Il 6 febbraio 2023 è stata presentata in videoconferenza l’innovativa piattaforma web italiana Voice for Purpose, sulla quale chiunque può donare la propria voce per persone con malattie neurodegenerative. Un’Intelligenza Artificiale processa i campioni vocali sintetizzando l’intera gamma espressiva e vocale di una voce umana. Queste voci sono selezionate dai pazienti che hanno perso la capacità di parlare.  Il progetto si è concretizzato con la collaborazione di un consorzio di aziende da un’idea di Pino Insegno. Com’è possibile ricreare una voce? A un anno di distanza, come è cresciuto il progetto? Quali sono gli sviluppi in questo campo?

L’idea di Voice for Purpose

Le malattie neurodegenerative portano nel tempo, tramite processi progressivi di distrofia muscolare, alla perdita della capacità di parlare. Le tecnologie che attualmente permettono a chi ha perso la propria voce di parlare (ad esempio puntatori ottici, impianti cerebrali)  si esprimono con voce metallica. L’idea di Voice for Purpose nasce dalla volontà di Pino Insegno di rendere fattibile la donazione della propria voce ai malati di SLA. Da un incontro fortuito nasce un consorzio di aziende che lavora con l’Intelligenza Artificiale a questo scopo.

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Dalla collaborazione di Translated,  Centri Clinici NeMO, Nemo Lab e AISLA, con Università Campus Bio-Medico di Roma e Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è nata la piattaforma, una “libreria digitale” dove chiunque può donare un breve campione della propria voce. Se la voce viene selezionata per essere donata, si viene contattati per registrare un campione completo. Chi già è affetto da una malattia neurodegenerativa può autodonare la propria voce. Se dovesse perdere la capacità di parlare, potrebbe in futuro ritrovarla integra e utilizzarla.

Fabio Minazzi, responsabile del progetto per Translated, spiega: “Ogni voce umana ha una prosodia unica, ovvero l’insieme di pause, accenti, altezze, intensità, modulati in funzione di quello che stiamo dicendo e di ciò che vogliamo esprimere”. La rete neurale elaborata dal consorzio, esposta a migliaia di voci diverse, è capace di apprendere queste sfumature e riprodurle, grazie a dei campioni, in voci complete generate tramite Intelligenza Artificiale, che è in grado di esprimersi anche in molte lingue diverse da quella del parlante originario.

Ad oggi, sono “oltre 5000” le persone che hanno donato la propria voce. Anche numerosi pazienti hanno registrato la propria voce per eventualmente utilizzarla in futuro. Voice for Purpose è un progetto accessibile, poiché permette di usare le voci sintetiche anche tramite cellulare; bastano inoltre pochi click per donare la voce.

Intelligenza Artificiale e malattie neurodegenerative

L’invecchiamento della popolazione pone molti interrogativi e sfide, come la spesa pensionistica insostenibile e il saldo negativo delle popolazioni nei Paesi sviluppati. Questo porta anche a un aumento di casi di malattie senili, che gravano in maniera sempre più incisiva sulla spesa per la sanità pubblica. Attualmente, sono 55 milioni le persone affette da malattie neurodenegerative e l’OMS stima una crescita esponenziale nei prossimi decenni del numero di casi. I sistemi di machine learning (apprendimento delle macchine) applicati alle malattie neurodegenerative sono oggi un campo di studi attivissimo

Moltissime ricerche oggi stanno cercando di applicare l’Intelligenza Artificiale alla diagnostica. La possibilità è che si possano riconoscere i sintomi di una malattia neurodegenerativa da segnali molto precoci, consentendo di agire preventivamente rallentando il decorso. Attualmente, dice Minazzi, “stiamo lavorando su reti che possano rilevare lo stato emotivo e controllare di conseguenza l’espressione della sintesi vocale dei pazienti”.

Su Voice for Purpose si trova la libreria di voci più grande al mondo; simili progetti contribuiscono a sviluppare queste ricerche. In futuro, aiuteranno forse a mitigare i problemi legati all’invecchiamento della popolazione.

 

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Giovanni D'Auria

Giovanni D'Auria

Laureato in Lettere Moderne, ha da poco iniziato un percorso formativo per diventare pubblicista con diventaregiornalista.it.

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