Biblioterapia: discipline, strumenti applicativi e iniziative culturali per curarsi con i libri in Italia

 

Curarsi con i libri è una pratica terapeutica denominata “biblioterapia” sostenuta anche dallo scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafòn, scomparso lo scorso 19 Giugno. “L’eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale prima o poi faremo ritorno” scriveva nel suo celebre best seller mondiale “L’ombra del vento”.

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Che cos’è la biblioterapia?

È una tecnica che utilizza la lettura scelta e guidata per il raggiungimento di obiettivi terapeutici, educativi, formativi e di crescita professionale, culturale e psicologica delle persone. La biblioterapia o libroterapia nasce negli anni ‘30 negli Stati Uniti grazie allo psichiatra William Menninger, che iniziò a prescrivere ai suoi pazienti la lettura di romanzi nell’ambito del trattamento di diversi disturbi psichici. In realtà già Seneca parlava di “cura sui”, indicando la cura di sé, come percorso esistenziale sostenuto dal racconto scritto e orale di storie.

Cosa accade quando leggiamo?

Quando leggiamo un romanzo ci immedesimiamo nella storia del personaggio, innescando un meccanismo d’identificazione, che fa aggiungere la nostra storia alla sua, le sue emozioni alle nostre. La lettura, in biblioterapia, è dunque un processo attivo, autoformativo e di cura di sé, in quanto implica consapevolezza e riflessione sulla propria soggettività, diventando un cammino di ri-comprensione di sé e di ri-progettazione della propria esistenza. A tal proposito, la biblioterapia può essere uno strumento di promozione della salute, benessere e orientamento per le scelte future, ma anche strumento di superamento di disagi psichici, disturbi fisici e dipendenze.

Curarsi con i libri in Italia

A differenza degli Stati Uniti, dell’Inghilterra e dell’Europa in generale, dove la biblioterapia ha avuto ampia diffusione nel secolo scorso, in Italia la biblioterapia è approdata grazie alla psicologa e psicoterapeuta dott.ssa Mininno, fondatrice della SI.BI.L.L.A – Scuola Italiana di Biblioterapia, del Libro, della Lettura e delle Arti e dell’unico sito ufficiale biblioterapia e salute. Nella scuola, con sede a Tivoli, sono presenti corsi di formazione e laboratori di biblioterapia applicata per personale medico-sanitario, educatori e insegnanti, librai, bibliotecari e studenti, ma anche corsi di lettura espressiva, scrittura creativa, festival e presentazioni di libri.

Da una recente intervista rilasciata sulla rivista “Segno del mondo” la dott.ssa Mininno ha consigliato i classici come il libro “Cuore”, “La capanna dello zio Tom” ma anche testi di mitologia classica, sottolineando come siano “una fonte inesauribile di stimoli alla riflessione e alla elaborazione di contenuti psichici, di emozioni e comportamenti. Leggere è il respiro della mente”.

Biblioterapia e medicina narrativa

Oltre alla lettura, anche la scrittura rappresenta una metodologia applicata della cura del sé: un diario, narrativa e poesia autobiografica, lettere, storytelling, s’inseriscono in discipline come la biblioterapia, la medicina narrativa, il counseling, coaching e la pedagogia.

La scrittura, dunque, svolge una funzione terapeutica perché allevia le sofferenze psichiche e fisiche, attraverso il racconto della propria esperienza e la condivisione con gli altri, aiutando le persone a resistere e sperare in un futuro migliore.

In quest’ambito lavora la Libera Università dell’autobiografia di Anghiari e il SIMEN (Società Italiana di Medicina Narrativa), intendendo per “medicina narrativa” una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. Così, la narrazione diventa lo strumento fondamentale per comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura, per la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato.

In conclusione, lettura e scrittura sono un positivo “circolo vizioso”, come afferma la writing coach dott.ssa Daniela Monreale, che potenziano gli effetti positivi delle due pratiche.

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Francesco Bia

Francesco Bia

Docente di lettere e aspirante pubblicista. Ho collaborato per sei anni con due settimanali locali scrivendo di attualità, cultura, spettacolo, cronaca e sport. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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