Dal mese di giugno OpenParlamento è online. Il nuovo sito interamente dedicato al monitoraggio parlamentare direttamente dalla rete: con la semplice iscrizione al portale è possibile visionare le presenze e le assenze, l’attività in aula e le leggi proposte, le statistiche e le dichiarazioni di ogni politico italiano. Non c’è più bisogno di essere dei cronisti politici o di imbarcarsi in esplorazioni (sempre un po’ faticose) dei siti istituzionali per sapere cosa accade nelle aule legislative del Belpaese. Basta un clic e, in modo affidabile e chiaro, l’attività degli eletti diventa meno arcana e assume nuove forme. Ecco materializzarsi i ribelli, gli assenteisti, gli assidui ma anche gli stakanovisti, identificati sulla base di un indice dell’attività parlamentare che non tiene conto solo dei voti espressi ma anche degli atti presentati.

Ma il gioco del confronto è solo uno degli aspetti di OpenParlamento. Il sito offre, organizzati in modo semplice, tutti gli atti realizzati dalle camere e divisi per tipologia, con tanto di aggiornamento sull’iter. Non manca poi la lista delle votazioni fino al più minuto emendamento, comprensiva di esito, risultato numerico e statistiche accessorie. I dati, come spiega Vittorio Alvino, presidente di OpenPolis, associazione che gestisce il sito, sono recuperati automaticamente e in tempo quasi reale dai siti di Camera, Senato e Governo. “Solo che su quei siti non sono sempre agevoli da reperire e sono organizzati secondo una logica istituzionale. Mentre noi li strutturiamo partendo dall’ottica del cittadino. E soprattutto stimoliamo la partecipazione”. Registrandosi su OpenParlamento, è possibile intervenire commentando, segnalando, emendando i testi in una logica partecipativa. “L’idea – spiega Alvino – è quella di un social networking adattato alla politica”. Sono previsti anche servizi a pagamento, come la possibilità di monitorare alcuni argomenti specifici e di essere aggiornati sui provvedimenti in materia. “È rivolto soprattutto a professionisti o soggetti del terzo settore che non possono permettersi un ufficio in parlamento”.

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Iniziative come OpenParlamento si inseriscono in un filone che interessa, in modo crescente, tutto il mondo. In Gran Bretagna è attivo dal 2004 They work for you, che monitora l’attività dei politici di Sua Maestà. Su scala europea è disponibile, fresco di lancio, EPVote, che osserva i rappresentanti nazionali in missione a Strasburgo. Dall’altra parte dell’oceano, inarrivabile per quantità di informazioni aggregate, si staglia Watchdog.net.

Il sito e le sue classifiche non mancheranno di far discutere. Per adesso, il titolo di “più ribelle” della Camera è il deputato del PD Furio Colombo: da quando è iniziata la legislatura, dicono i numeri, ha votato il 16,5 per cento delle volte (circa un voto su sei) in contrasto con il suo gruppo. “E’ un segno di vitalità – afferma il deputato -. In America i più ribelli sono quelli che hanno lasciato una traccia. Penso a Ted Kennedy che nel periodo di Bush si è spinto fino a votare da solo contro la guerra. E poi, è un aiuto al proprio partito. Io respingo l’idea che fare opposizione significhi collaborare con l’avversario”. Un atteggiamento che trova riscontro in un’altra funzionalità del sito, quella che permette di visualizzare graficamente, attraverso delle mappe, la posizione di un parlamentare rispetto agli altri sulla base dei voti espressi.

Una novità assoluta nel nostro Paese, sperando che questo nuovo portale rappresenti un valoroso progetto di cultura democratica e sociale.

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Domenico Margiotta

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