Un quartiere ecosostenibile, con palazzi pensati per ridurre l’inquinamento atmosferico, verde pensile e alghe che producono ossigeno. Non è una favola, ma un nuovo, innovativo progetto che si sta realizzando in una città della Cina meridionale.

Certamente, l’idea apre la porta a grandi speranze: che la Cina, refrattaria ad adottare norme per la riduzione del CO2 fino a poco tempo fa, si distingua con un progetto green a tutto tondo, è senza dubbio un’ottima notizia.

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Il quartiere modello si chiamerà “Galaxy Yabao Hi-Tech Enterprises Headquarter Park” e si estenderà su una superficie di 65 ettari, a pochi passi dal centro della città di Shenzhen: si tratta del fiore all’occhiello della società farmaceutica “Galaxy Yabao”, progettato dallo studio di architettura “10 Design”, ed è concepito all’insegna dell’innovazione e dell’ecosostenibilità.

Le immagini virtuali del progetto parlano chiaro e delineano il profilo della città del futuro: 18 torri curvilinee svettano slanciate in mezzo al verde sullo sfondo di un cielo sereno. L’effetto è quello di un’immagine da cartolina: in realtà non c’è nulla di finto, né il cielo limpido, né la vegetazione lussureggiante.

Per quanto riguarda il verde, che si estende su oltre i 32 ettari di parco, fino ad “invadere” gli edifici stessi, il progetto di “10 Design” ricalca e ripropone soluzioni già collaudate altrove, anche sul piano più ampio della progettazione urbanistica (ricordiamo il “Plan Biodiversité” adottato da Parigi).

Diverso è il discorso se si considerano le innovazioni delle tecniche costruttive messe a punto per edificare le torri. Le facciate (dotate di un efficiente sistema di climatizzazione naturale) sono, infatti, costruite con materiali fotovoltaici che purificano l’aria 24 ore su 24; un ulteriore coadiuvante è offerto da un’altra scelta altamente innovativa che consiste nella piantumazione di alghe che producono ossigeno.

Verde e aria pulita, quindi; ma non è tutto: anche l’acqua riceverà un trattamento pensato in base a criteri di risparmio energetico. Grazie a un sistema di microfiltrazione, infatti, l’acqua piovana verrà riciclata e utilizzata per irrigare la vegetazione del quartiere; analogamente, le “acque grigie” verranno trattate in modo tale da poter essere almeno parzialmente riutilizzate.

Quartiere del futuro? Oppure primo passo verso un nuovo modo di pensare gli spazi urbani? L’esperimento cinese sembra andare oltre la pura innovazione tecnologica, proponendo nuove frontiere al rapporto fra l’uomo e lo spazio che lo circonda.

 

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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Un Commento

  • Salvatore Vito ha detto:

    Salve!Io sono il ragazzo della “favicon” :) .Molto carina!Aggiungo…ottima notizia!Riusciranno i nostri valorosi ingegneri italiani a fare un capolavoro simile??Ai posteri l’ardua sentenza!!