Come ogni 12 ottobre si celebra la Giornata mondiale della Vista promossa dall’Organizzazione Mondiale per la Salute per riportare l’attenzione sui temi della salute degli occhi. Per l’occasione l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha scelto il claim “Ama i tuoi occhi al lavoro” per ricordare l’importanza del benessere della vista anche e soprattutto sul luogo di lavoro.

In Europa, sarebbero infatti 13 milioni le persone che vivono con problemi alla vista legati al loro lavoro: secondo il Report “Eye Health and the World of Work” dell’OIL che illumina i vantaggi che derivano da un lavoratore senza problematiche oculari, indica come far fronte al naturale deterioramento della vista dei videoterminalisti (e non solo) e suggerisce delle strategie per proteggere la vista di qualsiasi lavoratore in ogni contesto d’attività.

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Cerchiamo allora di mettere a fuoco i contorni del problema e le soluzioni possibili immediatamente praticabili per salvare la vista dei lavoratori.

Salute della vista nel Mondo: a che punto siamo

Nel Report “Eye Health and the World of Work” l’Organizzazione scatta una fotografia piuttosto precisa della salute della vista nel mondo: sarebbero 3,5 milioni all’anno le lesioni agli occhi e queste rappresenterebbero l’1% di tutti gli infortuni sul lavoro di carattere non mortale nel mondo.

La salute degli occhi influisce in modo significativo sul mercato del lavoro: i lavoratori con problemi di vista hanno il 30% in meno di probabilità di essere occupati rispetto a quelli che non manifestano alcun tipo di disturbo, afferma OIL.

Sempre secondo l’OIL 143 milioni di persone in età lavorativa hanno una disabilità alla vista fra moderata e grave in a livello globale, mentre 18 milioni soffrono di cecità. 13 milioni di persone vivono con problemi di vista di origine professionale, ovvero hanno sviluppato una patologia sul luogo di lavoro e a causa del lavoro. Del reso, i rischi che circondano il videoterminale che usiamo a lavoro sono tanti e non del tutto percettibili: dall’esposizione alle radiazioni ottiche ai disturbi legati all’illuminazione della postazione, alla presenza di polveri sullo schermo. Tuttavia il problema della salute della vista si pone per quei tantissimi lavoratori in settori non esposti ad uno schermo, la cui attività sarebbe rallentata o compromessa da una perdita o da un deterioramento progressivo della vista.

Rischi da valutare e prevenire. Perché in realtà conviene, eccome.

Salvare la vista del lavoratore: un vantaggio per tutti

Preservare la salute degli occhi dei lavoratori secondo l’Organizzazione che tutela il lavoro nel mondo, non ha soltanto un risvolto etico ma anche economico. Migliora il benessere dei lavoratori e contribuisce all’aumento della produttività delle imprese. Non farlo implica una perdita di produttività, ritardi nell’esecuzione, calo del rendimento e necessità di sostituzione o ricollocazione del lavoratore. Curare la salute della vista, secondo l’ONU nella risoluzione 75/310 contribuirebbe addirittura al raggiungimento di oltre la metà degli Obiettivi di sviluppo sostenibile!

Ci sono tante strade possibili e ben in vista per tutelare gli occhi dei lavoratori ma servono anzitutto iniziative coordinate a livello globale, nazionale e sul posto di lavoro sviluppandole all’interno dei già presenti programmi di salute e sicurezza aziendali. In che modo?

Come tutelare la salute degli occhi dei lavoratori

È lo stesso OIL a sottolineare che oltre il 90% dei casi di problemi alla vista sono prevenibili o curabili attraverso interventi esistenti ed estremamente convenienti. Innanzitutto è essenziale puntare sulla prevenzione eliminando o riducendo l’esposizione alla fonte di pericolo principale (oggi il videoterminale, domani il visore ad esempio), e includere nella valutazione dei rischi aziendali l’eventualità di una perdita progressiva e naturale della vista.

La prevenzione della vista vale anche per quei lavoratori non direttamente esposti al videoterminale, ma che hanno problematiche alla vista personali o derivate dal contesto socio-economico di partenza (pensiamo ad esempio nei Paesi a basso reddito ai lavoratori dell’industria agricola esposti ai pesticidi, o a quelli dell’industria chimica esposti a sostanze pericolose volatili). In questi contesti si può informare i lavoratori dei rischi per la salute degli occhi nei luoghi di lavoro e nell’ambiente in cui operno e soffermarsi sul controllo della qualità del lavoro. È stato fatto in India, ad esempio, con il trattamento della presbiopia e della cataratta per i raccoglitori di tè nella regione dell’Assam aumentando la produttività del 20%. Oppure si può puntare all’ergonomia delle postazioni di lavoro verificando l’aggiornamento tecnologico degli strumenti (più sono avanzati, più alta si presume la tutela verso l’utilizzatore) o con bonus e incentivi statali per la sostituzione degli occhiali.

Altra azione possibile, il coinvolgimento dei reparti di medicina, primo soccorso e consulenti oftalmologici per il monitoraggio della vista come avvenuto in Ghana con lo studio della vista dei conducenti di veicoli commerciali; il 12% degli autisti non aveva l’acuità visiva minima richiesta: è scattata una campagna di promozione della salute e l’installazione di stazioni oculistiche portatili lungo i principali snodi di trasporto, per permettere agli autisti di ottenere lenti correttive e altri trattamenti oculari dopo un esame visivo.

Dalla salute della vista del lavoratore alla salute della collettività

Queste esperienze proposte nel Report ILO forniscono una chiave di lettura molto ampia del problema e inducono una riflessione sulla necessità di agire non solo per migliorare la sicurezza del lavoro e garantire le prestazioni lavorative, ma anche a tutela della salute della collettività: un aspetto su cui tenere gli occhi ben aperti per un futuro che riporti al centro del suo sguardo il lavoratore e tutte le sue potenzialità compromesse da una scarsa cura per la propria salute da parte dell’azienda, delle istituzioni e, in primis di se stesso.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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