Il Covid e gli effetti sul consumo delle droghe. Come aiutare i tossicodipendenti.

Una settimana fa troneggiava sulle pagine di alcuni giornali la evidentemente onesta risposta di un 33 fiorentino fermato per i controlli anti-Covid dalle autorità: “Cercavo droga”. Anche sull’autocertificazione si trovava nero su bianco, sotto la voce delle necessità: acquisto di uno stupefacente. La vicenda, quasi distopica, pone l’accento direttamente sulla realtà vissuta dai tossicodipendenti durante la pandemia da Covid. In particolare, ci sono forti impedimenti nell’assistenza durante le fasi di disintossicazione e problematiche relative al conseguimento delle droghe.

I Sert (Servizio per le tossicodipendenze) però sono stati vigili, hanno approvato nuove procedure e, quando necessario, hanno fornito anche un appoggio d’emergenza agli ospedali con i loro medici. Durante la pandemia il governo ha lasciato 568 centri aperti, però per tutelarsi dal contagio sono state cessate molte attività fornite nei centri. Uno dei problemi è che la disintossicazione non avviene con un’improvvisa battuta d’arresto. Una delle terapie più praticate nel caso di oppiacei prevede la somministrazione di metadone da parte dei medici dei Sert, man mano in quantità ridotta, fino a cessare del tutto.

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I rischi della quarantena per i tossicodipendenti

Molti Sert hanno arrestato o ridotto le loro attività e, laddove ciò non è avvenuto, capita che siano proprio le persone a non recarvisi per paura del contagio. Si sono aperte così le porte a infiniti scenari.

Per chi ha capacità economiche adeguate, non è difficile procurarsi il metadone sul mercato. Per chi invece non ha grandi fondi economici, il problema è acuito dall’aumento dei prezzi sul mercato nero per il “rischio d’impresa”. Non solo, ma in molti hanno paura di frequentare ambienti delinquenziali e di spaccio. Il risultato è che in molti non riescono ad acquistare metadone e si ritrovano nel pieno della dipendenza, consumando talvolta anche droghe più pesanti o di scarsa qualità.

Laddove, specialmente al Nord, si registra una notevole diminuzione dell’accesso ai servizi offerti dai Sert, in compenso si nota la maggiore presenza di centri di supporto, strutture di prima accoglienza, di riduzione del danno (per esempio la distribuzione di siringhe e strumenti necessari) e dormitori. I controlli per il Covid della polizia nelle strade hanno avuto come conseguenza anche un cambiamento nello spaccio. La vendita delle droghe non avviene più per strada, ma in automobili previa prenotazione. Ciò rende ancora più difficoltoso per le associazioni e i centri risalire ai tossicodipendente e fornire eventualmente aiuti d’emergenza.

Le azioni intraprese per affrontare il problema

Un primo sistema che è stato adoperato in molti ospedali e Sert prevede di fornire una terapia con scadenza a lungo periodo, ossia allungare il periodo di durata del metadone prescritto. In questo modo, il metadone dura di più e quindi si evita un sovraffollamento degli ambulatori. In tal caso si potrebbe però garantire un mezzo di trasposto che aiuti le persone a raggiungere i punti Sert attivi. Può capitare infatti che non ci siano treni o autobus attivi, data la riduzione delle corse durante la pandemia.

Altri servizi offerti sono colloqui psicologici, attività di gruppo e riunioni organizzate online. Nel caso della tossicodipendenza medici e psicologi spiegano che è fondamentale il legame di fiducia da instaurare con il paziente. Anche gli sponsor sostengono l’importanza di un contatto stretto, per poter entrare in empatia, sentirsi compresi ed essere più inclini a comunicare un malessere prima di rischiare una ricaduta. A tal fine il contatto umano e la vicinanza fisica diventano insostituibili ma, nel contesto problematico creato dalla pandemia, la tecnologia fornisce comunque una soluzione in grado di offrire, a chi ne ha bisogno, un punto di riferimento concreto, seppur a distanza.

Cos’altro si potrebbe fare?

I problemi della tossicodipendenza in seguito all’emergenza Covid hanno colpito tutto il mondo. Da Brera con la Fondazione Contact arrivano tante idee e soluzioni per arginare alcuni problemi relativi alle droghe. Per rispettare le norme anti-Covid di distanza e assembramento è stato ridotto il numero di persone nelle sale di iniezione, ecco quindi l’idea di installare tende e container per la città.

Ma soprattutto viene proposto un sistema per ritrovare persone che sono completamente scomparse dall’inizio della pandemia al fine di controllarne lo stato di salute ed evitare dispersioni. Un’attività del genere sarebbe utile specialmente per i casi di tossicodipendenti senza fissa dimora, principale preoccupazione delle Sert italiane perché risulta difficile fornire loro anche solo aiuti di riduzione danni.

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Mara Auricchio

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