La Giornata mondiale per la Salute e Sicurezza compie vent’anni. Il 28 aprile scorso, a breve distanza dal 1° maggio, Festa del Lavoro, si celebra il World Day for Safety and Health at Work, l’evento organizzato fin dal 2003 dall’Organizzazione internazionale del Lavoro (ILO) per celebrare e promuovere nel mondo la “cultura della sicurezza” nei luoghi di lavoro, e ridurre o prevenire gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali.

Quest’anno la Giornata è stata ancora più importante perché proprio l’anno scorso l’ILO ha incluso il diritto ad un “ambiente di lavoro sano e sicuro” nel quadro internazionale dei principi e dei diritti fondamentali sul lavoro e questo sarà il primo tema di dibattito a livello internazionale.

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Giornata Mondiale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro: i temi

Promuovere una “cultura della sicurezza” vuol dire anzitutto costruire un ambiente di lavoro sano e sicuro: per questo il 28 aprile di ogni anno il World Day for Safety and Health at Work propone campagne di sensibilizzazione, dibattiti pubblici ed eventi aziendali o di sigle sindacali, associazioni di settore, realizzati spesso con il coinvolgimento delle Istituzioni con l’obiettivo di fornire dati e produrre soluzioni per ridurre il numero di morti e infortuni sul lavoro. Gli eventi fanno il punto sui “Rischi emergenti sul lavoro”, causati dall’innovazione tecnica ai “nuovi lavori” (si pensi ai lavoratori “digitali” e su piattaforma) passando per i rischi già conosciuti: dai disturbi muscoloscheletrici allo stress lavoro-correlato dovuto ai più recenti cambiamenti del lavoro.

Ma su cosa si dibatte esattamente? Di anno in anno la Giornata per la Sicurezza propone un tema diverso che interessa tutti: nel 2020 e 2021 la lotta al Covid e la preparazione ad altre emergenze sanitarie, nel 2022 la Giornata mondiale della salute e sicurezza ha invece posto l’attenzione sull’importanza del Dialogo sociale intorno ai temi della sicurezza.

Nel 2023 il dibattito ha riguardato il riconoscimento del diritto ad un ambiente sano e sicuro per tutti. Ma come realizzare tale proposito?

Come costruire un ambiente di lavoro sano e sicuro?

L’Organizzazione Internazionale del lavoro ha individuato alcuni elementi imprescindibili per la realizzazione di un ambiente di lavoro sano e sicuro.

Essenziale la presenza di un’autorità nazionale responsabile della salute e sicurezza e la promozione di un dialogo sociale fra aziende, sindacati e istituzioni. Immancabile un quadro giuridico nazionale sulla sicurezza oltre ad una politica nazionale specifica. Necessaria anche l’istituzione di un Sistema nazionale di registrazione e notifica degli infortuni e delle malattie professionali per il loro monitoraggio.

Rispetto a questi elementi essenziali, l’OIL registra dati positivi o incoraggianti: quasi tutti gli Stati aderenti all’Organizzazione dispongono di un’autorità o di un organismo responsabile della Sicurezza. Il 79% dei Membri OIL hanno un Organismo “tripartito” che permette il confronto fra associazioni datoriali, sindacali e istituzioni. Il 68% degli Stati Aderenti protegge i lavoratori da conseguenze indebite se si allontanano da situazioni pericolose (l’80% dei Paesi OIL hanno ratificato la Convenzione n. 155 che riconosce tale diritto). Il 73% degli Stati dispone di comitati congiunti per la sicurezza sul luogo di lavoro.

Da migliorare il dato sulle politiche di Salute e Sicurezza: le hanno sviluppate solo il 47% degli Stati che aderiscono ad ILO e solo il 26% degli Stati a basso reddito. Infine, solo il 34% deli Stati dispone di un programma nazionale di SSL (la percentuale scende all’8% nei Paesi in via di Sviluppo).

Ottimo il risultato sul monitoraggio: il 91% degli Stati membri dell’ILO ha istituito un sistema per la registrazione e la notifica degli infortuni e delle malattie professionali. Il 41% di questi ha fornito dati all’ILO negli ultimi cinque anni.

Infortuni sul lavoro e malattie professionali: i numeri e le strategie di prevenzione

Ma qual è la dimensione del fenomeno infortunistico? Secondo le stime ILO gli infortuni causano ogni giorno 6.300 morti tra incidenti e malattie professionali e più di 2,3 milioni di morti all’anno. In Italia, solo nel 2022 le denunce di infortunio sono state 697.773, in aumento del 25,7% rispetto al 2021 e i casi denunciati di morte sul lavoro sono 1.090, 131 in meno rispetto alle 1.221 registrate nel 2021.

Questi dati così insopportabilmente alti richiedono dunque una riflessione profonda che parta proprio dal diritto riconosciuto ad un ambiente di lavoro sano e sicuro e lo metta realmente in pratica. Tanto più che ILO, nel  Report OIL 2023Implementing a safe and healthy working environment: Where are we now?” realizzato appositamente per la 20° Giornata mondiale della Salute e Sicurezza sul lavoro, rivela che solo “attraverso un’effettiva partecipazione e cooperazione al processo decisionale e di attuazione della sicurezza a tutti i livelli, i Paesi ILO avranno il potenziale per migliorare la vita di milioni di lavoratori in tutto il mondo“. E ciò passa non solo da un mix ideale di politiche pubbliche, impegni privati, sistemi di monitoraggio e controllo ma anche da una maggiore consapevolezza del diritto ad un lavoro sicuro, come diritto fondamentale in ogni parte del mondo.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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