Nel 2022, i proventi derivanti dal gioco d’azzardo hanno raggiunto i 10,3 miliardi di euro per lo Stato italiano, con una spesa complessiva da parte dei giocatori di 135,98 miliardi di euro. Il fenomeno colpisce tra gli 800mila e il milione e 300mila persone secondo il CNR e l’Istituto Superiore di Sanità. Ci sono storie, però, che dimostrano come la lotta alla ludopatia non è persa.

Ne sono un esempio la cooperativa “Il cammino” di Ponsacco guidata da Emiliano Contini, che si impegna attivamente contro la ludopatia dal 2006, e i centri di ascolto Caritas istituiti nelle diocesi, che rappresentano una risposta concreta ai bisogni di chi è caduto nella rete della dipendenza da gioco, offrendo un’alternativa a quanti, per pudore o desiderio di privacy, evitano di rivolgersi ai servizi pubblici.

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Uno dei protagonisti di questa lotta è don Armando Zappolini, direttore Caritas della diocesi di San Miniato e responsabile della campagna “Mettiamoci in gioco” contro la ludopatia. Lui stesso evidenzia l’importanza dei centri di ascolto nel rilevare e gestire il disagio legato alla ludopatia. Questi centri, grazie alla loro presenza capillare sul territorio, giocano un ruolo chiave nell’intercettare le richieste di aiuto e nel guidare gli individui verso i servizi sanitari pubblici appropriati.

Le storie come quella di don Armando e di enti del terzo settore come la cooperativa “In cammino”, testimoniano che il contrasto alla ludopatia richiede una rete di supporto ben organizzata. Operando in maniera sinergica, è possibile sensibilizzare la cittadinanza e implementare azioni mirate a prevenire e contrastare il fenomeno del gioco patologico.

Abbiamo raccontato la storia di don Armando ed Emiliano su UnitiNelDono.it per scoprire quali sono le strategie messe in campo per combattere la ludopatia, un esempio di come l’impegno e il coraggio di mettersi in gioco possono fare la differenza nella lotta contro questa dipendenza.

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