La storia di Alex Zanardi è fatta di passione, ottimismo e determinazione. Un campione, ma prima di tutto un uomo, che ha trovato la forza di trasformare gli ostacoli in opportunità, riuscendo a riprogrammare la propria vita grazie alla sua positività, alla tenacia e al suo lato ironico. Dopo l’incidente del 2001 al Lausitzring, l’ex pilota di Formula 1 ha ripetuto più volte: «Sono Alex Zanardi e se non avessi avuto l’incidente in cui ho perso le gambe, ora non sarei così felice». Da giugno 2020 si trova a combattere l’ennesima battaglia, che lo ha messo nuovamente alla prova.

Dai Kart alla Formula 1

Classe 1966, Alex Zanardi nasce a Bologna. Fin da bambino si appassiona ai motori e a 14 anni suo padre gli regala il primo kart, avviandolo alle corse su pista. Nel 1980, avviene il suo esordio a Vado. Due anni dopo arriva la grande occasione: il campionato nazionale nella categoria 100cc. Nel 1988 esordisce nella F3 italiana, a bordo di una Dallara-Alfa Romeo.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Nel 1990 arriva il debutto in Formula 3000 e nel 1991 quello in Formula 1. Categoria in cui non ottiene grandi risultati: in 25 Gran Premi disputati ottiene un solo punto. Quattro anni dopo approda nella Formula Kart americana e nell’anno successivo ottiene tre vittorie.

Alex Zanardi al Gran Premio d'Inghilterra del 1994

Alex Zanardi sulla Lotus 109 al Gran Premio d’Inghilterra del 1994, Wikipedia © Martin Lee

L’incidente in Formula 1, la scoperta del para-ciclismo e l’impegno sociale di Alex Zanardi

Nel 2001, la carriera di Alex Zanardi subisce una brusca interruzione a causa di un terribile incidente avvenuto durante una gara del campionato Champ Car al Lausitzring in Germania, che gli porta via le gambe. «Quando mi sono svegliato senza le gambe ho guardato la metà che era rimasta, non quella che era andata persa» queste le sue parole dopo aver ripreso conoscenza.

Grato alla vita per avergli dato una seconda possibilità, Alex non si arrende di fronte alle difficoltà e, grazie al suo amore per la vita, scopre il mondo del para-ciclismoDopo la riabilitazione, inizia il suo impegno sociale per dare maggiori opportunità ai disabili. Un impegno avviato nel 2018 con il progetto Obiettivo 3.

A soli due anni dall’incidente, torna in pista con una vettura adattata alla sua nuova situazione fisica, realizzando tempi sul giro a dir poco incredibili. Alex intraprende poi un nuovo sogno: inizia a correre in handbike. Nel 2012 partecipa ai Giochi Paralimpici a Londra, in cui vince due medaglie d’oro e una d’argento. Quattro anni dopo, alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro vince un’altra medaglia d’oro.

Alex Zanardi ai Giochi paralimpici di Londra 2012

Alex Zanardi in gara ai Giochi paralimpici di Londra 2012, Wikimedia Commons © Roberto Serratore

L’incidente in handbike e cosa sappiamo delle condizioni di Alex Zanardi oggi

A giugno 2020, un nuovo grande ostacolo si abbatte su Alex Zanardi quando perde il controllo della sua handbike scontrandosi contro un camion sulle colline senesi.

Dopo mesi di silenzio, a ridosso del Natale 2021, arrivano buone notizie sulle condizioni di Zanardi dalla moglie Daniela, la quale afferma che Alex ha lasciato l’ospedale qualche settimana prima del 25 dicembre. Ad oggi, il campione non è ancora apparso in pubblico: in un’intervista proposta dal Giornale di Vicenza – città in cui Zanardi è stato ricoverato – il primario del reparto Riabilitazione dell’ospedale San Bortolo, Gianrettore Bertagnoni, ha parlato di un lento recupero e di un lungo programma di riabilitazione. La salute di Alex Zanardi è protetta dai media, ma una cosa è certa: Alex Zanardi non ha mai smesso di lottare e mai lo farà.

Nato tre volte, oggi Alex rappresenta un simbolo di forza e tenacia e un’icona per molti, siano esse persone con o senza disabilità. La sua è una vera e propria lezione di vita da cui tutti dovrebbero prendere ispirazione, perché come lui stesso ci insegna: “Non è grave cadere, ma non rialzarsi“.

Leggi anche

Maurizio Romeo, quando la voglia di sport vince la disabilità

Sport e disabilità: la rinascita di Omar Bartocelli

Con Pietro Scidurlo oltre le barriere della disabilità

Condividi su:
Giulia De Giacinto

Giulia De Giacinto

Giulia De Giacinto. Appassionata di Motorsport, in particolare di Formula 1; mi piace raccontare le sue connessioni con la sostenibilità e storie di grande ispirazione. Attualmente scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici