Il traffico congestionato, lo smog e gli spazi pubblici invasi sono tutti problemi delle città contemporanee che hanno un denominatore comune: le automobili. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno 1,4 milioni di persone muoiono per cause legate a inquinamento e cambiamento climatico. Fortunatamente però, sempre più città stanno sperimentando alternative concrete: diventare car free, cioè libere dalle auto, restituendo spazio a pedoni, biciclette, trasporti pubblici e verde urbano.

La sfida non è eliminare l’auto da un giorno all’altro, ma chiedersi: come possiamo ripensare la città per renderla più sana, sicura e accessibile per tutti con una pianificazione lungimirante? Le soluzioni car free offrono una risposta concreta.

I benefici di una città car free

Ripensare la città in chiave car free rappresenta ad oggi una delle sfide più urgenti per migliorare la qualità della vita urbana. Una ricerca condotta nel maggio 2024, dal Centre for Climate Change and Social Transformations (CAST) dell’Università di Bath ha dimostrato come molte persone siano disposte a provare modi alternativi ed ecologici per spostarsi, pur incontrando diversi ostacoli nell’abbandonare l’auto privata.

Come mostrato da questa ricerca, adottare un modello car free comporta numerosi vantaggi, tra cui nel caso specifico, una riduzione del 53% delle emissioni nocive legate ai trasporti. Ma non solo:

  • migliora la salute e il benessere;
  • favorisce la socialità e il senso di comunità, con occasioni di incontro e relazioni umane, contrastando il fenomeno della solitudine nelle grandi città;
  • riduce il rumore e l’inquinamento atmosferico;
  • restituisce lo spazio pubblico, che torna a essere luogo di vita e non solo di transito.

Esempi europei di città car free

Anche se risulta difficile immaginare una città senza auto, esistono delle città europee, e non solo, che stanno dimostrando che un futuro car free è possibile. Tra queste vi è Oslo, che nel 2019 è diventata la prima capitale europea a vietare le automobili nelle zone centrali. Per fare ciò, ha investito nel trasporto pubblico, ha eliminato parcheggi sostituendoli con piste ciclabili, spazi verdi e panchine.

In seguito, si trova la città spagnola di Pontevedra, in Galizia, una cittadina di circa 80mila abitanti, diventata car free nel centro storico e in molti quartieri circostanti, consentendo la circolazione solo ai residenti con un limite di 30 km/h.

Sempre in Spagna, Barcellona ha introdotto il progetto delle Superilles (super isolati), una strategia urbanistica che ha l’obiettivo di ridurre il traffico all’interno di alcuni quartieri, per ora sono solo sei, e di restituire lo spazio pubblico ai cittadini. Le strade interne sono state trasformate in zone a traffico limitato, la cui velocità è limitata a 10km/h, con spazi sicuri, verdi e pieni di servizi per la comunità.

Le città italiane alla riconquista dello spazio urbano

Il concetto di città car free sta prendendo piede anche in Italia. Sebbene Oslo venga spesso citata come pioniera di questo modello, esistono esempi precedenti significativi, come quello di Venezia, che è da sempre una città priva di automobili: il centro storico è interamente pedonale e accessibile solo a piedi o via acqua. E anche Milano, che ha iniziato il suo percorso verso una mobilità più sostenibile già nel 2012.

Infatti, il capoluogo lombardo ha introdotto importanti misure per la riconquista dello spazio urbano. Una è l’Area C (poi estesa con l’area B), che interessa il centro storico e prevede un ticket giornaliero per i veicoli non esentati, con l’obiettivo di ridurre il traffico e l’inquinamento nella città. Nel 2019, inoltre, è stato lanciato il progetto “Piazze Aperte”, in cui molte zone urbane sono state rese pedonali. Spazi che prima erano occupati dalle auto sono stati sostituiti da piste ciclabili, panchine, spazi verdi con tavoli da picnic e da ping pong.

Ma a Milano ci sono anche altri buoni motivi per lasciare l’auto a casa: quella milanese è risultata, infatti, la città al mondo più adatta agli spostamenti a piedi. Secondo uno studio pubblicato su Nature Cities, condotto da Matteo Bruno e i suoi colleghi del Sony Computer Science Laboratories di Roma, oltre il 98% dei suoi abitanti può soddisfare i suoi bisogni primari in un raggio di 500 metri da casa.

Meno auto, più futuro green

Le città car free non sono quindi una visione utopistica, ma una realtà sempre più concreta. Restituire lo spazio alle persone, migliorare la qualità dell’aria, ridurre lo stress e promuovere la sostenibilità è possibile. Serve visione, coraggio e consapevolezza per ripensare la città in chiave sostenibile: questo significa prendersi cura delle persone che la abitano.

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Gemma Mastrocicco

classe 1997, laureata in Informazione, editoria e giornalismo a RomaTre. Scrivo da sempre. Autrice del libro Amami senza mentire. Sostenitrice delle tematiche legate ai movimenti femministi, dell'uguaglianza di genere. Aspirante giornalista, scrivo per Buone notizie.it, grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista

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