In questi giorni di commiato all’emerito Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sono stati messi a fuoco aspetti sulla conduzione dei suoi due mandati a capo dello stato. Più volte in simile occasione, si è accostata la sua qualità di statista di alto rango a quella di morigerata figura umana e intellettuale.

In diversi momenti è stato, in effetti, sottolineato quanto Napolitano abbia espresso, con passione, fermezza e lungimiranza il suo lungo impegno per i valori della Costituzione. In tale cornice, si ritiene risiedano l’attenzione al mondo del lavoro, ai principi di solidarietà e uguaglianza e all’alto senso di determinazione nella difesa della pace, democrazia e unità nazionale.

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Anche quando, ad onor del vero, e nel rispetto del dibattito democratico, il giudizio politico nei suoi confronti non è unanime.

La difficile congiuntura e il Governo Monti

La presidenza di Napolitano ha registrato momenti di difficilissima congiuntura, tali da richiedere decisioni di carattere eccezionale rispetto al passato. Nel 2011, il nostro Paese ha vissuto un preoccupante periodo di incertezze socio-economiche in seguito alla  grande crisi finanziaria globale del 2008.

In tale frangente, il Presidente emerito della Repubblica ha preso la decisione di nominare un governo di tecnici con a capo Mario Monti, esperto di economia e finanza, che solo, secondo il suo avviso, avrebbe potuto avere le competenze necessarie per scongiurare la bancarotta del sistema economico, sociale e finanziario italiano.

La scelta ha permesso di dirimere il grave momento di conflittualità fra i partiti all’interno del Parlamento. Questi ultimi, richiamati da Napolitano al compito di far fronte all’emergenza, hanno dovuto rappacificarsi ed esprimere la fiducia al Governo Monti con la più ampia maggioranza mai registrata.

In questo caso il Presidente  ha esercitato il massimo delle sue prerogative istituzionali, senza però tralasciare il senso delle responsabilità costituzionali difronte ai cittadini e alle istituzioni. I fatti dicono che, attraverso l’operato degli esperti nel governo,  l’Italia ha riguadagnato il suo prestigio sulla scena internazionale e la riabilitazione di interlocutrice affidabile nella sfera economico-finanziaria europea.

Sfera quest’ultima in cui Napolitano ha sempre operato proseguendo l’impegno europeista di Altiero Spinelli, superando, nelle relazioni internazionali, la visione sovranista delle nazioni in nome della costruzione di una pace duratura fra gli stati,  alla luce dell’articolo 11 della Costituzione.

Il secondo mandato a Presidente della Repubblica

Nel 2013  l’Italia registra un’ulteriore grave crisi istituzionale per l’estrema discordia in Parlamento e il Paese rischia di entrare in un pernicioso vortice di instabilità politica. Pertanto i partiti, anche quelli con posizioni politiche distanti da Napolitano, gli chiedono di accettare, per la seconda volta, il mandato presidenziale.

Il Presidente accetta, ma il senso e il rigore secondo il quale aderisce alla richiesta, si possono cogliere nel discorso pronunciato alla Camera in occasione del suo rinnovato insediamento al Quirinale.

<<Mi accingo al mio secondo mandato, senza illusioni e tanto meno pretese di amplificazione “salvifica” delle mie funzioni; eserciterò piuttosto con accresciuto senso del limite, oltre che con immutata imparzialità, quelle che la Costituzione mi attribuisce. E lo farò fino a quando la situazione del paese e delle istituzioni me lo suggerirà e comunque le forze me lo consentiranno. Inizia oggi per me questo non previsto ulteriore impegno pubblico in una fase di vita già molto avanzata; inizia per voi un lungo cammino da percorrere, con passione, con rigore, con umiltà. Non vi mancherà il mio incitamento e il mio augurio>>

L’uomo e la passione culturale

Chi dichiara di avere avuto il privilegio di stringere con Napolitano relazioni intense, in politica e nella vita, ne descrive le raffinate doti di affettuoso mentore. Il Cardinale Gianfranco Ravasi, invitato a prendere la parola ai funerali laici dell’emerito Presidente, ne ha evidenziato la figura di uomo di “altissima cultura”.

Il Cardinale ha raccontato, ad esempio, dell’emozione provata quando, alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, gli ha visto prendere fra le mani, il testo autografo di Cesare Beccaria,Dei delitti e delle pene”, e leggere  i passaggi riguardanti la pena di morte.

Altro racconto di Ravasi riguarda un intenso momento vissuto durante l’ascolto dell’Ave Deum di Mozart nell’occasione in cui si celebrava l’anniversario dei Patti Lateranensi. In quel frangente Napolitano definì il brano  “quattro minuti di bellezza ultraterrena“.

Si delinea così la figura di un uomo che ha sputo cogliere e sostenere il dialogo con tutte le culture, siano esse d’ispirazione ideologica che religiosa. Ancor più, la passione intellettuale e umana del Presidente emerito della Repubblica, si esprime in occasione del suo discorso di fine investitura da europarlamentare con una citazione di Thomas Mann.

<< La politica racchiude in sé molta durezza, necessità, amoralità, ma non potrà mai spogliarsi del tutto dalla sua componente ideale e spirituale. Mai rinnegare la parte etica e umanamente rispettabile della sua natura>>

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Lucia Muscetti

Lucia Muscetti

Laureata in Scienze Politiche, docente emerita in discipline giuridiche ed economiche presso i Licei di Scienze Umane. Leggo e approfondisco saggi sui diritti umani e di politica per scrivere e praticare l’arte del vivere bene insieme. Partecipo al laboratorio giornalistico di BuoneNotizie.it

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