Viviamo in un’epoca di lunga pace. Eppure sentiamo molto spesso notizie come questa:

Libia, Graziano a Sky Tg24: “Guerra mai stata così vicina all’Europa”

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Ma la situazione non è così drammatica come ci viene comunicata. Certo, non sarà perfetto, ma il mondo in cui viviamo non è nemmeno un luogo pieno di barbarie! Anzi, è di gran lunga migliore di quanto possiamo immaginare, in un progresso che ha portato la guerra ad essere obsoleta e limitata in ristrette aree geografiche. Ma come è stato possibile raggiungere questo progresso?

Illuminismo, l’origine e l’evoluzione del progresso

Il tutto ha origine proprio dall’Illuminismo, un periodo in cui iniziarono a diffondersi le idee di pace ad opera di svariati intellettuali, tra cui Voltaire, Pascal e Swift. A ciò seguì un declino delle guerre tra il XVIII e il XIX secolo. Poi, nel secondo dopoguerra iniziarono a diffondersi le idee illuministiche del commercio dolce; secondo questo modo di pensare, il commercio internazionale avrebbe fatto passare in secondo piano la guerra. Infatti, molte ricerche confermano che più un Paese è ricco e minori sono le probabilità che entri in guerra.

Inoltre, per contribuire al mantenimento della lunga pace è necessaria la presenza di governi democratici, che sono in grado di bloccare le mire espansionistiche di leader che puntano tutto sulla gloria personale. Di considerevole importanza è anche la cosiddetta realpolitik e cioè la consapevolezza da parte delle superpotenze che un loro scontro provocherebbe conseguenze devastanti, anche senza l’uso di armi nucleari: perciò è un pensarci bene due volte prima di entrare in guerra. In più si è assistito a un cambiamento dei valori: perché, se prima era la guerra ad essere considerata il motore del progresso, insieme alla gloria e alla superiorità, oggi è la pace ad essere considerata un valore. E, insieme ad essa, l’idea illuministica della soluzione ai problemi come origine del progresso.

Il motivo fondamentale della lunga pace

Più di tutto, però, il motivo principale per cui viviamo in una lunga pace è che, per la prima volta nella Storia, la guerra è stata dichiarata illegale. Un cambiamento che troppo spesso diamo per scontato, dato che per tutto il resto della Storia umana non è stato così. Almeno perché in precedenza la guerra era una prosecuzione della politica. Allo stato attuale, le nazioni del mondo hanno giurato di entrare in guerra solo per difendersi e, per di più, con l’approvazione dell’ONU. Insomma, ancora una volta ciò corrisponde a un pensarci bene prima di iniziare un conflitto. E oggi se un qualunque Stato del mondo decidesse di conquistarne altri, ciò verrebbe visto con disprezzo e non con approvazione da parte degli altri Stati.

Nella maggior parte dei casi l’illegalità della guerra si è comportata come una norma. Come tale, una sua violazione determinerebbe multe economiche e penalità esemplari. Strumenti utili però solo se le nazioni danno importanza alla loro considerazione in ambito internazionale. Ed è per questo che bisogna tenere a cuore, difendere e rafforzare questa comunità dal nazionalismo che si sta diffondendo. Certo, qualche volta questa norma non è stata rispettata; basti pensare alla conquista della Crimea da parte della Russia nel 2014. Ciononostante, c’è da considerare il fatto che una legge anche se non rispettata adeguatamente da tutti è di gran lunga preferibile a un’assenza totale di leggi.

In poche parole, la nostra è un’epoca più di pace che di guerra. Meglio ancora, stiamo vivendo nell’epoca migliore della Storia umana. Ma è necessario mantenere la pace: ne va del benessere e della vita di ognuno di noi. E i metodi “segreti” per raggiungere questo risultato si chiamano democrazia, sviluppo dell’economia e commercio, forze per il mantenimento della pace e diritto delle nazioni.

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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