Diet culture, stereotipi estetici, fissazione per il peso. Internet è pieno di consigli per dimagrire, regole e credenze su stili di vita che potrebbero sembrare salutari ma che non lo sono. Sempre più persone soffrono di disturbi alimentari e pochi comprendono cosa si nasconde dietro tutto questo. L’educazione e l’informazione sulla salute sono aspetti fondamentali per la prevenzione, per aiutare i giovani ad avere un rapporto sano col cibo e a prendersi cura del proprio benessere.

Disturbi alimentari: cosa si nasconde dietro

I disturbi del comportamento alimentare sono un gruppo di malattie causate da una serie di fattori. Essi esprimono una condizione di disagio e malessere psicologico. Spesso, molte fasi difficili della vita, soprattutto in età adolescenziale, sono accompagnate da problemi nell’alimentazione. Perdite affettive, abbandoni, abusi o traumi. I disturbi alimentari diventano un modo per comunicare sofferenze e paure. Gli effetti sono molto pesanti, sia a livello fisico che psicologico. Depressione, bassa autostima, senso di vergogna, sbalzi d’umore, difficoltà a mantenere le relazioni, sono tutte possibili conseguenze derivate da queste patologie.

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Negli ultimi anni l’ideale di magrezza si è rafforzato sempre di più. Nella società occidentale vige la cultura della dieta: avere un corpo magro, fare delle diete ferree, praticare attività fisica a tutti i costi. Tutto questo viene visto come una dimostrazione di valore personale e forza. Allo stesso tempo, però, è anche uno dei motivi di sviluppo dei disturbi alimentari. In questo modo, l’attenzione sul peso, la forma del corpo e il cibo ingerito viene portata all’estremo e diventa fondamentale per l’individuo.

Comprensione e prevenzione

L’obiettivo di costruire, fin dall’infanzia, un rapporto sano col cibo è quindi molto importante. L’alimentazione non riguarda solo l’atto del mangiare, ma è un gesto carico di significati psicologici, relazionali legati al benessere psicofisico delle persone. L’educazione alimentare può essere un aiuto importante. Essa però non si può limitare solo a spiegare ai bambini cosa significa mangiare sano e nella giusta quantità. È un lungo percorso che dev’essere gestito non solo dai genitori ma anche dalle scuole. Le figure educative devono porsi come guida, dare l’esempio piuttosto che imporre. Per avere un approccio più efficace ed evitare di associare all’alimentazione emozioni negative come l’ansia o il giudizio.

Anche il contesto che ruota attorno a cibo molto spesso è tossico. La nostra società ha un’attenzione ossessiva nei confronti dell’aspetto del corpo e ha creato troppi stereotipi negativi sulle persone in sovrappeso. Queste forme di denigrazione corporea non hanno effetti positivi sulla salute mentale e sull’alimentazione. La grassofobia non fa altro che alimentare le dinamiche che portano ai disturbi alimentari. Capita, a volte, che anche i genitori o gli insegnanti abbiano atteggiamenti denigratori sull’aspetto corporeo anche se in buona fede, perché questi comportamenti vengono interiorizzati nel tempo. È bene quindi riflettere sui messaggi che si trasmettono per aiutare a creare un rapporto sano con sé stessi.

Abitudini sane

È importante aiutare i ragazzi a non basare il proprio valore sull’aspetto del corpo.  Devono essere incoraggiati ad affrontare la vita e tollerare le frustrazioni senza sfogarle sul cibo e su loro stessi. Imparare ad auto valutarsi nella maniera corretta e coltivare la propria personalità aiuta nella prevenzione dei disturbi alimentari. L’impegno per liberarsi da queste credenze sbagliate dev’essere costante, bisogna allontanarsi dalla paura che rischia di portarci a uno stile di vita faticoso per la mente e anche per il corpo.

Il cibo non ha valore morale, noi non siamo bravi o meno a seconda di quello che mangiamo e dividerlo in buono o cattivo è una pratica sbagliata. È importante vivere il cibo con serenità e non come se fosse un nemico. La diet culture ci ha portati a considerare alcuni comportamenti normali, come andare a correre per smaltire assolutamente una pizza, ma in realtà non dovrebbero esserli. Non c’è positivo e negativo quando si parla di un corpo, ed è molto riduttivo giudicare qualcuno solo per quello che vediamo esteriormente.

Iniziare un percorso di consapevolezza, ascoltare il proprio corpo e soddisfare i propri bisogni senza sottostare a regole dannose è possibile. Gli stereotipi estetici, il rapporto con la bilancia, la fissa per la magrezza e la dieta sono cattive abitudini che ci sono state inculcate dalla società, ma da estirpare. La prevenzione dei disturbi alimentari è sicuramente una strada molto lunga, ma è possibile ed è importante creare abitudini positive e decostruire falsi miti relativi al cibo e all’immagine del corpo.

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Eva Ricevuto

Eva Ricevuto

Laureata in Arti Tecnologiche e appassionata di cinema, femminismo e sostenibilità. Sono un'aspirante giornalista pubblicista e cinematografica. Collaboro con BuoneNotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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