Cosa sono (davvero) le trivelle e qual è il loro impatto sull’ambiente. Lo scopriamo anche grazie a una buona notizia che viene dall’Alaska.

Trivellazioni: stop di Biden in Alaska. In una nota dell’ advisor per il clima della Casa Bianca, Gina McCarthy, si apprende che l’Amministrazione Biden sospenderà le licenze per le perforazioni petrolifere nel Parco Arctic National Wildlife Refuge, un’area naturale protetta nella zona nord-orientale dello stato dell’Alaska.  Una scelta importante a favore della fauna che abita il prestigioso parco americano, come orsi polari, lupi, alci e caribù. Nel comunicato si sottolinea che il Presidente ritiene che i tesori nazionali americani siano il fondamento della cultura e dell’economia del Paese ed è grato per la pronta risposta del dipartimento degli Interni nel sospendere tutte le licenze in attesa di una revisione della decisione presa dall’amministrazione Trump, che avrebbe potuto cambiare per sempre il futuro di questo luogo. In una recente intervista all’ Outside Business Journal, sempre la McCarthy, ha messo in evidenza le priorità di Biden che includono la riduzione dell’inquinamento da gas serra entro il 2030, il raggiungimento di emissioni nette pari a zero in tutta l’economia entro il 2050 e investimenti in energia pulita per le comunità lasciate indietro.

Trivellazioni: stop di Biden in Alaska. Sì, ma cosa sono?

Le trivelle sono strumenti utilizzati per la perforazione del suolo, che grazie all’uso della punta rotante possono arrivare ad effettuare perforazioni fino a 8 km di profondità, creando pozzi necessari all’estrazione di idrocarburi dal suolo. Le cosiddette trivelle off-shore sono impianti installati in mare aperto. Le prime installazioni risalgono, come si legge in questo importante contributo del “Volontario per lo sviluppo”, agli anni ’30, ma è solo negli anni ’70 che si assiste a una forte espansione. Da quel momento, la produzione di petrolio è sempre stata collegata a questo strumento, nonostante negli ultimi anni fosse diminuito il numero di piattaforme attive nel mondo.

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Trivelle e impatto ambientale

Le associazioni ambientali, come Greenpeace, da tempo sollevano perplessità sul rischio ambientale derivante dall’utilizzo delle trivelle: in particolare, alcuni studi scientifici dimostrerebbero come gli impianti causerebbero maggiore inquinamento rispetto al limite consentito per legge. Rischi che inevitabilmente ricadrebbero sulla salute umana per il  rilascio  di sostanze dannose nel mare, come nichel, cromo, arsenico e altri metalli pesanti. Molti altri ritengono inoltre che questi strumenti siano obsoleti, in quanto spesso soggetti a malfunzionamenti e incidenti. L’uso del petrolio, infatti, è considerata una tecnica obsoleta di fonte di energia, non a caso la nuova Strategia Energetica Nazionale prevede un’Italia libera dal carbone entro il 2025, che rivolga una sempre maggiore attenzione alle rinnovabili.

Trivellazioni: stop di Biden in Alaska. E in Italia?

La cancellazione dal DL Milleproroghe lo scorso dicembre della norma che avrebbe stabilito lo stop alla ricerca e alla coltivazione di idrocarburi su tutto il territorio nazionale, e la successiva decisione del ministero della transizione ecologica  di riprendere la stagione delle estrazioni di idrocarburi, con ben dieci giacimenti nell’Adriatico, ha fatto non poco discutere tutte le associazioni ambientaliste. Secondo Greenpeace sarebbe invece il momento di puntare su una rivoluzione energetica che, come si apprende dal report, denominato “Italia 1.5”, permetterebbe all’Italia di rispettare gli accordi di Parigi, diventando a emissioni zero, con vantaggi economici, occupazionali e di indipendenza energetica.

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Francesco Bia

Francesco Bia

Docente di lettere e aspirante pubblicista. Ho collaborato per sei anni con due settimanali locali scrivendo di attualità, cultura, spettacolo, cronaca e sport. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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