Gli oceani hanno un ruolo fondamentale per il pianeta. Assorbono circa il 25% delle emissioni di CO2 generate dall’uomo come dei veri e propri serbatoi di carbonio. Senza i mari e gli oceani gli impatti dell’inquinamento sarebbero nettamente superiori e per questo, oggi più mai, la conservazione marina è fondamentale per la Terra.

Nel 2023, secondo il Global Coral Reef Monitoring Network, GCRMN, e il rapporto dell’IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change, lo sbiancamento dei coralli ha compromesso il 30% delle barriere coralline. Il 30/50% di queste ultime non è più riuscito a rigenerarsi. Tuttavia diverse associazioni, grazie alla subacquea, hanno messo in atto progetti per la salvaguardia degli ecosistemi marini.

Citizen science: tutti possono salvaguardare gli oceani

Originaria del 1900, la citizen science, letteralmente scienza del cittadino, consente a chiunque di svolgere attività di ricerca scientifica fornendo informazioni di qualsiasi tipo basati sull’osservazione. Ne è un esempio il fenomeno di ritrovamento di uova di squalo sul litorale laziale, segnalato da più persone, tra il 2023 e il 2024. La scienza del cittadino ricopre numerose aree tematiche e, applicata alla conservazione marina, si dimostra una strada promettente.

Lacitizen science non si limita solo alla terra ferma. Molte associazioni subacquee portano avanti progetti che coinvolgono tutti coloro in possesso di un brevetto. Organizzazioni come la PADI, dedite all’esplorazione oceanica e alla subacquea, hanno istituito gli Ocean Torchbearer: una comunità di sommozzatori impegnati a salvaguardare gli oceani raccogliendo dati sui fondali non visibili alla maggior parte delle persone.

I guardiani degli abissi: la subacquea per l’ecosistema marino

Il ruolo dei subacquei per la conservazione marina è limitato a profondità medio-alte poiché la pressione non consente di raggiungere profondità abissali senza l’ausilio di tecnologie avanzate. Ad oggi esistono veicoli subacquei autonomi in grado di operare fino a tremila metri, fornendo maggiori dati sugli impatti del cambiamento climatico. Un esempio è il veicolo AUV, Autonomous Underwater Vehicle, ottenuto dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, OGS, grazie al progetto IPANEMA e attualmente impegnato in Sicilia per analizzare i meccanismi di acidificazione del mare.

conservazione marina: subacqueo che entra in un relitto

Conservazione marina: i subacquei per l’ecosistema marino (Credits: Leonardo Lamas; Pexels)

Acidificazione e plastica: minacce silenziose per la conservazione marina

L’acidificazione del mare e degli oceani è uno degli effetti collaterali più preoccupanti del cambiamento climatico e, per questo, è motivo di numerosi studi. La CO2 emessa dall’uomo viene, in parte, assorbita dal mare causando una diminuzione del ph dell’acqua. Questo fenomeno, come quello della plastica, ha impatti devastanti sugli ecosistemi marini e colpisce per lo più coralli, molluschi e alcune specie di plancton portando questi ultimi alla perdita del loro colore originario. Altro impatto è l’alterazione del comportamento e delle capacità di sopravvivenza di molte specie marine.

L’esempio delle Azzorre per una conservazione marina consapevole

Nel 2022, è stato approvato dai Paesi partecipanti l’accordo Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework con  un obiettivo: tutelare l’ecosistema marino. L’accordo fissa grandi traguardi da raggiungere entro il 2050. Tuttavia, ne stabilisce altri già per il 2030 come, ad esempio, la trasformazione del 30% delle aree marine in aree protette e la riduzione degli incentivi dannosi alla biodiversità. Questi ultimi dovranno poi essere destinati alla protezione e ripristino della natura.

Le Azzorre, arcipelago autonomo del Portogallo, sono un esempio del accordo stilato a Montreal. E’ stata approvata una legislazione per cui il 30% dell’oceano che circonda l’arcipelago diventerà area protetta, suddivisa in altamente e completamente protetta. Nelle prime verrà comunque concessa attività di pesca con l’amo mentre nella seconda saranno autorizzate solo attività ricreative come immersioni, nuoto e turismo.

La scienza partecipativa e i progetti di conservazione subacquea offrono opportunità concrete per proteggere i mari e ripristinare gli ecosistemi. Iniziative come quelle delle Azzorre dimostrano che, con azioni collettive e politiche adeguate, è possibile preservare la salute degli oceani e garantire un futuro più sostenibile per il nostro pianeta.

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Benedetta Collu

Appassionata del settore automotive e impegnata nella sensibilizzazione riguardo al cambiamento climatico. Forte sostenitrice delle energie rinnovabili, mi dedico alla promozione di pratiche che rispettano la natura e favoriscono il benessere psico-fisico. Credo nel potere della comunicazione per generare un impatto positivo. Il mio mantra è: possiamo fare meglio?

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