Giugno è il Pride Month (ovvero, mese dell’orgoglio omosessuale) e riporta annualmente l’attenzione sul tema dei diritti civili. Qual è stata, finora, l’evoluzione di questi diritti e quali sono le prospettive per il futuro?

Diritti civili: aggiornamenti e indagini sulla percezione del fenomeno

Ipsos ha condotto un sondaggio per il Pride Month, coinvolgendo 22.500 persone, tra i 16 e i 74 anni, in 30 nazioni. Per il 76% degli individui componenti il campione, le persone omosessuali devono essere tutelate dalle discriminazioni. Spagna, Brasile e Olanda sono i paesi con le percentuali più alte di individui che si dichiarano omosessuali (15% del campione). Polonia, Giappone e Perù registrano le percentuali più basse (tra il 4 e il 6%). Rispetto al 2021, anno della precedente rilevazione, si verifica un aumento – in termini di 5 punti percentuali – di popolazione che afferma di avere un collega omosessuale. Il 56% del campione internazionale è favorevole ai matrimoni omosessuali; in Italia, questa percentuale del campione arriva al 61%.
La genitorialità omosessuale è vista positivamente dal 64% degli intervistati.

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Diritti civili in Italia: l’evoluzione nel corso degli anni

In Italia, l’altalenante evoluzione dei diritti civili ha segnato fasi di luci e ombre. La riforma del codice penale di Zanardelli (anno 1890) depenalizzò a suo tempo le unioni omosessuali. La legge 76 del 2016 ha permesso alle coppie omosessuali di conquistare il diritto a essere unite in unione civile. Dal 2010 sono vietate le terapie di conversione all’eterosessualità. Nonostante tutti gli sforzi profusi dalla comunità LGBT italiana e dagli attivisti, il nostro Paese continua ad essere ancora arretrato in materia di riconoscimento dei diritti LGBT. Secondo il più recente report dell‘International Gay And Lesbic Association, l’Italia si classifica 34ma su 49 nazioni per provvedimenti a favore del mondo LGBT. A pesare sfavorevolmente nell’attribuzione del punteggio rientrano, inoltre, la mancata legittimazione della comunità transessuale, l’assenza di provvedimenti contro i discorsi che incitano all’odio e l’assenza di leggi che puniscano i reati commessi contro gli omosessuali.

La strategia nazionale LGBT+ 2022 – 2025

Al fine di apportare un contributo positivo al riconoscimento dei diritti civili, il Dipartimento per le Pari Opportunità e l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) hanno elaborato un documento programmatico, intitolato Strategia Nazionale LGBT+ 2022 – 2025. Obiettivo del documento è uniformare gli standard italiani in materia di lotta alla discriminazione di genere, a quelli europei. Secondo questo documento, sono quattro i macrobiettivi da conseguire entro il 2025. Il primo è combattere la discriminazione nei confronti delle persone LGBT. Il secondo è garantire l’incolumità degli individui omosessuali. Il terzo è costruire società inclusive per tutti. Il quarto è guidare la lotta a favore di tutte le comunità LGBT del mondo.

Per contrastare i fenomeni discriminativi, il Ministero per le Pari Opportunità ha istituito una cabina di regia, composta dal ministro e presieduta da rappresentanti LGBT+ dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani e della Conferenza delle Regioni. Il Ministero promuove parimenti, dall’anno 2020, un tavolo di consultazione permanente per la tutela dei diritti LGBT+ e l’istituzione di figure che siano in grado di gestire la diversità negli ambienti di lavoro. Punto cardine del diversity management è il riconoscimento del congedo parentale anche alle coppie omogenitoriali.

A livello di tutela della sicurezza, il documento prevede la realizzazione di gruppi di auto-mutuo-aiuto e il sostegno alla tutela dei diritti LGBT+ nelle carceri. Sfida principale è la lotta all’omotransfobia: è prevista la creazione di centri di ascolto e sostegno alle vittime di questo fenomeno.

Infine, in materia di salute e società, punti cardini sono: l’adeguata formazione del personale sanitario, la facilitazione all’accesso ai presidi assistenziali psicologici e psichiatrici, il networking tra accademie e centri di cultura per la diffusione di politiche gay-friendly.

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Donatella Bruni

Donatella Bruni

Mi occupo di economia, lavoro e società, con uno sguardo alle dinamiche del lavoro, ai consumi e ai cambiamenti della società (fisica e digitale). Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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