I recenti fatti di cronaca hanno focalizzato l’attenzione sulla diffusione dell’odio online e del cyberbullismo. Un esempio è rappresentato dagli episodi di razzismo nelle attività sportive. Per questo motivo, la Commissione europea e l’Alto Rappresentante stanno intensificando gli sforzi per contrastare la diffusione dell’astio in tutte le sue forme adottando un regolamento contro gli haters.

Il 1 gennaio è diventato operativo il regolamento Ue, definito Digital Service Act. Questo regolamento rafforza l’azione degli Stati in diverse aree politiche, come la sicurezza, il digitale, l’istruzione, la cultura e lo sport. È parte di un quadro normativo più ampio che mira a proteggere i diritti dei cittadini, promuovendo l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione di tutti. Un obiettivo del Digital Service Act è limitare l’odio online, sia sui social media, sia in altre forme di aggregazione. Questo impegno include anche finanziamenti aggiuntivi per la protezione dei luoghi di culto spesso oggetto di odio, razzismo e insicurezza e sarà supportato dalla nomina di inviati per massimizzare l’efficacia delle politiche dell’Unione europea nell’affrontare l’animosità degli haters.

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Chi sono gli haters?

Gli haters sono persone che usano la rete, e soprattutto i social network, per esprimere livore o per incitare all’odio verso qualcuno. Con la diffusione di Facebook, Twitter e degli altri social network, il fenomeno si è intensificato. I social media sono nati con l’obiettivo di facilitare l’incontro e la connessione tra persone, anche se distanti e differenti, offrendo la possibilità di confrontarsi, esprimersi, esplorare realtà diverse e sviluppare legami al di là delle limitazioni del “mondo reale”. Un odio che spesso trascende dal mondo virtuale per passare a quello reale e non solo nei confronti delle minoranze. Le modifiche dei regolamenti apportate dalle piattaforme online non hanno avuto un impatto efficace nella riduzione dei messaggi denigratori.

I messaggi di odio

In Italia, Vox diritti, l’Osservatorio italiano sui diritti, ha condotto una ricerca sui messaggi pubblicati sulla piattaforma social Twitter, oggi chiamata “X”. Nel 2022 i tweet negativi sono il 93% contro il 69% del 2021. Nonostante gli sforzi profusi dagli Stati membri dell’Unione europea nel contrastare la discriminazione e l’intolleranza, compresi i reati motivati dall’odio, emergono segnali che indicano un mancato miglioramento della situazione. Secondo il report pubblicato nel 2023 dall’Istituto europeo per i diritti fondamentali, i messaggi di astio sono rivolti in misura maggiore verso le donne in tutti i Paesi tranne che in Germania. In Svezia e Italia, l’incidenza dell’odio nei confronti delle donne è più che raddoppiata rispetto ad altri gruppi come gli ebrei e gli africani. Attraverso tutti i social vengono diffusi messaggi con un linguaggio negativo, denigratorio e offensivo.

grafico messaggi odio

Grafico dei messaggi di odio diffusi sui social su un campione di 327 post – Realizzato con Flourish da Buone Notizie con dati fra.europa.eu (2023)

Un fenomeno in crescita che ha spinto l’Ue a limitarne la diffusione e a pensare all’attuazione del regolamento contro gli haters.

Il regolamento Ue contro gli haters sui servizi digitali

Il regolamento sui servizi digitali definito Digital services act approvato nel 2022 è applicato dal 1 gennaio 2024. Entro marzo tutte le piattaforme online dovranno adeguare i loro sistemi in modo da rispettarne le norme. La normativa promuove la libertà di ricevere informazioni e manifestare opinioni. Inoltre, attenua i rischi di discriminazione e contribuisce a proteggere i diritti dei minori e il diritto alla dignità umana online attraverso l’eliminazione dei contenuti illeciti. In linea con quanto previsto dalla legge sui servizi digitali, la Commissione ad ottobre aveva inviato ai social network X, Meta e Tik Tok una richiesta formale di informazioni sulla presunta diffusione di contenuti illegali e disinformazione con riferimento alla diffusione di contenuti terroristici, violenti e di incitamento all’odio da parte degli haters.

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Francesco Ravenda

Francesco Ravenda

Francesco Ravenda, informatico. Appassionato di gestione aziendale e di podcast, attento alle dinamiche sociali, mi piace informare, raccontando. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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