La popolazione cilena si è espressa: Assemblea Costituente popolare e nuova costituzione

Con una schiacciante maggioranza, pari al 78,12% dei partecipanti al referendum conclusosi domenica, i cileni hanno detto sì a una nuova costituzione nazionale. Sarà così cancellata la vecchia Costituzione risalente al 1980 e redatta durante la dittatura militare del generale Augusto Pinochet.  Alla domanda “Quiere usted una Nueva Constitución? (Vuole una nuova Costituzione?)”, più dei tre quarti degli elettori hanno infatti risposto “apruebo (approvo)”. La richiesta di una nuova costituzione risale all’ottobre del 2019. Sono state infatti le grandi proteste, partite da giovani e studenti e proseguite durante i mesi di pandemia, a portare al referendum e ai suoi risultati.

La vecchia costituzione cilena

Nonostante il regime dittatoriale di Pinochet fosse decaduto con il referendum del 1988, la Costituzione non era mai stata sostanzialmente modificata. Una Costituzione, a detta di molti, illegittima, che rimarcava il pensiero economico-politico dittatoriale, e soprattutto, non modificabile.

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A nessuna magistratura, a nessuna persona o gruppo di persone può essere attribuita, neppure con il pretesto di circostanze straordinarie, altra autorità o diritti diversi da quelli espressamente conferiti in virtù della Costituzione o delle leggi.

Art. 7 – Costitucion Politica de Chile

Dalle proteste al referendum

Per capire l’importanza dell’evento bisogna tornare indietro di qualche mese, alle manifestazioni di giovani e studenti che hanno scosso il Cile. La goccia che ha fatto traboccare il vaso per alcuni (e un pretesto per altri): l’aumento del prezzo dei trasporti pubblici.

L’insurrezione, principalmente guidata dai partiti di sinistra come confermato da Florencia Lagos (membro della commissione internazionale del Partito Comunista Cileno), è andata crescendo fino a diventare una contestazione generale del “modello cileno”, dalle sue profonde disuguaglianze sociali alla problematica della Costituzione.

Il 25 ottobre la popolazione ha potuto giudicare questo sistema attraverso un “doppio referendum”. I cileni infatti sono stati chiamati alle urne per rispondere a due domande. La prima: volete una nuova costituzione? La seconda domanda riguardava invece la scelta di chi avrebbe eventualmente dovuto riscrivere la costituzione, se gli attuali parlamentari o una nuova Assemblea Costituente.

I cileni hanno scelto di far piazza pulita e ricominciare da capo: una nuova costituzione (con il 78,12% dei voti) ed una nuova Assemblea Costituente (con il 79,24%).

Cosa cambierà ora? Verso una nuova costituzione

Saranno 155 i nuovi membri della Assemblea Costituente e saranno scelti in concomitanza alle elezioni amministrative previste per l’11 aprile 2021. La nuova Costituente – spiega Andrea Paz Purcell, giornalista cilena – per la prima volta nella storia, sarà composta al 50% da uomini e al 50% da donne. Per la prima volta in Cile la Costituzione sarà scritta interamente dal popolo. Sarà difficile, e gli indipendenti sicuramente dovranno lottare e scendere a patti con la politica. Spero si troveranno degli accordi per rappresentare il più possibile la popolazione nella sua totalità in quanto, in Cile, non solo esistono classi sociali diverse, ma anche culture differenti e popoli originari”.

Il lavoro di stesura della nuova costituzione dovrebbe partire a maggio 2021, ed il testo sarà successivamente approvato con un ulteriore referendum popolare nella seconda metà del 2022. In caso di approvazione, la nuova costituzione cilena entrerà in vigore immediatamente, sostituendo quella dittatoriale di Pinochet.

Un referendum “di pancia”: dubbi e consapevolezze potrebbero arrivare in seguito

Se da un lato è positivo il cambiamento di una costituzione dittatoriale, e molto positiva la volontà di parità di sesso e di rappresentanza popolare in un’Assemblea Costituente, dall’altro per alcuni tutto questo rimane un’utopia. “La gente – dichiara Nelson Contreras, musicista e docente universitario in Cile – inizierà tra qualche settimana, o mese, a rendersi conto della decisione presa. A livello pratico, sia politicamente che economicamente, non cambierà nulla nell’immediato. Da sottolineare che per il meccanismo elettorale esistente, sarà quasi impossibile che un indipendente venga scelto per la stesura della nuova Costituzione“.

In sostanza potrebbero anche esserci volti nuovi, ma forse saranno “burattini” che seguiranno le regole imposte dal partito politico d’appartenenza. Secondo Contreras “questa insurrezione partita nell’ottobre 2019, e la volontà di una nuova Costituzione, sono solo una distruzione di tutto ciò che esiste. Non ci sono programmi o progetti reali, ed il tutto potrebbe portare il Cile ad una situazione politico-economico uguale a quella venezuelana”.

Leggi anche: Cile, il paese che barcolla ma non molla

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Paolo Guidali

Paolo Guidali

Paolo Guidali, blogger e aspirante pubblicista. Ha scritto per Varese Press e oggi collabora con BuoneNotizie.it grazie allo stage annesso al percorso di formazione dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo per diventare giornalista pubblicista.

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