Lo sciopero degli attori americani, che continua ancora oggi, ha promosso nuovamente, e più radicalmente, una rappresentazione sempre meglio diversificata della nostra quotidianità. Non solo al fine di poterci, ognuno di noi, rispecchiare con il dovuto riguardo, ma anche per applicare la giusta considerazione anche dietro il grande schermo.

Lo sciopero degli attori e le loro richieste

Il 14 luglio scorso è stato indetto lo sciopero degli attori americani. Da oltre un mese, gli attori americani hanno sospeso ogni genere di mansione compresa quella di marketing dei film. Hanno bloccato i set e hanno evitato di rilasciare interviste e di sfilare sul red carpet. La presidente del sindacato degli attori americani Sag-Aftra, Fran Descher, conosciuta dal grande pubblico per il  ruolo della tata nell’omonima sit-com degli anni ’90, si è dimostrata decisamente coinvolta.

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Si tratta dello sciopero più imponente degli attori da circa 60 anni, che ha portato ad un ulteriore difficoltà per l’industria cinematografica. La crisi del settore e lo sviluppo delle piattaforme streaming hanno condotto ad un drastico cambiamento delle produzioni e delle modalità di lavoro. Per mezzo dello sciopero gli attori sollecitano gli Studios verso un aggiornamento adeguato dei loro contratti.

Una delle richieste più complesse è l’aumento dei cosiddetti residual, ovvero una percentuale dei guadagni derivanti dai ricavi dello streaming. A questo si aggiunge un incremento dei compensi, che si ricollegano direttamente alla discussione sull’assicurazione sanitaria e sulle pensioni. Inoltre, chiedono migliori condizioni di lavoro, una regolamentazione nella gestione dell’intelligenza artificiale e un ultimo punto che ha sorpreso molti, su cui forse non si è concentrata sufficiente attenzione. La richiesta riguarda il settore make-up.

Il reparto trucco e il suo ruolo nello sciopero degli attori

In questo sciopero gli attori hanno richiesto una più specifica cura, attenzione e conoscenza da adottare nei confronti delle diverse tipologie etniche per quanto riguarda il settore make-up. L’industria deve tenere conto dei principi di inclusività che si stanno espandendo anche nel mondo cinematografico e non ragionare più come una società caucasico-centrica.

In molti non avevano mai riflettuto su questo aspetto del settore. E la problematica non si concentra esclusivamente sul miglioramento attuabile con le tecniche di make-up o le acconciature, è relativa anche alle illuminazioni dei set e alla fotografia in genere, che necessitano pertanto di metodologie integrative e di diverse attenzioni per ogni etnia presente in scena.

É interessante porre l’attenzione su questo tema che lo sciopero degli attori ha evidenziato. Di fatto, come sempre, ciò che è estraneo alla nostra identità e quotidianità spesso non aiuta ad essere consapevoli e ad abbracciare sin dall’inizio le problematiche dell'”altro” per illuminare e attuare una soluzione. Era probabilmente necessario che venisse reso esplicito il problema per arrivare quanto meno alle prime proposte degli Studios in risposta alle esigenze prospettate.

A Venezia

La Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha aperto le porte della sua attesa 80ª edizione il 30 agosto scorso e si svolgerà fino al 9 settembre. Sarà il Festival del ritorno di Sofia Coppola e Woody Allen, dell’arrivo di Jessica Chastain e di Adam Driver. Sarà il meraviglioso Festival di Liliana Cavani che ritirerà il Leone d’Oro alla Carriera, prima donna regista italiana a ricevere il premio.

Contestualmente, ci saranno le assenze dovute allo sciopero degli attori, per alcuni film l’intero cast di attori non sarà presente.

É questo il caso di Maestro, film diretto da Bradley Cooper. Il cast della pellicola, tra cui il regista, Carey Mulligan, Matt Bomer e Maya Hawke, infatti, non presenzierà. Lo stesso si ripropone per Poor Things di Yorgos Lanthimos: non si vedranno Emma Stone, Willem  Dafoe e Mark Ruffalo. Così come saranno assenti gli attori Tilda Swinton e Michael Fassbender di The Killer diretto da David Fincher.

Damien Chazelle, regista di La La Land, durante la conferenza stampa iniziale del Festival, si è presentato con una t-shirt su cui è impresso lo slogan dello sciopero, per farne risuonare ulteriormente l’importanza: Writers Guild or Strike.

Acclamare il cinema e l’amore per il cinema è il cuore dell’evento, ma per farlo è essenziale valorizzare tutte le professionalità che concorrono alla creazione della sua magia.

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Chiara Andriani

Chiara Andriani

Chiara Andriani. Mi sono diplomata al Liceo Linguistico, avendo sempre avuto un interesse e un orecchio attento per le lingue. Fin dall'infanzia ho mostrato un particolare coinvolgimento ed entusiasmo verso l'universo letterario e cinematografico e una passione per la musica. L'attrattiva verso la scrittura mi ha spinto a cercare un modo per renderla parte integrante della mia vita di tutti i giorni, portandomi alla scoperta anche del giornalismo e di BuoneNotizie.it. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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