto anche con le parti più diverse e che inizialmente possono non piacerci, ma che poi ci aprono gli occhi trasformando il nostro modo di vedere e sentire.

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Ecco come è andata: due settimane in cui mi sono focalizzata su ciò che davvero volevo. Desideravo trasferirmi qui a Lisbona per un periodo un po’ più lungo ed essere un po’ meno nomade, assaporando questi luoghi e mescolandomi a una cultura diversa dalla mia. Ancora una volta la legge di attrazione ha funzionato alla grande ed è bastato desiderare di essere qui e tutto si è mosso perfettamente. Ho ottenuto un lavoro e vivere qui mi darà la possibilità di imparare e praticare una lingua che mi affascina da sempre. La mia stanza si trova in una zona un po’ periferica di Lisbona e sono felice di trovarmi tra i locali.

Qualche difficoltà l’ho avuta, ma fa tutto parte del gioco. Sono in una città nuova dove la maggior parte delle persone con cui ho avuto a che fare dal mio arrivo mi ha parlato solo in portoghese. Fin da subito ho cercato di tentare di dire qualche parola (imparata online con le applicazioni di lingue) e di non imporre la lingua inglese dando per scontato che chiunque dovesse parlarlo o capirlo. Credo che questo sia un modo più rispettoso e stimolante per imparare una nuova lingua anche se all’inizio puoi sentirti un po’ spaesato. Anche una semplice azione come andare al supermercato mi ha richiesto qualche ora. Tutte le etichette e indicazioni dei reparti erano in portoghese e siccome le strade di Lisbona sono un susseguirsi di discese e salite ripidissime ho dovuto fare più di un viaggio per mettere insieme la mia cena.

Ecco le prime tre cose che ho notato fin da subito a Lisbona:

Prezzi: il costo della vita è basso ma sicuramente essere fuori dai circuiti turistici rende tutto ancora più accessibile. Con 2 euro e mezzo ho comprato: una bottiglia grande d’acqua, della frutta fresca, del pane, un centrifugato e ho avuto anche il sacchetto che, aggiungo, è riciclabile ma super resistente.

Salite e discese: le strade di Lisbona sono tutte così, è un continuo di discese e salite ripidissime per cui l’unico must è: scarpe e vestiti comodi.

Meteo continuamente variabile: ci sono folate di vento improvvise seguite dal sole che fa capolino e si fa sentire tanto da farti togliere la sciarpa e la giacca. Meglio tenere un ombrellino in borsa e partire con un po’ di anticipo a meno che non siate super allenati, le salite mi hanno costretta a fermarmi spesso.

Gentilezza delle persone: questa mattina sono andata ad esplorare un po’ la zona per capire dove fosse il mio posto di lavoro e ho faticato un po’. Ho dato un’occhiata veloce alla mappa prima di uscire e poi mi sono semplicemente buttata chiedendo indicazioni come potevo ai passanti. Si sono dimostrati tutti fin da subito gentili e ben predisposti ad aiutarmi. Un signore molto anziano deve avermi fraintesa perchè mi ha fatto attraversare un intero parco per poi farmi realizzare che dovevo rimanere dalla parte opposta ma mi ha colpita per la sua gentilezza e per il suo sorriso. Un’altra signora che faceva fatica a camminare mi si è avvicinata per chiedermi se mi fossi persa e mi ha poi indicato la strada giusta.

Verso pomeriggio dopo lunghe camminate, tram (che ho scoperto chiamavano metro) e il telefono scarico sono arrivata finalmente a una delle stazioni principali e ho chiesto indicazioni a una signora.
Questa simpatica donnina mi ha letteralmente presa per mano, mi ha parlato in portoghese tutto il tempo, mi ha accompagnata a fare il biglietto mentre arrivava il tram che ha perso nonostante cercassi di dirle che mi sarei arrangiata.
Abbiamo aspettato insieme il successivo e a un certo punto ho capito che stava telefonando a qualcuno per farsi dare indicazioni per me. Mi ha poi spiegato tutto di nuovo dicendomi che mi avrebbe accompagnata a casa se ero in difficoltà.
Ho declinato dicendole che una volta arrivate al capolinea avrei saputo perfettamente come rientrare anche se poi mi sono persa alla grande.

Non siamo davvero abituati a tanta gentilezza soprattutto da persone sconosciute e spesso non riusciamo a gestirla.

Mi sono concessa una pacca sulla spalla nella mia mente pensando che in sole 24 ore ne avevo superate un bel po’.

“Non c’è nulla come una sfida che faccia uscire ciò che di meglio c’è in un uomo”.
(Sean Connery)

 

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Sara Capurso

Sara Capurso

Mi chiamo Sara, amo leggere, scrivere, meditare, viaggiare. Sono coach di Theta Healing, una tecnica che insegna come utilizzare la nostra naturale intuitività attraverso le nostre onde cerebrali che possono modificare le nostre convinzioni. Seguimi su BuoneNotizie.it, dove ti racconto come ho fatto a cambiare la mia vita, e come anche tu puoi cambiare la tua!

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